Recensione: Assedio al castello di Anne O’Brien
Titolo: Assedio al castello
Autrice: Anne O’Brien
Editore: Harper Collins Italia
Genere: Romance storico
Target: +18
Data di pubblicazione: 2 gennaio 2023
Inghilterra, 1643
Decidendo di sposare Honoria, vedova del cugino Edward da cui ha ereditato il titolo di Lord Mansell, Francis Brampton non si aspetta altro che un semplice matrimonio di convenienza. Tanto più che la giovane è di provata fede realista, mentre lui ha abbracciato la causa dei Parlamentaristi. Del resto, con la guerra civile che insanguina l’Herefordshire e le truppe di Carlo I che assediano il castello di Brampton Percy, chi ha tempo per quisquilie come l’amore? Eppure, fra i colpi di cannone e la devastazione che li circonda, una forza irresistibile sembra spingerli l’uno verso l’altra. È una passione travolgente, che potrebbe facilmente trasformarsi in un sentimento più maturo e profondo, se solo Francis riuscisse ad avere fiducia nella lealtà di sua moglie.
Bentornate Fenici!
Questo libro ci porta nell’Inghilterra di metà seicento, precisamente nel Galles, durante la guerra tra Parlamentaristi e Realisti. Sir Francis Brampton, ora Lord Mansell, ritorna alla dimora di un suo lontano cugino, venuto a mancare, per prenderne possesso e scopre che questi aveva una moglie, ora vedova, Lady Honoria. La donna vorrebbe tornare a vivere una vita tranquilla ma sia lei che Francis scoprono cosa ha combinato il morto nel testamento. I due dovranno vivere insieme e sposarsi affinché le proprietà non vengano smembrate. Così inizia la convivenza forzata che porterà lentamente all’amore, da parte di Honoria verso l’uomo che credeva amasse ancora la moglie defunta e da parte di Francis che scoprirà quanto sia forte e determinata la donna che è al suo fianco.
È un periodo storico dove i complotti e i tradimenti sono all’ordine del giorno, dove si veniva giustiziati per facezie e facilmente si confiscavano terre e radevano al suolo castelli di proprietà di altri.
Lo stile dell’autrice è prolisso, ricco di dettagli che alle volte diventano anche troppi. Preferisco uno stile asciutto, diretto, senza troppi giri di parole, ma il libro nel complesso si fa leggere e non annoia.
Mal approva.
Alla prossima
Un saluto dalla vostra Mal