Recensione “Aurora d’Inverno” di Alessandro Del Gaudio
Lugo è un ragazzo di vent’anni che non ha ancora ben chiaro cosa fare della propria vita, al contrario della sorella maggiore, Rebeka, Sacerdotessa Suprema di un culto che conta numerosi seguaci. Deciso ad allontanarsi da una famiglia a cui non sente di appartenere, parte alla volta di Albacoeli, sua città d’origine, pronto a perdersi nei divertimenti che una metropoli come quella può offrirgli. Ma da quel momento la sua vita è al centro di strani imprevisti: la visione di una signora dai capelli biondi che implora il suo aiuto, l’incontro con l’indomita guerriera Len, intenzionata a ucciderlo e l’intervento di un imbattibile cavaliere mascherato disposto a tutto pur di proteggerlo non sono che l’inizio di una fantastica avventura. La donna dai capelli biondi si rivela essere una Regina prigioniera nella Città dell’Inverno e lui, un semplice umano, ha bisogno dei compagni giusti per riuscire a salvarla. Un uomo-lucertola, un angelo meccanico e un’amazzone dalla forza smisurata sono solo alcuni degli alleati che lo affiancheranno, insieme a Rebeka, che finalmente dimostra di tenere a lui più di quanto avesse mai fatto.
Il viaggio è cominciato, le insidie sono all’ordine del giorno e molte saranno le prove da superare per compiere la missione. Il Regno di Vassane è molto lontano, ma Lugo imparerà che contare su se stesso e difendere le persone che ama è l’unico modo per sopravvivere. Questa volta non può guardare passivo la vita che gli scorre davanti. Questa volta deve affrontare le proprie paure e diventare l’eroe di cui ancora nessuna canzone parla, l’eroe che non sa di essere.
Si torna a parlare di fantasy, e questa volta di un fantasy puro, non contaminato da elementi estranei che hanno impreziosito molti romanzi di questo ultimo periodo.
Un mondo nuovo, lontano dalla Terra ormai devastata, ma di cui si conservano costumi, usi e anche un pizzico di nostalgia, come le costruzioni torinesi legate alla Mole Antonelliana (in cui ho avuto il piacere di ritrovare la mia città).
Il titolo, Aurora d’Inverno, non fa pensare immediatamente a un libro di questo genere, piuttosto a un paesaggio mistico e innevato, in cui è riposta la speranza di qualcosa di speciale, come l’amore, il coraggio, la lealtà.
E sono tanti i sentimenti che dominano questo mondo, per certi versi abbruttiti dalla cattiveria di alcuni personaggi che, per quanto ‘brutti e cattivi’ esercitano un certo fascino all’interno della narrazione.
Ci si trova davanti a una storia di eroi, come deve essere davvero il filo conduttore di questo genere, dove ci sono situazioni minacciose, ma si può contare su un manipolo di persone, dotate di poteri sovrannaturali, che riusciranno, grazie a sforzi condivisi, a riportare la situazione alla normalità.
Lugo è il nostro ‘eroe dormiente’, ossia colui che si ritrova coinvolto in una storia che apparentemente non dovrebbe interessarlo, ma per via di situazioni che sembrano ‘aspettarlo’.
Infatti è così che comincia il tutto, con l’apparizione in quella dimensione che sembra un sogno, di una donna bellissima che necessita del suo aiuto, chiamata ‘La Signora’.
Il ragazzo ne è stupito, visto che coincide con il suo desiderio di tornare nella città natale di Albacoeli, che ha lasciato da piccolo. La sua vita attuale gli sta stretta, con una matrigna che lo ignora quasi e una sorella che è tutto ciò di più diverso da lui: una sacerdotessa con poteri mistici, da cui si è distaccato durante l’adolescenza.
Vuole trovare il suo posto nel mondo e pensa di riuscirci ricominciando altrove, magari in un posto in cui ricorda di essere stato felice, ricorrendo all’appoggio del cugino, ricco ragazzo viziato, che accetta di ospitarlo.
Ma col suo arrivo nella metropoli, qualcosa si incrina. Una donna, che sembrava una banale apparizione olografica, mostrata dai cartelloni della città, lo raggiunge, lo aggredisce come il suo peggior nemico e gli dà la caccia, rivoltando case e cose. Riesce a sfuggirle, salvo ritrovarsi in balia di un altro personaggio, dall’aspetto mostruoso di un enorme rettile, che lo aiuta e il suo ‘alter ego’, un cavaliere oscuro e misterioso, ma potentissimo, che lo aiuta a liberarsi di Len, la misteriosa donna volante.
Molti sono i co-protagonisti che si riuniscono intorno a lui, comprendendo che sarà colui che li dovrà condurre nel regno di Vassane, per poter arrivare alla Regina prigioniera e riportare la tranquillità sul pianeta.
Le ambientazioni del libro sono diverse, a cominciare dalla prima parte in cui tutti gli episodi si svolgono in un contorno metropolitano, fino a spostarsi nelle campagne, ed infine nel regno che riproduce tutto ciò che è il classico fantasy, dalle taverne, alle segrete, alle prigioni, alle grotte, ai paesaggi medievali, permeati di magia.
Perché quello che rende affascinante questo testo, è proprio la magia che si nasconde sottopelle o nelle figure meno probabili, o in oggetti dal fascino più o meno oscuro.
La narrazione è scorrevole, ricca di dettagli e di spiegazioni che non lasciano il lettore in un ambiente ostile, anche se non si è pratici di fantasy.
Direi un esperimento ben riuscito, le cui trame e fili intrecciati, si dipaneranno alla fine, come un incanto ben orchestrato.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!