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Recensione: “Avrei voluto essere lì” di Francesco Mastinu

Care Fenici, oggi Ipanema ci parla di “Avrei voluto essere lì” di Francesco Mastinu

«Avrei voluto essere lì in quei momenti bui del passato nostro. Per dirti tutte le parole che avrei voluto sentirmi dire.»

Questa è una storia come tante, una storia come poche. La biografia di tanti ragazzi gay felici dopo aver percorso il loro sentiero della dignità, ma potrebbe essere la storia di tanti ragazzi con un finale più tragico. Certe parole e certi gesti si imprimono come un marchio sulla carne e ne rimane vittima anche Edoardo. Già a dieci anni deve affrontare il compagno Christian che lo aggredisce all’uscita di scuola: frocio, gli dice. Per Edoardo è un universo che si svela. Avrei voluto essere lì è una guerra tra ciò che sei e ciò che gli altri vogliono che tu sia, e l’ultima battaglia avverrà nella camera ardente della pubertà, dove Edoardo farà i conti con tutte le discriminazioni subite. Questo romanzo accarezza la privazione degli affetti, cerca redenzione per la colpa di essere nato così, frocio, per arrivare a comprendere finalmente che ci vuole coraggio per crescere in un mondo di omofobi.

Un ragazzino di dieci/undici anni, Edo, che ancora non sa, non ha capito cosa vogliano dire i suoi compagni quando lo chiamano “Frocio”, che viene vessato in continuazione, deriso, malmenato dai più grandi e i più forti della sua scuola, solo perché è silenzioso, fragile ma non sottomesso. Che viene picchiato da tre più grandi di lui in età e corporatura e si sente rimproverare dal padre perché “io, alla tua età non le avrei prese, non gliel’avrei permesso.” Inizia così la storia di soprusi e umiliazioni di Edoardo, il protagonista di “Avrei voluto essere lì”, bellissimo romanzo di Francesco Mastinu.

Un romanzo scritto in seconda persona singolare: è Edoardo adulto e ormai realizzato che parla al suo “io” bambino e adolescente, chiedendogli scusa per “non esserci stato” nei momenti più duri della sua crescita, quando forse avrebbe avuto più bisogno di lui, della sua forza e consapevolezza di uomo ormai esperto, e quindi sentirsi dire di non abbandonare mai la speranza, perché le cose sarebbero migliorate.

Avrei dovuto esserci per spiegarti, visto che non c’era nessun altro a farlo, che la storia si evolveva. Che tutto sarebbe potuto cambiare in meglio e saresti stato un cigno pure tu, prima o poi. E poi asciugarti le lacrime di rabbia che, giocoforza, spuntavano fuori quando ti sentivi impotente. Solo. Ci sarei dovuto essere, perché soltanto io e te lo sappiamo che dietro tutto il malessere, restava imperterrita la speranza.

Edo affronta vent’anni di soprusi, umiliazioni, difficoltà nel vivere: a scuola, in famiglia, al lavoro. Unica forza e silenziosa presenza, dietro il suo lottare contro la società che vuole considerare gli omosessuali “rifiuti umani” e solo per il fatto di amare persone dello stesso sesso, Renato, il compagno di una vita che lo segue, amandolo, in silenzio, che gli è roccia e sostegno in gran parte discreta e consolatrice.

«Passerà il dolore che senti dentro. Non sei, ascolta… Non sei un rifiuto» avrei voluto dirti. Te lo avrei detto se fossi stato lì. Ormai è tardi, non mi perdonerò mai. Per non averti stretto a me, lasciando che le lacrime cadessero, mischiandosi alla pioggia. Per non averti detto che sarebbe andato tutto bene, tutto bene, che lo avresti superato, liberandoti di quel tormento enorme. Che non era giusto fosse capitato a te. Avrei voluto esserci, credimi. Avrei voluto essere lì.

“Devo. Devo crederci”, annuisci, facendo cenni a chiunque si trovi per strada. “Non esistono migliori di altri, solo persone uguali. Uguali e basta.”

E’ un libro importante, questo di Mastinu. In altre mie recensioni ho parlato dell’importanza fondamentale di romanzi che mostrino uno spaccato di vita quotidiana degli omosessuali, che focalizzino l’attenzione del lettore su aspetti critici delle loro lotte giornaliere, e che spieghino al mondo il perché non è giusto, non è corretto, non è normale che vengano derisi, umiliati, relegati ai margini di una comunità che dovrebbe invece includerli e considerarli alla pari di tutti gli altri. Mastinu coglie questo obiettivo cambiando però prospettiva e focus: non cerca di mostrare qualcosa che già, probabilmente, il lettore di questo tipo di letteratura conosce. Si rivolge a se stesso giovanissimo – e a tutti i giovanissimi che come lui si trovano ora in quello stesso posto doloroso – per dirgli che cambierà, migliorerà, ci sarà amore e spazio per esprimersi anche per lui. Forse non tutti lo accetteranno, ci saranno persone, anche molto vicine, persone di famiglia che lo rifiuteranno, ma l’accoglienza da parte di chi accetterà e includerà sarà tale che il dolore del rigetto potrà essere metabolizzato. C’è speranza, c’è un mondo che ha deciso di accettare e di includere.

Un romanzo che andrebbe fatto leggere ai ragazzi, a coloro che più si sentono sbagliati ed emarginati, per far capire loro che non è così, che non è vero.

La prosa di Mastinu, poi, si rivela come sempre magnifica e corposa: avevamo già letto il meraviglioso “Polvere” (Runa Editrice), assaporato la poetica di “Eclissi” (Lettere Animate), goduto di emozioni romantiche di “Tienimi con te” (Triskell Edizioni) – recensione a questo link – ma qui lo scrittore sardo si è superato. E l’editing di Luigi Romolo Carrino, direttore della collana Pesci Rossi di goWare, ha impreziosito qualcosa che era già ricco di suo con una mano sapiente e attenta.

 

 

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