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Recensione “Il bacio di mezzanotte” di Eloisa James (serie Lieto Fine #1)

Kate, figlia di primo letto del defunto lord Daltry, è costretta dalla matrigna ad assumere l’identità della sorellastra Victoria. A causa di un contrattempo, infatti, costei non può recarsi al castello di Pomeroy per essere presentata al principe Gabriel, zio del fidanzato, e ottenere la sua approvazione alle nozze. Tra piccole gaffe e acute conversazioni, Kate stuzzica l’attenzione dell’algido Gabriel, che affascinato si ritroverà a corteggiare lei invece della nobile ereditiera che dovrebbe sposare. Nonostante la forte attrazione che provano l’uno per l’altra, entrambi sanno che purtroppo non potrà esservi lieto fine per loro, a meno che…

Cari lettori, per dare corpo alla mia recensione de “Il bacio di mezzanotte” della scrittrice Eloisa James ho deciso, per prima cosa, di rintracciare alcune informazioni su lei, per presentarvela al meglio, se già non la conoscete. Vi dico che l’autrice mi ha piacevolmente colpita, anche perché scrive un genere, quello storico-romantico, con cui ho un grande feeling da sempre.

Pseudonimo di Mary Bly. Laureata ad Harvard, è scrittrice e insegnante di Shakespeare alla Fordham University di New York, ha due figli ed è sposata con un autentico cavaliere italiano. I suoi libri hanno conquistato la classifica dei bestseller del New York Times. Tra i titoli ricordiamo le serie: “The Pleasures Trilogy”, “The Duchess Quartet”, “The Essex Sisters Series”, “The Desperate Duchesses Series”. Piemme ha pubblicato il suo bestseller Paris in love (2013), mentre per Mondadori sono usciti Il bacio di mezzanotte (2015) e La resa di Piers (2016).

Credetemi, a lettura terminata di questo primo romanzo della serie da lei dedicata alle fiabe della nostra infanzia, mi sprofonderò, nel vero senso della parola, nella lettura di tutti e ve ne farò un resoconto più accurato possibile, tenendo conto, ovvio, di trattenere per me i particolari più succulenti. Se volete, potremmo condividerli insieme quando anche voi avrete terminato la lettura. A proposito, chissà se ci saranno piaciute le stesse “scene”?

Dunque… Kate, è la Cenerentola della storia, sebbene sia una ragazza dal carattere spiccato, per nulla timida e sottomessa, come siamo abituate a immaginarla.

La nostra protagonista si trova costretta dalla matrigna, che tanto cattiva poi non mi sembra, a condividere i propri beni con una sorella bellissima, ma purtroppo lacrimosa come una cipolla. Kate gode pure di una certa libertà di movimento, che male non fa.

Siccome la James si è piccata nel proposito di regalarci una versione “moderna” delle favole più famose nel mondo, ero molto curiosa, ma non entusiasta, di vedere com’era riuscito l’esperimento: il tema, capite, è un po’ scontato.

Invece? Invece, la sua versione della favola è persino meglio di ogni precedente mi sia capitato di leggere.

Così la Kate-Cenerentola, forgiata con tanta fantasia, deve sostituire la sorella Victoria al cospetto di uno zio Principe, Gabriel, sensuale, sexy e pure giovane, che ha il potere di approvare il di lei matrimonio con il proprio nipote titolato.

Cosa che Victoria deve assolutissimamente ottenere.

— Tutto questo progetto mi pare una follia. Nessuno crederà mai che io sia Victoria. E anche se così fosse, cosa succederà, dopo? Che accadrà se il principe, in chiesa, fermerà la cerimonia perché la sposa non è quella che ha conosciuto?

— Non accadrà, perché Victoria si sposerà subito, con una licenza speciale — disse Mariana. — Questa è la prima volta che Dimsdale è stato invitato al castello e noi non possiamo mancare. Sua Altezza darà un ballo per festeggiare il proprio fidanzamento e tu ci andrai nei panni di Victoria.

— Perché non rimandate la visita a dopo il ballo?

— Perché mi devo sposare — cinguettò la sorella.

Kate ebbe un tuffo al cuore. — Devi?

Victoria annuì. Lei guardò la matrigna che, dal canto suo, si strinse nelle spalle. — È compromessa. Da tre mesi.

— Oh, santo cielo! Lo conosci appena, Victoria!

— Io lo amo — disse quella, l’espressione seria. — Non volevo neppure debuttare in società, non dopo averlo visto all’abbazia di Westminster, quella domenica di marzo, ma la mamma ha insistito.

 Kate, nei panni della bella sorella, ha però qualche problema, sia fisico – imbottitura del reggiseno fatta di cera, per ovviare alle forme generose che lei non possiede -, sia logistico: i piccoli cagnolini-topo della sorella non le rendono la visita al castello principesco certo più facile.

In più, ha scordato le buone maniere di corte e per una lady è un grave problema. Ma c’è lei, Henry, la madrina!

 — Papà mi chiamava Kate.

— Molto meglio. Ritorniamo alla dote. Che cos’è questa storia? Devi avere circa ventitré anni, se non ho calcolato male. Perché, dunque, non hai ancora messo su famiglia? Hai delle pretese modeste e sei molto bella.

Kate finì il liquore. — Come vi ho detto, mio padre, morto poco dopo il secondo matrimonio, lasciò ogni cosa alla nuova moglie.

— Che idiozia! Forse si era pure scordato di redigere un testamento. La sua proprietà non è nulla al confronto di ciò che possedeva tua madre.

Kate restò a bocca aperta. — Cosa?

Henry le rivolse un sorriso sonnolento, ma i suoi occhi brillavano. — Non te l’ha mai detto?

— Detto cosa?

— Che tua mamma era un’ereditiera. Tuo nonno voleva che si accasasse, così le comprò tuo padre… che, temo, mirava solo ai soldi.

 …lei l’aiuterà!

Quindi la ragazza passa oltre l’educazione di corte e s’impegna a ottenere il benedetto favore del principe. Cosa si non si fa per una sorellastra?

E questo principe, poi… Sapete, uno di quelli annoiati, il cui pensiero è scappare dal casato a studiare manufatti antichi in qualche polverosa città posizionata in chissà quale capo del mondo. Uno che può solo essere la delusione per qualunque donna, giacché si prefissa il matrimonio per lasciare poi alla sposa un letto vuoto e molte incombenze principesche cui a lui non frega nulla, ma che schiaccerebbe di oneri la povera lei.

Kate, pur sapendo questo, non resiste: s’innamora di Gabriel, complice il primo bacio.

Un bacio rubato, che la turba moltissimo. Cade la maschera; ora lui sa chi è lei. Non Victoria, ma inesorabilmente Katerine. E lui, occhi di fuoco e una fidanzata incombente, cosa potrà proporle?

Molti sono i personaggi che gravitano intorno alla fiaba. Personalmente, ho amato moltissimo questo romanzo. Bello, coinvolgente, simpatico, a tratti irriverente e molto originale. Ci sono alcune scene che mi hanno divertito tantissimo.

A parte le scarpine di vetro e qualche velato accenno, non avrei saputo riconoscere la novella d’ispirazione all’autrice. Mi sono piaciuti tantissimo anche i cagnolini, protagonisti a loro modo, le loro descrizioni, il loro carattere. Pure il leone era simpatico. E la madrina è fenomenale!

La James è una caratterista e si muove in punta di piedi, regalando immagini ed emozioni pure.

 — Mmmm — mugolò Kate, liberandosi le mani. — Il cibo, gustato all’aperto, è sempre più buono. Ci avete mai fatto caso? — Affondò i denti nel pollo.

Gabriel non rispose e le passò un bicchiere di vino leggero e appena frizzante, che scendeva piacevolmente lungo la gola.

Kate notò di non aver ricevuto alcuna risposta alla sua domanda solo dopo aver mangiato la coscia, una tortina alla carne, un pezzo di formaggio squisito e un uovo di quaglia in salamoia. Gabriel, in effetti, non aveva toccato cibo e si limitava a osservarla, appoggiato su un gomito. E a passarle le vettovaglie.

Kate socchiuse gli occhi e lo fissò da sopra una fetta di torta alle mandorle. — Che c’è?

— Nulla. — Il principe inarcò un sopracciglio.

— Cosa state architettando?

— Cerco solo di farvi ingrassare un po’. Siete troppo magra, anche se non siete stata male.

Non posso aggiungere altro, altrimenti vi racconto tutto e non se ne parla più. Vi consiglio la lettura: mi sono sentita partecipe, emozionata, coinvolta. Uno stile adorabile, delicatezza nelle varie scene d’amore, seppur fin troppo ben rappresentate.

Si evince un rispetto vero tra il principe e Kate, nonostante la modernità delle scene descritte, e solo per questo mi viene da complimentarmi ancor di più.

Sono felice di aver letto questo romanzo e grata al blog che me ne ha dato l’opportunità.

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