Recensione: “Bacio rosso sangue” di Antonietta Mirra
Alastair ed Helena non potrebbero essere più lontani e diversi eppure qualcosa li unisce, oltre la loro stessa volontà.
Un richiamo eterno e insondabile.
Lui è impetuoso, tormentato, cruento e dannatamente distante, in tutti i sensi.
Lei è ingenua ma tenace, una sognatrice capace di cogliere il confine tra un desiderio languido e pressante e la tagliente verità.
Ma quando anche l’ultimo barlume di razionalità sta crollando…
Cosa faresti se il tuo sogno più grande diventasse all’improvviso realtà?
Se potessi guardarlo, toccarlo e… Possederlo.
PER SEMPRE.
Fonte della trama: Amazon
“Sono diventato un fantasma, il fantasma del Signore della terra dei corvi, la cui identità è rimasta nascosta nelle terre dov’è seppellito il corpo di mio padre, l’ultimo a conoscere il mio vero nome. Alastair mi chiamavo e mi chiamo e questa è la mia storia, una storia che deve ancora iniziare”
Fermi tutti e prendetevi un secondo per dare un’occhiata alla cover di questo romanzo. Bellissima, mi ha attirato subito, sembrava cappuccetto rosso versione dark. E cosa ho immaginato subito? Beh se c’è lei ci sarà anche un lupo nascosto nel bosco o no?
Non voglio entrare troppo nella trama, perché basta un piccolo particolare e rischio di svelarvi troppo. L’amore è il protagonista principale del romanzo, l’amore per un sogno, l’amore passionale per un uomo, l’amore verso le proprie responsabilità e l’amore in un’amicizia. I personaggi principali sono Alastair, un gran pezzo d’uomo di altri tempi, che ha viaggiato negli anni e nei sogni, per far rivivere un amore distrutto dalla maledizione che lo perseguita nei secoli. Un cavalier servente del XVII secolo dalle note dark, non è certo il principe azzurro delle fiabe, anzi, è forse un antieroe aggressivo, insistente e passionale dai lunghi capelli corvini. Poi c’è Helena, la classica ragazza della porta accanto che lavora come cameriera in un bar, ossessionata da un’immagine che disegna e ridisegna nella mente e sulla carta da troppo tempo ormai. Cosa lega i due protagonisti? Apparentemente proprio nulla! Ma ecco comparire Emily, lei è la chiave che collegherà i due tramite la scrittura. È una semplice ragazza che attirerà l’attenzione di Helena e le aprirà le porte della felicità, della conoscenza e degli oscuri segreti, che si celano dietro alle misteriose pagine ancora bianche di un libro. Lei avrà il dovere di scriverlo, affinché la storia possa prendere forma. Infine c’è Daniel, un alter ego, il riscatto dal male.
Dove è ambientato il romanzo? Ottima domanda, nel XVII secolo, più in là negli anni, ai giorni nostri… in ogni tempo e in ogni luogo.
Un libro coinvolgente che tratta dei temi a me molto cari, come l’amore immaginario per un uomo che non si conosce, come arrivare a sognarlo e non capire se è illusione o realtà. Non so voi, ma soprattutto in adolescenza mi è capitato spesso di sognare a occhi aperti e a occhi chiusi, talvolta anche ora a dirla tutta, per poi risvegliarmi incavolata nera perché il sogno era molto meglio della vita reale. Un po’ come nei libri in fondo, amo poter vivere l’esistenza di altri ed emozionarmi; questo romanzo me lo ha permesso!
La lettura è fluida e illusoria, l’autrice è riuscita a rendere etereo lo stile proprio nel giusto spirito del romanzo, tanto che si può, senza grandi difficoltà, sorvolare su qualche refuso sfuggito qua e là. Ho amato la forza della passione tra i protagonisti che non possono rimanere separati, e ammetto che avrei voluto qualche tono acceso di maggiore violenza passionale, a mettere la giusta nota al concetto di appartenenza. Lo spirito di sacrificio e il senso del dovere di Emily la rendono molto vicina al mio smisurato Super Io, non avrei potuto non stimarla. Sebbene il libro sia autoconclusivo, io farei una bella petizione, affinché l’autrice cambi idea! Ma come? No dai, ancora un po’, la storia può ancora continuare, secondo me! Attendo un ripensamento dall’autrice, nel frattempo sognatrici leggete il romanzo, ne vale la pena.