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Recensione: “Bad Love” di Jay Crownover (Welcome to The Point Vol.1)

 

 

Sexy, dark, pericoloso, Bax non cammina solo sul binario sbagliato… lui è il binario sbagliato. Criminale, delinquente e attaccabrighe, ha preso un sacco di pessime decisioni, e una di queste lo ha portato in prigione per cinque anni. Ora Bax è fuori e in cerca di risposte, e non gli importa cosa dovrà fare o chi dovrà ferire per trovarle. Ma non ha fatto i conti con Dovie, una ragazza innocente e pura… Dovie Pryce sa bene cosa comporti vivere una vita difficile. Ha sempre cercato di essere buona, di aiutare gli altri, e non si è mai lasciata trascinare giù dalla tristezza. Eppure le cose per lei non hanno fatto che peggiorare. A quanto pare, l’unica persona che può aiutarla è l’ex-detenuto più spaventoso, sexy e complicato che sia mai uscito da The Point. Bax le fa paura, risveglia in lei sentimenti che non avrebbe mai pensato di provare. Ma a Dovie non serve molto per capirlo: certe volte le persone migliori per noi sono proprio quelle che dovremmo evitare…

 

 

A differenza dei romanzi precedenti, questa volta Jay Crownover non ha creato solo un semplice “bad boy”.

No, neanche per sogno.

Questa volta ha dato vita a un ragazzo che è un veleno mortale, un pericolo tossico in carne e ossa, un guaio letale e affascinante, con il crimine stampato in fronte.

Ed è per questo che ho amato Shane Baxter fin dal primo momento. Fin da quando è uscito da prigione dopo cinque anni di reclusione, per riprendere in mano la sua vita e pareggiare i conti con tutti quelli che hanno avuto il coraggio di tradirlo o di mettersi contro di lui. Anche se, tra tutte, c’è una questione che ha la priorità assoluta: ritrovare Race, il suo migliore amico nonché compagno di reati, sparito all’improvviso dopo il rilascio di Bax, senza un’apparente motivazione.

Ma Bax non sarà solo in quest’adrenalinica ricerca, perché riceverà l’aiuto inaspettato da parte della sorellastra di Race, una ragazza dolce, innocente e altruista… ma anche leale, ostinata ed estremamente coraggiosa: Dovie Pryce. Disposta a tutto pure di ritrovare quel fratello che si è preso cura di lei con grandi sacrifici, quando il resto del mondo le aveva sbattuto la porta in faccia.

Credetemi se vi dico che questa ragazza è davvero fantastica, perché affronta sempre a testa alta gli infiniti pericoli che le piovono addosso come l’acqua di un temporale, con una tenacia, una bontà d’animo e un sangue freddo che darebbero del filo da torcere anche al più cazzuto dei protagonisti maschili.

«Era l’incarnazione di tutto ciò che di buono

può nascere da gente di merda in posti di merda.

Era un fiore nato sulla parete di roccia dura e impervia di un precipizio.»

Nonostante Bax e Dovie siano diversi come il giorno e la notte, e lui stesso rappresenti una gigantesca calamita per ogni tipo di guai, tra loro nascerà ben presto un’intesa carnale e mentale così profonda, da trasformare ogni loro momento d’intimità in una fonte di emozioni mozzafiato. Una fusione di asprezza e dolcezza talmente vivida da far tremare ogni fibra del tuo essere. E il merito è soprattutto di Bax.

«Era imprevedibile, era un criminale, era pericoloso per la mia salute mentale,

ma poi mi stringeva tra le braccia quando non riuscivo a dormire

e mi toccava come se fossi un oggetto fragile che poteva rompersi in qualunque momento.

Un cocktail micidiale a cui non sapevo sottrarmi.»

Dovie è l’unica in grado di guardare oltre la corazza che questo teppista ha eretto attorno a se, oltre il marcio, oltre la sua tendenza autodistruttiva, oltre il bisogno di perdere il controllo, insinuandosi nella sua coscienza in un modo così destabilizzante da riuscire a sfiorare con la punta delle dita persino l’anima del vero Shane.

E così, all’interno di questa rocambolesca caccia al fratello scomparso, tra strip club e quartieri malfamati, combattimenti clandestini, subdoli complotti e pericolose rese dei conti, cerchiamo anche noi quegli assurdi indizi sparsi qua e là che si mescolano nella nostra testa creando un vero e proprio rompicapo. Ma a un certo punto la nebbia si dirada e finalmente iniziamo a distinguere alla perfezione sia le singole pedine, sia le regole impietose di quest’astuto gioco a scacchi che non appare più così illogico e complicato come sembrava all’inizio.

E quando arriviamo all’ultima pagina, ci rendiamo conto che Bad Love”, il titolo dello stesso romanzo, perde completamente la sua legittimità.

Perché di cattivo, in questa bellissima storia, ce n’è solo uno. Ed è la vita stessa, che ha costretto dei ragazzi così giovani a lottare da soli con le unghie e con i denti per resistere in un mondo dove la legge del più forte li obbliga a compiere scelte ingiuste e disperate.

Ma non l’amore. Lui proprio no. Perché definire cattivo un amore sacro e incantevole come quello tra Bax e Dovie, un amore che profuma di speranza, di salvezza, di libertà e redenzione… sarebbe l’errore più grande di tutti.

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Voto Nikky 5

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