Recensione: “Beautiful Girl (Virtue Series #1)” di Mia Asher
Sono una cattiva ragazza, l’altra donna, quella che ti piace odiare.
Blaire White è stata una bambina trascurata, che ha passato tante notti a piangere a causa della perenne assenza dei genitori e di una cronica mancanza di affetto. Il suo dolore alla fine si è trasformato in amarezza e il suo desiderio di essere amata è diventato un bisogno di sentirsi adorata dagli uomini che seduce, che usa e poi rifiuta. Fino a quando si ritrova faccia a faccia con due uomini che, per la prima volta, sono capaci di penetrare quella corazza inespugnabile che è diventata la sua anima. Ronan è sentimento allo stato puro, l’incontro con l’innocenza dello sguardo, il risveglio di sensazioni che pensava di aver dimenticato. Lawrence invece è un uomo d’affari di successo, sa esattamente quello che vuole. Ma cosa desidera davvero Blaire? E soprattutto è ancora in tempo per capire che cos’è l’amore?
Troppo spesso siamo abituate ad avere a che fare con protagonisti maschili spregiudicati, superficiali e sicuri di sé, e a lasciarci ammaliare da loro anche per questo.
Quando però i ruoli si capovolgono ed è la donna a mostrarsi audace, intraprendente e disinibita, usando il proprio corpo come fonte di mero piacere fisico… beh, quando succede questo, siamo tutte pronte a puntare il dito contro la donna in questione come se fosse una sgualdrina, una poco di buono, una creatura degna di biasimo.
Blaire White era quasi riuscita a farmi cambiare idea.
Dico davvero. Era quasi riuscita a farsi apprezzare da me nonostante il suo sfrontato arrivismo, la sua dissolutezza, la sua brama di potere, di denaro e di attenzioni.
Almeno fino a quando non ha incontrato Ronan, obbligandomi a innamorarmi di entrambi e poi uccidendomi in un colpo solo con una scelta un po’ spietata.
Ma adesso parliamo proprio di Ronan perché merita ogni complimento che la mia bocca sia in grado di partorire. Perché è un ragazzo dolcissimo e premuroso, è divertente ed eccitante, è tremendamente sexy pur restando modesto e sensibile fino all’inverosimile.
Lui capisce Blaire. La rispetta come donna. La vede per ciò che è realmente, sotto quella maschera di superficialità che lei si ostina a portare.
Lui le fa provare emozioni così intense e potenti da risultare pericolose. Sì, pericolose per la sua anima desolata che brama ricchezza e piacere, tenendosi alla larga dai sentimenti come se fossero il male in persona.
Con Ronan, la prostituta, cacciatrice di dote si trasforma in una ragazza bellissima e in un tesoro prezioso da venerare.
«Un giorno mi permetterai di amarti,
e io ti stringerò così forte da non farti più andare via.
Ti amerò come se fosse l’unica cosa per cui sono venuto al mondo.
Il mio scopo nella vita. Non capisci, Blaire? Non ci arrivi?
Tu mi stai dentro. Sei in ogni cosa che vedo. In tutto quello che tocco.
Sei nell’aria che respiro, nell’acqua che bevo, e in ogni sogno che faccio.
Vorrei dirti tanto di più, ma so che non sei pronta ad ascoltarmi».
Come si fa a non sciogliersi dinanzi a un ragazzo del genere? Come si fa, Santo Dio?
Ed ecco che le farfalle nello stomaco di Blaire sono diventate un tutt’uno con le mie.
Perché ogni gesto, ogni attenzione, ogni parola di questo ragazzo è pura poesia.
A volte una poesia dalle tinte calde e peccaminose, altre volte un semplice inno alla tenerezza.
Ma l’amore fa paura. Soprattutto a una bambina sola che è diventata una ragazza vuota. Fredda. E vulnerabile.
E la disperazione delle scelte di Blaire dettate da quella stessa paura mi ha fatto scattare i nervi e mi ha spezzato il cuore a metà.
Perché Blaire incontra Lawrence Rothschild e Lawrence è lussuria, potere, comando, cruda virilità e brutale eccitazione. E tutto questo nutre l’anima oscura, avida e dissoluta di Blaire come se fosse il suo lauto banchetto.
Ma nonostante la loro intesa carnale sia quanto di più erotico io abbia mai letto tra le pagine di un libro, non può nulla contro l’incantevole dolcezza di un rapporto giusto. Col ragazzo giusto. Per cui provi un sentimento giusto.
C’era una volta una giovane Blaire che nessuno amava,
che fece una promessa a una stanza vuota,
con solo il cane e i suoi animali di pezza a fare da testimoni.
Promise di non affezionarsi mai a nessuno; che mai avrebbe permesso all’amore di tarparle le ali e farla prigioniera di nuovo.
Così sarebbe rimasta al sicuro, incolume.
È arrivato il momento di rispettare quella promessa fatta tanto tempo fa.
E dopo che Blaire White è riuscita a stritolarmi il petto con quella promessa e con un vortice di emozioni che non mi sarei davvero aspettata, prego vivamente Mia Asher di non farmi attendere troppo per il seguito di questo libro perché, dopo un finale del genere, il mio povero cuore non sarà capace di reggere ancora per molto.
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