Recensione: “Black Jack: Il gioco del perdono” di Antonella Maggio
Gwendoline Torricelli, diciottenne ribelle, scoperta dai genitori a letto con il suo fidanzatino, è costretta a trascorrere l’estate ad Atlantic City con suo fratello Ryan, un agente del dipartimento investigativo del crimine organizzato di NY, lavoro di cui, in famiglia, nessuno è a conoscenza.
E poi c’è Micheal, noto ai più come Black Jack. È il migliore amico e braccio destro di Ryan. Bello e dannato, spesso finisce per dimenticare e smarrire la retta via, facendo del suo lavoro una pericolosa dipendenza.
E se di Ryan, un bel giorno, si perdesse ogni traccia? Gwen può fidarsi dell’anima tenebrosa e dannata di Micheal?
Una fuga in macchina con una pistola carica, gelosia, attrazione e passione. Un viaggio on the road alla ricerca di un fratello e di un amico, forse alla ricerca anche di se stessi, del perdono e dell’amore.
Gwen è una diciottenne senza peli sulla lingua, a tratti ribelle. Non le piacciono le regole tantomeno quelle che le impongono i suoi genitori e all’ennesimo loro scontro quest’ultimi decidono di allontanarla per un periodo di tre mesi. Sperano che il distacco, soprattutto da quel fidanzato che poco sopportano, possa giovare alla ragazza la quale, però, non è dello stesso avviso. La sua prossima destinazione è Atlantic City dove vive e lavora suo fratello Ryan. Inutile dire che la ragazza vive questa ennesima imposizione in maniera negativa, non solo perché deve lasciare fidanzato e amici ma anche perché, nonostante provi un sincero affetto per il fratello, conosce poco o niente di lui. Ryan, infatti, ha dieci anni più di Gwen e ha abbandonato casa molto giovane, vivendo in giro per il mondo e cambiando continuamente lavoro. Almeno questo è quello che la nostra protagonista pensa.
Ryan altri non è, infatti, che un poliziotto sotto copertura e l’improvviso arrivo della sorella potrebbe compromettere l’operazione per la quale sta lavorando. Ed è qua che entra in scena Mike, collega nonché migliore amico del ragazzo. È a lui che Ryan chiede aiuto per tutelare la sorella nel caso dovesse succedergli qualcosa. Mike e Gwen fanno scintille sin dal loro primissimo incontro, lui deciso a vederla come una bambina e nient’altro che una brutta seccatura mentre Gwen sopporta poco l’autorità che il nostro protagonista tenta più volte di far valere. Tra i due è un continuo scontro verbale, battibecchi che spesso sfociano in delle vere e proprie provocazioni, entrambi non vogliono cedere e nel loro perenne tiro alla fune l’equilibrio rimarrà quasi sempre invariato. Mike è un uomo complesso, rifugge le emozioni e non vuole legami, convinto che sia quello il destino per gli uomini che, come lui, hanno deciso di svolgere quel mestiere. Nonostante mostri al mondo questa sua corazza, però, nelle svariate missioni in cui è stato coinvolto ha perso un pezzo di se. Anche adesso, nonostante provi con tutte le sue forze a resistere, sa benissimo che sta, di nuovo, iniziando a confondere realtà e finzione.
Tutto cambierà con l’improvviso rapimento di Ryan, le verità vengono fuori e il mondo di Gwen si capovolge.
“È come ritrovarsi in un mondo diverso, un mondo dove tutto si svolge al contrario, dove ognuno è ciò che non è a partire dal nome e io sono la sola che continua ad avere una sola identità”
Non avrebbe mai immaginato che il fratello fosse coinvolto in determinate operazioni ma, nonostante sia ben cosciente del pericolo che potrebbe correre, adesso il suo unico obiettivo è salvarlo. Mike e Gwen dovranno unire le loro forze per cercare di riportare Ryan a casa ma la loro collaborazione non sarà per nulla facile. Mike ha come primo obiettivo tenere al sicuro la ragazza, che però vorrà essere in prima linea nella loro ricerca. Inoltre, la vicinanza forzata impedirà a entrambi di tenere nascosta la reciproca forte attrazione, ma se da un lato Gwen è pronta ad aprirsi, l’uomo ha l’atroce dubbio di confondere, ancora una volta, la finzione con la realtà.
“ È dentro la mia vita, è entrato con prepotenza, ha cancellato tutto quello che c’era prima. Sono spacciata, lo sto ammettendo con me stessa e non c’è cosa peggiore di essere sinceri con il proprio cuore perché so che, presto o tardi, potrei aver bisogno di condividerla con lui. Finirò solo per spaventarlo a morte, lui rifugge dai sentimenti, non crede a niente e nessuno e si prende beffa dell’amore”
Ammetto di non aver letto altro di questa scrittrice e generalmente, quando inizio un libro di una penna a me sconosciuta, ho sempre il dubbio che lo stile possa non coinvolgermi. Decisamente, non è questo il caso. La narrazione è semplice e proprio per questo più diretta. Grazie al doppio pov, alternato, viviamo direttamente i pensieri e le emozioni di entrambi i protagonisti e riusciamo a comprendere meglio le loro azioni. Gwen è un personaggio che mi è particolarmente piaciuto. Nonostante la giovane età, non si perde d’animo, è una ragazza dallo spirito battagliero e le poche fragilità che leggiamo di lei ce la fanno apprezzare ancora di più in quanto sono reali e la rendono umana. Mike ho fatto più fatica a comprenderlo, è un uomo schivo, scontroso, a tratti prepotente ma pian piano comprendiamo perché è diventato un essere cinico. I due insieme riusciranno a smussare angoli caratteriali dell’altro e i loro battibecchi avranno sempre un sapore provocatorio e sensuale. Forse l’unico elemento che non ho apprezzato moltissimo è il modo in cui viene affrontato il problema dipendenza, credo sia molto più complesso da superare da come viene descritto.
Tirando le somme quindi è un libro che decisamente consiglio, una storia scritta molto bene che vi permetterà di entrare tra le sue trame sin da subito. Mike e Gwen hanno dovuto prima perdere una parte di loro stessi per poter finalmente ottenere quello che entrambi hanno sempre desiderato, forse addirittura inconsapevolmente.
“Questa è la normalità, questo è quello che fa la gente comune, che fanno tutti. Vivono. Amano. E lo voglio anche io per me, per lei”
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