Recensione: Black Lynx di Sophie Blackthorne

Lei è la sua preda, lui il suo padrone.

Kailyn Van Cleef pensa che passerà il primo anno di università come una normale studentessa. Deve ancora capire che all’Èlite Northwood University non si viene valutati per i risultati ai test e che le Linci e i Lupi non sono solo animali, ma gruppi segreti in cui verrà trascinata durante la misteriosa festa d’inizio anno.

Mason Lambert sente che questo sarà l’anno buono, finalmente potrà attuare il suo piano di vendetta. È il capobranco delle Linci, nessuno osa disobbedirgli, e quando decide che Kai sarà sua, è certo di ottenere ciò che vuole. Durante la festa fa di lei la sua preda: la bracca, la reclama, le svela che quell’università è più di ciò che sembra.

Lui non si aspettava di trovare una ragazza che gli tenesse testa. Lei non pensava di essere diventata un oggetto: quello che i Lupi tenteranno di rubare, quello che le Linci difenderanno con le unghie e con i denti.

Rumore.

Io e lei, insieme, facevamo un baccano tremendo.

Anche senza parlare, senza gridare, 

senza il respiro nei polmoni, 

eravamo il rumore più assordante.

Amici Fenici buongiorno, rieccoci, nuova recensione, nuova serie. La Lynx Series. Iniziando la lettura sono rimasta sorpresa nel trovarmi di fronte un dark romance, piuttosto che un paranormal, perché sono stata palesemente sviata dalla trama che raccontava di branchi e lotte. Ma addentriamoci meglio nelle dinamiche della storia.

Kailyn è una nuova matricola alla Èlite Northwood University, una scuola per rampolli dell’alta società,  la stessa università in cui va suo cugino e quella che alla sua età ha frequentato anche sua madre. Ed è proprio per lei che, nonostante gli ammonimenti a non iscriversi di suo cugino, decide di segnarsi comunque per scoprire il mistero della morte anomala di sua madre. 

Mason è il figlio del rettore, è temuto e rispettato da tutti, ma più di ogni cosa incute paura per la sua indole aggressiva e la sua instabilità.

Il college però non è l’ambiente scolastico che Kai si aspettava, prepara sì i  ragazzi a ottenere il loro posto nella vita, ma non attraverso i voti, bensì attraverso una vera e propria caccia tra studenti, in cui il premio in palio è un potere, una volta nel mondo, inimmaginabile. Due branchi si contendono il premio: le linci e i lupi. 

Mason è il capobranco delle linci e ha deciso che quest’anno Kai sarà la sua nuova preda. 

«Corri, coniglietto. E quando ti prenderò, non essere gentile.

Perché io non lo sarò con te».

Ma Kai non ha nessuna intenzione di fare da preda, piuttosto ha quella di vincere. 

Il romanzo è molto originale e apre subito con il botto. La lettura incomincia con dei  trigger warning introdotti proprio dallo stesso protagonista maschile Mason (che elencano  tentati abusi, omicidio, voyeurismo, violenza ecc.). 

 La scrittura è scorrevole e senza refusi con  punti di vista alternati tra Mason e Kai.  

Mason è un personaggio particolare: mentalmente disturbato quasi psicotico, pericoloso, violento quando si trova in intimità, con una perversione per il breath play tanto da essere brutale.  I suoi vissuti lo hanno portato a essere un individuo definito dai suoi terapisti pericoloso per il prossimo. E devo dire che il protagonista è stato costruito molto bene,  infatti l’ho adorato. Al contrario, secondo me, della protagonista femminile Kai, descritta con un carattere forte e battagliero per poi farla diventare una sottomessa al primo schiocco di dita di Mason. Tutte le figure secondarie sono state ben integrate all’interno della vicenda tanto da mettere curiosità nel conoscere anche la loro storia.

Misteri, tradimenti, colpi di scena continui lo hanno reso un romanzo adrenalinico. 

Per quanto sia nel complesso ben fatto e ne consiglio la lettura, ho però delle remore su alcune forzature in dialoghi e gesti tanto da considerarli a volte esagerati, al limite o persino irragionevoli.

Quindi non resta che dare a voi la parola, leggetelo e fatevi una vostra opinione, spero che la mia possa, però, esservi stata d’aiuto.