Recensione: “Born to be Bound” di Addison Cain
Titolo: Born to be Bound
Autrice: Addison Cain
Serie: Alpha’s Claim #1
Genere: Paranormal Dark Fantasy, Omegaverse
Editore: Mondadori
Pagine: 202
Data di Pubblicazione: 25 aprile 2021
“Inequivocabilmente cruda e deliziosamente perversa, l’oscura e spietata storia di Shepherd e Claire è un pugno di emozioni allo stomaco!” – Anna Zaires, autrice di best-seller del New York Times
Spietato, esattamente come suggerisce la sua reputazione…
Shepherd devasta sia Claire che la città che ha conquistato, rifiutandosi di lasciarsi sfuggire entrambe le cose.
Ruba l’innocenza di Claire e il suo futuro forzando un legame di coppia con la rara e riluttante Omega.
Violento, calcolatore e incapace di provare rimorso, esige che la sua nuova compagna lo veneri. Esige le sue attenzioni. Esige il suo corpo.”
Consigliato a un pubblico adulto
Ok, fermi tutti! Prendetevi due minuti per guardare la cover di questo libro. L’avete vista? Non è forse bellissima?
Fermi ancora un attimo. Sbirciate la trama, ci vogliono neanche due minuti… letta? Perfetto, ora sfido chiunque a non pensare che questo romanzo non sia assolutamente da leggere (sì, va bene mi rivolgo agli amanti del genere, se preferite altro alzo le mani e mi arrendo, promesso). Sieti intrigati e carichi di aspettative come lo ero io? Benissimo. Ora vi dico cosa penso…
Era da una vita che non mi capitava d’iniziare strafelice un romanzo, in cui già pregustavo una storia da urlo all’insegna del paranormal, con un po’ di dark ed erotismo, per rimanere così spiazzata dal… caos. “Che confusione, sarà perché ti amo”
Ho immaginato che l’autrice, forse, si fosse talmente innamorata della sua opera da non essersi accorta di aver lasciato buchi narrativi qua e là.
Incipit del romanzo:
“Era arrivata fin lì… Gli occhi spalancati scrutavano attraverso la sottile fessura tra il berretto di lana e gli strati di sciarpa sbiadita avvolti intorno alla metà inferiore del suo viso. Nessuno sembrava prestare molta attenzione al suo passaggio, ignorando la creatura nell’enorme cappotto maleodorante, quando esitò in fondo alle ampie scale e alzò lo sguardo verso la Cittadella di Thòlos.” (Tratto dal libro)
Il libro inizia in modo quasi poetico, e fa presagire un periodo temporale diverso da quello che è in realtà; peccato, però, che non sia coerente né con l’ambientazione né, a mio gusto, con il genere scelto di narrare.
Poi tutto cambia, anche la modalità di scrittura che diventa più diretta per descrivere le scene hot, che non mancano decisamente, in cui un aggrovigliamento di membra e un surplus di fluidi corporei la fanno da padrone. Alcune immagini sono risultate, però, davvero troppo schifosine, anche per una come me che è tutto tranne bigotta. Se una si sveglia con il seme del compagno secco incrostato sui capelli, o se i personaggi principali, eccitandosi, creino laghi per terra… ecco, non posso farcela!
La storia si sviluppa in una società ambientata, presumo, ai giorni nostri (a un certo punto spunta una televisione) in cui vi è la lotta tra gli Alpha (non si capisce se siano mutaforma o meno, so dirvi solo che fa più fusa il protagonista che il MainCoon del mio vicino di casa) e la leadership vigente. Esistono le Omega, solo donne, che sono “costrette” a legarsi a un Alpha con il solo compito di compiacerlo sessualmente, in completa sottomissione. Claire, la protagonista Omega, entrerà nella Cittadella per chiedere al maschio Alpha più spietato di tutti, Sheperd, di aiutarla a sfamare le sue compagne, poiché stanno morendo di fame. Peccato che lei sia in calore e, per quanto si sia cosparsa di indumenti sudici e presi da cadaveri, non riuscirà a nascondere il suo odore e finirà col farsi montare da lui. Qui già iniziano i fiumi di seme…
Sheperd è un uomo potente, che la vorrà tenere con sé per i suoi scopi, si legherà a lei e a modo suo farà fuoriuscire, oltre al seme, una sferzata di amore e passione nei confronti della sua compagna. Da qui parte il tema dello stupro. Si avete letto bene, stupro! A tratti ci viene presentato così e in altri momenti come:
“Solo istinti.”
Non sono per niente d’accordo sulla scelta. Capisco che sia solo un romanzo, però nemmeno la Sindrome di Stoccolma arriva a certi livelli! No, non ci sto! “Solo istinti”? Una donna gode durante l’amplesso, perché lui è bravo a farla venire, e per questo, nonostante venga presa contro il suo volere, sono considerati “solo istinti” e non stupro. Rasentiamo la follia!
Al di là della storia, fin troppo semplice e con un conflitto più interiore che materiale, credo che ci siano davvero troppi errori di base. La scrittura cambia nei diversi passaggi, come se il romanzo fosse stato scritto a più mani; non vi è una vera costruzione dell’ambientazione e della trama, che appare solcata da buchi che il lettore deve immaginare, oltre ad alcuni refusi qui e lì, sebbene non siano questi il vero problema del libro.
Peccato, un vero peccato! Trovo che l’autrice avesse trovato l’idea giusta, ma la storia non è stata sviluppata e approfondita al meglio. Poi, va beh, potrei essere benissimo io a non aver capito nulla. È solo un’opinione, la mia, che lascia il tempo che trova.
I personaggi sono sufficientemente delineati dal punto di vista della caratterizzazione, in particolare Claire che, sebbene abbia una personalità talvolta bipolare, riesce a catturarti. Di Sheperd si comprende poco: è come celato nell’ombra, non s’intuiscono le azioni e i propositi né, semplicemente, cosa gli passa in quel cervello da felino.
Questo è il primo volume di una serie, e sono davvero molto indubbio se leggere o meno il seguito… però, se gli altri capitoli della saga migliorassero di gran lunga? La curiosità probabilmente avrà il sopravvento sulla ragione.