Recensione libriRecensioni MM

Recensione: Brainwashed di Nyla K.

Serie: Alabaster Penitentiary #3

Titolo: Brainwashed

Serie: Alabaster Penitentiary #3

Autore: Nyla K.

Genere: Dark romance MM

Editore: Virgibooks

Data di pubblicazione: 30 Agosto 2024

Età di lettura consigliata: +18

La serie Alabaster Penitentiary è composta da:

 

 

Mostro.

È così che mi chiamano.

Chiudete le porte, tenetevi stretti i vostri cari. L’Incisore è a piede libero.

A parte che non lo sono. Sono stato arrestato.

I giorni in cui lasciavo la mia depravazione interiore a briglia sciolta sono finiti. Sono stato spedito in prigione per sempre, una specie di celebrità in quest’inferno oscuro e malsano che chiamano Alabaster Penitentiary.

L’unica cosa che mi resta da offrire al mondo è la mia storia e, sfortunatamente per me, il Direttore ha tutto il resto della mia vita per cavarmela fuori.

Non sono particolarmente entusiasta di essere punzecchiato e infastidito, sottoposto a continui test ed esami. Finché non mandano lui…

Il nuovo dottore è qui per studiare me e i miei crimini. E sto cominciando a pensare che potremmo non essere poi così diversi come sembra. Brama la conoscenza proprio come io bramo il sangue delle mie vittime. Nonostante la sua indole robotica, c’è qualcosa in lui… Qualcosa che voglio.

Ma dovrò stare attento a non soffocarlo a morte.

Dopotutto… è un po’ la mia peculiarità.

** Brainwashed è il terzo volume della serie “Alabaster Penitentiary” di Nyla K. Si tratta di un dark MM doctor-patient romance che contiene elementi potenzialmente molto disturbanti. Si invita a leggere le avvertenze a inizio libro prima di addentrarsi nella lettura, riservata comunque a un pubblico adulto, maturo e consapevole. Sebbene segua le vicende di una coppia a sé stante, si consiglia caldamente di cominciare dai primi volumi della serie – Distorted e Joyless – per evitare significativi spoiler.**

 

 

Felix Darcey è semplicemente spaventoso. Dietro una facciata timida, impacciata, perfino tenera e bisognosa si nasconde l’Incisore, un sociopatico, pluriomicida, capace di una violenza sadica che agisce con un controllo metodico, senza compassione o rimorso. Se l’impossibilità di provare emozioni può spiegare le sue azioni, la lucidità fa pensare che sia consapevole di ciò che sta facendo. Ed è proprio questa particolarità che i medici dell’Alabaster Penitentiary vogliono studiare a fondo, sottoponendolo a pratiche che sfiorano la tortura. 

Come ci si può affezionare a una persona che fa venire i brividi in questo modo? Come si può pensare di sentirsi al sicuro standogli accanto, fidarsi, amarlo per tutta la vita? L’autrice ha creato per lui il personaggio perfetto: il dottor Lemuel Love. 

Psichiatra dalla faccia da poker, un “robot” annoiato dalla banalità delle relazioni normali, talmente razionale e clinico da rimanere distaccato di fronte a racconti di omicidi o mutilazioni (il dubbio che soffra di una psicopatia non diagnosticata ci solletica spesso durante la lettura). La cosa che più di tutto lo stimola è esplorare la mente umana, specie se è anomala, deviata e capace di muoversi seguendo una propria logica. È intrigato dalla capacità di Felix di raccontarsi e spiegare le dinamiche che lo spingono, e fa di tutto per trovare la chiave per entrare in sintonia con lui, lusingando il suo lato narcisista quanto basta, ma lasciando intendere che si aspetta di scoprire molto di più per essere davvero colpito, incurante degli effetti collaterali.

Ma non ho bisogno di essere alterato. Non voglio esserlo. Il mondo ha bisogno di persone come noi. Del male per bilanciare il bene. Dei mostri sotto i letti, della paura. La paura è importante, dopo tutto. Ci ricorda che siamo vivi. Gli esseri umani hanno bisogno di condannare i malvagi per sentire di avere il controllo e fare gli eroi. E va bene così. Ho accettato la mia parte in tutto questo. Io sono il cattivo.

 

Il percorso di psicoterapia durante il quale i protagonisti si conoscono e sviluppano stima reciproca è semplicemente delizioso. Il fascino che li incanta a vicenda, l’abilità di Lem nel manipolare Felix per renderlo collaborante, l’intimità crescente legata alle confidenze e a un ascolto senza giudizi sono tutti elementi che determinano la buona riuscita dell’esame della personalità del sociopatico. 

Felix sente l’accettazione del dottore e, forse, il percepire di essere importante per qualcuno che vuole stare con lui di sua volontà (senza averlo costretto con la morte) è l’unico elemento che potrebbe riuscire a domare l’Incisore. Scorriamo le pagine bramando che Lem abbia davvero le capacità professionali quanto caratteriali per tenerlo sotto controllo e ammansire la sua parte malata senza sopprimerla, per riuscire a instaurare una relazione romantica duratura in cui non sia in pericolo di vita. 

 

“Ti piaccio solo perché sono uno squilibrato. Sono come una creazione fatta in laboratorio… qualcosa di deviato e innaturale che puoi tenere in catene. Non dovresti affezionarti a quella creatura, Lem.” “So che non dovrei…” sussurro. Ma credo di essermici affezionato… Scuote di nuovo la testa, con il volto intriso di sofferenza. “Sto solo dicendo che niente di tutto questo ha importanza. Tanto non potremmo comunque mai… stare insieme.”

 

La passione tra i protagonisti è inaspettata e prorompente, alimentata da un lato, per Lem, dall’essere affascinato fino all’ossessione dalla psiche dell’altro, dalla personalità duplice che si svela sempre più, dal comprendere i suoi gesti e le brutalità compiute. Per quanto riguarda Felix, è confortato dall’ammirazione che riceve, ma allo stesso tempo stuzzicato a impressionare il dottore, a provocare in lui reazioni forti. È proprio il sociopatico a sedurlo per primo, a cercare di sbloccare la sua consapevolezza omosessuale, a pretendere che la loro passione possa essere liberata.

Ma per arrivarci dovranno superare le remore di Lem, che si è sempre ritenuto eterosessuale e fatica a credere scientificamente all’idea del “gay for you”. Questa forte opposizione interiore è ulteriormente enfatizzata da altri temi forbidden, quali il conflitto tra i ruoli medico-paziente, ma anche il deontologicamente scorretto accoppiamento tra sano-neurodeviato. 

Nonostante tutto ciò, l’idea di avere il controllo su un sociopatico pluriomicida è troppo stuzzicante per Lem: lo fa sentire onnipotente e alimenta il piacere per il gioco di tipo Dominante-sottomesso. 

Ne deriva un erotismo molto alto, con un sacco di kink rientranti nella sfera medica, con pratiche sperimentali che mescolano dolore, piacere, tortura, voyeurismo, umiliazione. Non mancano però le prime esperienze gay per Lem e il conforto della tenerezza per due uomini che in passato ne hanno sperimentata ben poca.

 

Ho iniziato questo lavoro pronto a spaccarlo e ad estrarre tutto ciò che lo rende unico, a metterlo sotto un microscopio ed analizzarlo. Non avrei mai pensato che sarebbe finito lui dentro di me… Perché la mia missione nell’incontrare Felix Darcey era quella di aprirlo, ma alla fine è stato lui che ha aperto me, che mi ha dipanato in modi che non avrei mai creduto possibili.

 

Le caratterizzazioni dei protagonisti sono molto tridimensionali, ricche di sfaccettature e di intensità emotiva che risvegliano nel lettore una profonda empatia e coinvolgimento. Gli archi di crescita che prendono in carico i loro traumi, desideri, paure e difficoltà da superare sono perfettamente delineati, trovando nell’altro l’esatto elemento catartico che li sublima. I protagonisti risultano esattamente ritagliati l’uno sugli spigoli dell’altro, con tanto di pregi, difetti e abominevolezze, sui lati teneri quanto su quelli perversi, sadici e pericolosi. 

La suspense non è calibrata in modo altrettanto ottimale, lasciandoci con un finale un po’ troppo prevedibile che mette a dura prova la credibilità, nell’intento di aggiungere pepe in modo artificiale.

Purtroppo, nonostante tutti gli ottimi elementi elencati finora, come già accaduto nei primi due libri della serie non mi sono trovata in sintonia con lo sviluppo dell’intreccio. Credo che si sarebbe potuto giocare di più con la carta dello psichiatra che entra nella testa del paziente (da cui il titolo Brainwashed). Sarebbe bastato nascondere buona parte del punto di vista di Lem creando maggiore ambiguità nei suoi sentimenti romantici per regalare più suspense e un climax finale ricco di dramma. 

Ne risulta una lettura, per quanto resa piccante da kink violenti e dark, tutto sommato romantica, appagante e poco conflittuale, che permette, sì, di lasciare spazio a tematiche complesse come quella dell’identità sessuale, ma che ci priva di fuochi d’artificio finali e di una tensione ben dosata.

 

  🔥: perversioni, torture e umiliazioni ma anche prime volte e romanticismo 
❤️: sentimenti ossessivi, personalità ritagliate una sull’altra.

Valutazione

voto

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio