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Recensione “Una calda estate in Texas” di Lisa Kleypas (serie Travis #3)

Nonostante l’infanzia passata in una famiglia difficile, Ella Varner è riuscita a crearsi una vita serena, accanto all’affettuoso Dane e con un lavoro che ama: tiene una seguitissima rubrica di consigli su un giornale. Quando qualcuno ha un problema, scrive a Ella, e lei ha sicuramente una risposta. Ma quando è Ella ad avere un problema? Per esempio, quando la disastrata sorella Tara spunta fuori dal nulla per affidarle Luke, il figlioletto appena nato, e poi scompare? Con il suo spirito pratico, Ella si presenta da colui che tutti indicano come il padre di Luke, il miliardario Jack Travis. Un playboy impenitente, un uomo che guida sempre troppo veloce, vive troppo pericolosamente, e ama troppe donne. L’incontro tra i due sarà a dir poco esplosivo…

Terminato il terzo romanzo di questa serie, devo ormai ammettere due cose: sono pazza di Houston, delle sue strade trafficate, dei suoi quartieri affollati, del caldo e della ricchezza opulenta che questi texani amano tanto ostentare; e sono completamente cotta dei Travis.

Chi potrebbe mai resistere al fascino di questi uomini tutto muscoli, testosterone, ironia e passione dirompente? Chi si azzarderebbe a non fare carte false per maschi in grado di sopportare qualunque difficoltà, qualunque difetto, qualunque situazione per quanto complicata, solo per amore della propria donna?

Gage e Jack, e anche Hardy Cates, sebbene non faccia direttamente parte della famiglia, sono la prova provata che gli uomini migliori sono quelli inventati dalle donne. E sono la risposta ai nostri sogni più segreti, al desiderio tutto femminile di poter scaricare il peso delle fatiche quotidiane sulle spalle ben piazzate di un cavaliere che non indietreggia davanti a nessun ostacolo e che, se ci vede un po’ stanche, ci infila solerte in una doccia extra lusso, e ci lava sotto un getto d’acqua bollente.

Ella Varner, invece, non sembra condividere il pensiero di tutte le donne del pianeta, e fa di tutto per resistere alla corte spudorata di Jack Travis.

D’altra parte, la Kleypas non è altrettanto generosa con i suoi personaggi femminili, e per giustificare l’inghippo che tiene in piedi l’impianto narrativo del romanzo, tira in ballo traumi infantili e una figura materna da incubo, talmente imbarazzante da risultare quasi improbabile.

Ella non ama il rischio, e ha paura di lasciarsi andare al sentimento che prova per Jack perché è convinta che tutte le persone a cui vuole bene prima o poi la lasceranno sola, e anche perché è cresciuta senza una vera figura paterna di riferimento, fatta eccezione per gli uomini che sua madre portava a casa.

Questo, però, ha l’effetto collaterale di ingessare la storia, di creare stalli innaturali dove non dovrebbero esserci, che ti impediscono di parteggiare per la protagonista e che, più che altro, ti fanno venire voglia di prenderla a sberle.

Fortunatamente c’è un’altra storia d’amore per cui fare il tifo, un tifo sfegatato nel mio caso, e cioè quella fra Ella e il nipotino Luke.

Ella, neanche a dirlo, non vuole figli, e di certo non pensa di poter essere una buona madre dopo l’esempio avuto durante la sua infanzia, ma quando si trova costretta a prendersi cura di un neonato, le cose cambiano drasticamente.

Il sentimento che sboccia fra questa donna che non è una madre, e questo bimbo che non è suo figlio è così tenero, totalizzante e puro da far commuovere. E fa riflettere sul fatto che l’amore alle volte non è questione di sangue, ma solo di cuore e di istinto.

È per il loro lieto fine, per Ella e Luke, che ho divorato le pagine una dopo l’altra, lo confesso.

E in fondo penso che, a dispetto del titolo, per noi lettrici non sia importante tanto l’aspetto sensuale e passionale dell’amore, quanto il modo in cui riesce a cambiarci, a migliorarci e a renderci felici. Di qualunque amore si stia parlando.

recensione a cura di

 

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Voto di Barbara Schaer 3.5

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