Recensione: Carezze sul marmo di Violet Calwind

TITOLO: Carezze sul marmo

AUTORE: Violet Calwind

GENERE: Romance storico 

EDITORE: Harmony

Firenze, 1469
Da quando è rimasta sola, Matilde sembra aver perso la speranza di avere una vita felice. Il destino però la sorprende e ha le magnifiche sembianze di Federico Albaresi, noto scultore fiorentino. Salvandola da una vita di stenti, la porta a vivere a casa sua; non solo, accortosi del grande talento di Matilde come pittrice, la incoraggia a coltivarlo. Divorata dalla febbre artistica, lei scopre un altro tipo di passione, più carnale. Peccato che il cuore di Federico sia misteriosamente diventato di pietra, come le sue statue. Ma un segreto può davvero dividere quello che la magia dell’arte è stato in grado di unire?

La scelta di un Harmony è sempre una certezza e garanzia di una lettura spensierata e piacevole.

Questo libro mi ha fatto provare un senso di dolce malinconia per l’ambientazione storica interessante e la descrizione affascinante di uno spaccato dell’Italia nel 1469, nella Firenze dei Medici, una città ricca di artisti e talenti prestigiosi.

Matilde, rimasta orfana dopo la morte di peste di tutta la famiglia, fa la serva in una locanda dove è chiaro che è fuori luogo per la bellezza e i modi delicati che la contraddistinguono in confronto agli avventori che frequentano il posto.

Federico Alberesi è un noto scultore che trovatosi di passaggio la nota e non perde occasione per salvarla dalle grinfie dell’oste manesco e in procinto di darle una severa punizione.

La bella presenza di Matilde suscita nell’uomo l’idea di farla posare come modella per le sue opere e così la porta a casa sua con l’accordo di darle un lavoro come domestica.

La nuova sistemazione è più di quello che Matilde si sarebbe mai aspettata, un tetto sulla testa e un ambiente familiare confortevole. La nostalgia della famiglia perduta e i ricordi della vita passata accompagnano Matilde costantemente e la rendono desiderosa di amore e protezione.

È facile innamorarsi e concedersi al bel gentiluomo che le ha fatto battere il cuore. Anche se ingenua e illibata, Matilde sente che lui è l’uomo giusto. Le insegnerà a leggere e scrivere, ad avere fiducia in sé stessa, a guardarsi dentro e valorizzarsi. Scoprirà di avere un talento naturale per la pittura e a usarlo per guadagnarsi i suoi soldi, come un qualsiasi uomo (anche perché all’epoca le donne potevano farlo solo per diletto).

Il trasporto naturale e coinvolgente fra i due amanti li accompagnerà per diversi anni, con una routine familiare appagante e felice, tranne che per Matilde a cui mancherà sempre la coronazione di questa felicità con la benedizione del matrimonio. In un periodo storico come questo, è chiaro che alla ragazza non basta essere una donna e compagna a metà. 

Federico però, nasconde un segreto che farà crollare tutte le certezze della poveretta, che arriverà a fare la scelta più disperata di scappare abbandonando tutto ciò che era diventato casa. Ma la libertà può avere delle sembianze illusorie e contenere catene invisibili.

Il messaggio è forte, parla di amore vero, alla pari, senza restrizioni o false illusioni. E quando verrà contesa e conoscerà un’altra sfaccettatura della parola amore, Matilde sarà perduta per sempre perché ne capirà la differenza.

La scrittura è corretta e scorrevole, la narrazione intrigante e coinvolgente. Tra le righe si percepisce chiaramente quel sentimento sincero che ricorriamo un po’ tutti e io, da eterna romantica, ne riesco ad assorbire la beatitudine.

Mi è piaciuto il connubio fra ambientazione storica e pensiero moderno, un particolare originale che apre la mente e fa riflettere su un mondo antico che poi non si discosta molto da quello attuale.

Interessanti le caratterizzazioni dei personaggi secondari, come la cuoca fedele del marchese che è come una mamma per lui e diventerà una confidente per la cara Matilde.

Un’altra figura importante arriva dal passato e crea quel movimento nella storia che mi ha sorpresa e intrigata. 

Complimenti all’autrice e abbandonatevi alla lettura, non ve ne pentirete.