Recensione: Chicago Med – 6×13
Chicago Med è arrivato al tredicesimo episodio dal titolo “What A Tangled Web We Weave”. Cosa ne penserà la nostra Mareli? Leggiamolo insieme.
Come nella puntata precedente, anche questa volta ci sono tanti spunti e nessuna soluzione.
Will viene a sapere che è scomparsa dall’ospedale una parte dei medicinali di un paziente in trial e lui ne è responsabile. Quello che non sa è che è stata Natalie a prenderli e a darli di nascosto a sua madre. La donna, che al momento soffre di una tosse persistente, preoccupa molto Manning. Infatti, arrivando addirittura a mentire a Halstead, la dottoressa cerca di capire se la tosse è parte dei sintomi che un paziente del trial può avere.
Queste sue continue bugie con Will sono brutte e pericolose. Sta mettendo in una pessima situazione l’ex fidanzato e anche Crockett sta cominciando a pensare male di lei, in quanto sente di aver perso la sua fiducia.
Arriva in ospedale un bimbo investito in bicicletta da un’auto. Non si tratta della solita vettura pirata, a bordo della macchina c’era la direttrice Sharon Goodwin, terrorizzata da quanto è successo. Purtroppo è subito chiaro a Choi che le condizioni del piccolo sono molto gravi. Non indossava l’elmetto e ha subìto un colpo molto forte, sbucando in mezzo alla strada all’ultimo minuto. Fortunatamente per la Goodwin le telecamere del traffico hanno ripreso l’incidente e la donna viene totalmente scagionata. Resta il fatto che il bambino era da solo, di notte, senza nessun adulto che lo controllasse.
Halstead e Manning si occupano di una donna con dolori addominali, che ha talmente fretta di tornare al lavoro da escludere categoricamente l’intervento suggerito invece da Marcel, chiamato a consulto da Natalie. Questo crea un’antipatica situazione, in quanto Will e Crockett si contraddicono a vicenda davanti alla paziente. Una volta usciti dalla camera i due si affrontano senza risolvere nulla. È chiaro che per entrambi Natalie è il principale motivo dello scontro.
Come sappiamo Maggie sta indagando sulla figlia avuta a sedici anni e che ha dovuto dare in adozione. In realtà ormai sa molto di lei, compreso il nome e, desiderando vederla, la cerca. Quale sorpresa quando scopre che la ragazza sta frequentando una scuola da infermiera, esattamente come lei! Non riuscendo a trattenersi la ferma, fingendo di avere bisogno di indicazioni, e le parla per qualche minuto. Qualche tempo dopo, però, la vediamo affacciarsi sulla porta dello studio dello psichiatra per parlarne. Charles si dimostra molto comprensivo, ma fa notare che il comportamento della donna non è stato etico. Maggie promette, più che altro a sé stessa, che non la cercherà più.
Archer e April si occupano di un paziente che arriva al PS per l’ennesima ostruzione urinaria. Il medico lo liquida velocemente con la richiesta di inserimento di un catetere, ma la donna gli fa notare che l’uomo ha già subito la procedura diverse volte senza grossi risultati e suggerisce invece l’inserimento di un tubo all’altezza del pube che servirà a svuotare comunque la vescica. Subito Archer non le dà ascolto, ma Choi, che conosce la situazione, dopo un po’ avvicina il collega e gli suggerisce di procedere con l’inserimento del tubo.
A questo punto Archer chiede ad April di assisterlo, ma poi, durante la procedura, domanda all’infermiera che sia lei stessa a effettuare la piccola operazione: April è titubante, non è di sua competenza, ma il medico insiste. Purtroppo la ragazza si fa prendere dal panico, Archer di primo acchito non tenta neppure di aiutarla e solo davanti alla paura della donna interviene.
April si arrabbia con il dottore accusandolo di averla costretta a una manovra che non le competeva e di aver addirittura rifiutato di aiutarla, se non quando la situazione si era fatta seria. Choi, dal canto suo, si rende conto che il suo vecchio insegnante sta facendo un sacco di turni in più e si preoccupa. Ha già verificato in prima persona che Archer soffre di disturbi post-traumatici e ne parla con Charles, il quale sollecita il nuovo collega a un colloquio.
La Goodwin, in preda ai sensi di colpa, parla con la madre del bimbo investito, rivelando di essere lei la donna al volante. Ovviamente la reazione della signora è di rabbia e le cose si complicano. Fortunatamente l’intervento sul piccolo riesce e la prognosi è favorevole. La madre, però, viene denunciata ai servizi sociali perché, lavorando di notte, lascia soli i bambini. Da qui l’investimento del piccolo. Quando la Goodwin lo viene a sapere propone alla donna un lavoro diurno in ospedale, che le permetterebbe di rimanere con i suoi figli di notte.
Messa alla strette da Marcel, Natalie si rifiuta di proseguire con la relazione, il medico è molto scosso, ma non si rende conto che la donna è in una situazione di forte stress e non vuole rivelare neppure a lui di aver sottratto indebitamente il farmaco del trial.
Insomma ci sono un sacco di cose in moto. Sono preoccupata per Natalie, che ha fatto una cosa gravissima e, pur comprendendo la sua situazione, non riesco a immaginare come potrà uscirne senza mettere ulteriormente nei guai Will!
Alla prossima puntata di Chicago Med!