Recensione: “Per combatterti” di Chiara Cilli (Blood Bonds vol. 5)
Nella mia mente sento ancora il riverbero delle frustate.
Ogni giorno i segni sulla mia pelle mi ricordano quello che lui mi ha fatto.
Ho dovuto lasciarla, o saremmo morti.
Credevo sarebbe tornato per portarmi via. Ma non l’ha fatto.
Ora devo concentrarmi sul mio scopo.
Ora appartengo alla Regina.
È arrivato il momento di punire coloro che mi hanno fatto del male.
Il momento di affrontare il mio primo incarico è arrivato.
Non importa se mi ritroverò Nadyia tra i piedi.
Ma non sarò mai in grado di uccidere colui che ho amato.
Avrò la mia vendetta.
Il secondo volume della storia di André e Nadyia si apre con i segni delle frustate in via di cicatrizzazione sulla schiena di lei e il tormento di lui per essere stato costretto ad abbandonarla alla mercé di Neela Šarapova. Mentre nel cuore di André infuria la battaglia tra i sentimenti che prova per la sua ex allieva e la necessità di tornare ad essere gelido, spietato e insensibile per portare avanti la sua vendetta; Nadyia tenta di convincersi che il proprio abbandono sia stata l’unica scelta che l’uomo che ama abbia potuto fare per salvarla, nonostante una sottile e incessante vocina le bisbigli di continuo che la verità è ben più crudele.
Su questo scenario di travagli interiori e lotta per la sopravvivenza, Nadyia viene chiamata alla missione finale per completare il suo addestramento: uccidere una volta per tutte la sua umanità, rendendola così la perfetta guerriera della regina. Da qui prende vita in lei una subdola attrazione per il potere di dispensare vita e morte, la scalata dell’istinto a dominare le proprie emozioni fino a non sentire più nulla, l’eccitazione della vittoria sulla sfida con cui la regina e il suo generale Ekaterina tentano di annientarla.
Intanto, André prosegue inesorabile la sua vendetta contro i mostri del suo passato, seminando violenza e spargendo sangue. Ed è proprio nel corso della sua missione vendicativa che i due protagonisti si incontrano di nuovo, questa volta inaspettatamente, e sono costretti a scegliere chi essere in modo definitivo. Nadyia si ostina a rimanere aggrappata a ciò che resta della sua vecchia vita e agli affetti del suo passato; André invece vuole salvarla a tutti i costi da se stessa, perché seguire la propria debolezza significherebbe per lei la morte. La decisione del fratello minore dei Lamaze, tuttavia, comprometterà profondamente il legame con la donna che ama, spingendola proprio nelle grinfie di colei da cui vorrebbe proteggerla.
Lo stile di Chiara Cilli mantiene le consuete caratteristiche di essenzialità, in alcuni momenti risulta lapidario, caratteristica funzionale alla suspense che tenta di imprimere alla narrazione. Purtroppo, però, nel corso del quinto libro della serie ho sentito un certo bisogno di diversità, qualcosa che renda lampante la differenza tra la storia di André e Nadyia e quella di Henri e Aleksandra. So per certo che tenere alti il coinvolgimento e la tensione del lettore è la sfida più grande e proprio per tale motivo mi sarebbe piaciuto leggere una variazione anche solo nella costruzione della prosa. Qualcosa insomma che lasci un tocco incisivo e sorprendente, che caratterizzi lo svolgimento degli eventi e li renda particolari rispetto alla vicenda precedente.
Buona l’idea di lasciare sospesi tra le righe piccoli indizi che, confido, sveleranno colpi di scena nel capitolo successivo: il segreto condiviso da André ed Ekaterina; il misterioso passatempo di Armand, che lascia tracce scure sotto le sue unghie. Intanto anche Henri sembra aver fatto il suo ritorno in seno alla famiglia, con tutta l’intenzione di proseguire con i suoi disegni rivalsa.
A questo punto non ci resta che aspettare il prossimo conclusivo capitolo della storia, in attesa di scoprire quale finale l’autrice ha riservato agli Andyia.
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