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Recensione: Come ombre nella notte di Mary Durante

Serie: Shadows Vol. 1

Titolo: Come ombre nella notte

Serie: Shadows Vol. 1

Autrice: Mary Durante

Genere: Romance BDSM MM

Editore: Self

Data di pubblicazione: 22 settembre 2023

Età di lettura consigliata: 18+

La serie Shadows è composta da:

  • Come ombre nella notte vol.1
  • Come un brivido nel buio (Shadows Vol. 1.5)
  • Come un marchio sulla pelle (Shadows Vol. 2)
  • Sulle orme dei poeti (Shadows Vol. 3)
  • Oltre gli echi del dolore (Shadows Vol. 4)
  • Alle porte del domani (Shadows Vol. 5)(inedito)
  • Behind the Shadows (Shadows Vol. 5.5)(inedito)

In un mondo dove le inclinazioni del BDSM influenzano il comportamento e la natura di ogni persona, Matt Steels è uno dei Dom più potenti e invidiati della sua generazione.
Informatico geniale e miliardario amante degli scandali, trascorre le sue serate passando da un sub all’altro, almeno finché una notte non si ritrova a salvare un uomo da un gruppo di criminali.
Quello che non sa è che l’uomo in questione è uno dei ricercati più pericolosi degli Stati Uniti, un assassino conosciuto come Lucifer, con fin troppi scheletri nell’armadio e la lingua tagliente quanto i suoi coltelli.
È questione di un attimo, di un bacio scambiato con labbra sanguinanti, e tutto cambia.
Perché quella notte Lucifer ha scoperto il suo segreto. E, per quanto pericoloso, quell’assassino potrebbe essere esattamente ciò di cui Matt ha bisogno.

ATTENZIONE: Questo libro era stato precedentemente pubblicato nel 2017 da Quixote Edizioni. Questa seconda edizione presenta una cover diversa ma ha lo stesso contenuto, al netto di qualche sistemazione stilistica e di un’illustrazione inedita.

 

 

Identificare pubblicamente ogni cittadino in una categoria, Dominante o sottomesso (con buona pace per i vers), è l’elemento chiave di un mondo distopico in cui è ambientata la serie Shadows. La società diventa un laboratorio perfetto per esplorare l’interazione tra persone Alpha e beta e il modo in cui potrebbe degenerare il rapporto di forza basato su testosterone e prevaricazione. 

Un aspetto poco esplorato che ho trovato una metafora molto attuale, quello sui pregiudizi che accompagnano la vita e le relazioni sia delle personalità esuberanti, forti e determinate così come di quelle più timide, umili e sensibili. 

L’opinione che ci si forma relazionandosi con gli altri, normalmente istintiva e mediata dal tentativo di non giudicare troppo presto l’interlocutore, o perlomeno di non farlo sulla base della sua personalità, diventa in questo mondo alternativo non solo lecita, ma addirittura una premessa per definire il valore sociale delle persone: chi è sensibile e remissivo non può essere un buon leader; chi può essere rimesso al proprio posto con atteggiamenti autoritari non merita autonomia e libertà d’azione, pertanto è giusto immaginare che chi ha una personalità debole si trovi più a suo agio in una posizione subalterna, soggiogata, dedita al compiacere gli altri, o meglio il proprio padrone (o il familiare maschio più autorevole, possiamo immaginare), e che non sia necessario aspettarsi una sua opinione. Una mentalità, purtroppo, che non ha inventato Mary Durante ma che ci accompagna da secoli, dai ginecei greci in poi. 

La storia può essere letta come un tentativo di rivalsa per dimostrare che anche chi non è per natura aggressivo o virile può esprimere delle potenzialità sul lavoro come nella vita, una lotta per l’accettazione e il diritto di essere rispettati. 

La rivelazione che ho avuto grazie alla particolare ambientazione del romanzo è che, nonostante sia chiaro (in quel mondo ma anche nel nostro) che appartenere alla categoria Dominante sia socialmente più accettabile e renderebbe la nostra vita più facile e più di successo, è la biologia a definirci più che la mancanza di tentativi per cambiare noi stessi, ed è sacrosanto accettarci ed essere accettati per quelli che siamo. Allentare il peso di questo senso di colpa per l’incapacità di adeguarci alle aspettative di una società competitiva e individualista è stato un effetto inaspettato della lettura.

Ho ritrovato nella fatica di Matt nel mostrarsi più Dominante di quanto non gli fosse naturale delle sensazioni vissute quotidianamente, come il fatto di essere influenzati nostro malgrado da atteggiamenti ed espressioni di interlocutori che con la comunicazione non verbale riescono a intimorire, dare sicurezza o plagiare gli altri. Essere nati con una sensibilità particolare a questi segnali non è una colpa né una debolezza: si è ciò che si è. 

Matt, il protagonista, è un genio dell’informatica e ha brevettato degli oggetti per difendersi dalle influenze di sguardi o gesti dominanti capaci di provocare istintivamente reazioni di sottomissione, nel tentativo di mascherare la sua vera natura e non vedersi privato da certi privilegi e autonomie. Ma nonostante tutto, nel profondo, rimarrà sempre l’uomo che è nato per essere, ed è proprio questo suo lato sensibile e irriverente che cattura Lucifer, un assassino con cui incrocia il cammino.

Il modo in cui in due uomini si incontrano (durante una lotta, e poi nel mistero della notte, di nascosto) trasuda quel pizzico di pericolo e di proibito che rende molto intrigante la nascita della loro relazione. Dover svelare a Lucifer le proprie preferenze naturali e doversi mettere a nudo per lui cogliendo l’opportunità di sperimentare per la prima volta la cessione del comando rappresenta un rischio che Matt è disposto a correre.

«E non ti senti in pericolo in mia presenza?» Paura. Brividi lungo la schiena, stretta allo stomaco, desiderio di scappare via, di salvarsi da una minaccia. Solo che Matt non voleva. Quell’assassino gli regalava l’adrenalina del pericolo e l’eccitazione del proibito, e lui non era mai riuscito a resistere alle tentazioni. «Meno di quanto dovrei, immagino.»

Le caratterizzazioni sono a mio avviso fenomenali. 

Matt ha una voce narrante molto piacevole. È un sub, ma non è querulo o autocommiserante: essendosi sforzato per tutta la vita di nascondere la sua vera natura, è oggi capace di farsi valere e ha un ruolo importante nell’azienda che ha fondato lui stesso. È un genio e ha abilità strategiche impensabili. Non mostra mai una vulnerabilità così esasperata da far intendere che non sarà capace di farcela da solo. Ha un passato drammatico, ma viene inserito nella trama al momento giusto. Le vicende sono narrate solamente dal suo punto di vista, per questo Lucifer rimane una figura quasi iconica: un Dom attento, amorevole, deciso quando serve ma capace di restare entro i limiti, scrupoloso, paziente. Riesce a conquistarsi velocemente la fiducia di Matt, che ne rimane attratto e stuzzicato fin da subito. Lui stesso inizia a provare lo stesso attaccamento e, nonostante gli impedimenti dovuti al suo lavoro, desidera sempre più intimità, più incontri, più sesso. Anche se sappiamo da subito che è un assassino ricercato, il suo mestiere non determina ciò che è: Matt lo apprezza per come lo tratta, per quanto lo rispetta, per il modo in cui ripaga la sua cessione di potere. Sembra a tutti gli effetti l’uomo perfetto, fino a quando non rivela a sua volta le proprie debolezze. Nascondere il suo punto di vista è funzionale a creare aspettativa per ulteriori sviluppi sul finale. È un’architettura ben pensata, che non priva il personaggio di spessore, ma lo lascia crescere al momento giusto, lasciando spazio affinché possa rivelarsi del tutto in un secondo momento.

Lo irritava in modo fin troppo personale scoprire che Lucifer non lo considerasse nemmeno un possibile aspirante al rango di amico. Il Dom smise di percorrergli la pelle con le unghie e invece gli affondò le dita nei capelli, tirandoli appena. «Tu sei mio, Matt. E io non metto in pericolo ciò che possiedo.» A distanza di intere settimane dal loro primo incontro, doveva ancora comprendere come venire considerato una proprietà potesse dargli una simile soddisfazione.

Ci sono molti momenti bollenti, anche perché la trama non è così complessa da portarci molto lontano dall’appartamento di Matt, ed è vero che i ruoli Dom e sub rientrano nel lifestyle BDSM, ma le scene erotiche non toccano livelli di perversione particolari e non sono eccessivamente descrittive. Possiamo trovare del bondage e lo scambio di potere, ma più che racconti dettagliati di posizioni, ci si sofferma sul modo in cui Matt si abbandona a Lucifer e sul modo in cui il Dom riceve fiducia dal sub. La storia percorre l’evoluzione del loro legame, con particolare attenzione al senso di benessere che provano nell’essere se stessi, sia in camera da letto che fuori, e nel poter essere amati nel modo in cui desiderano, oltre al senso di pienezza del non doversi più nascondere al mondo.

Proprio questo aspetto rende la lettura molto appagante: non tanto il livello di piccantezza, di drammaticità o di suspense, quanto il senso di pace che regala il sentirsi a proprio agio nella propria vera personalità, il non dover avere per forza tutto sotto controllo e l’avere un’altra persona che può guidarci in un momento piacevole con la consapevolezza che si prenderà cura di noi.

Nel complesso, ho avuto la sensazione di un finale incompleto per la mancanza di alcuni elementi, (e in effetti la vicenda terminerà in “Come un Marchio sulla Pelle” – Shadows #2), ma l’epilogo proposto è comunque soddisfacente: fuori dagli schemi, senza banalità, nel quale i protagonisti dimostrano attenzione, interesse reciproco e desiderio di restare insieme.

Si tratta di una riflessione introspettiva e sociologica acuta, amplificata artificialmente dalle distorsioni di un mondo distopico, contro i pregiudizi che considerano le persone che non sono Alpha di minor valore.  

Hot 🔥 : tante scene poco descrittive
Sentimento ❤️: tantissimo
Violenza ⚔️: nessuna

 

 

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