Recensione: Cose da ragazzi di Adam Sass
Autore: Adam Sass
Genere: Commedia romantica MM
Editore: Sperling & Kupfer
Data di pubblicazione: 25 giugno 2024
Micah Summers ha tutto: bellezza, popolarità e un’anima da sognatore. Ma nasconde un segreto: è troppo timido per chiedere a qualcuno di uscire con lui. La soluzione? Instagram, dove condivide i disegni dei suoi ragazzi immaginari, trasformando ogni sua cotta in un’opera d’arte. Ne ha collezionati ben 99, e i suoi follower aspettano con impazienza l’arrivo del numero 100. Così, quando durante un viaggio in metro incontra un ragazzo sexy da morire con una giacca di pelle vegana e una pila di libri tra le mani, è sicuro che si tratti di quello giusto. Ma prima che riesca a chiedergli il numero, il ragazzo scende dal vagone, dimenticandosi però la sua giacca ricamata… Un’occasione che Micah non può lasciarsi sfuggire! Decide così di intraprendere una ricerca tra le strade di Chicago per ritrovarlo. Scoprirà che le relazioni nella vita reale certamente non sono come nelle favole… Ma forse l’amore potrebbe essere più vicino di quanto immagini, proprio sotto ai suoi occhi.
La prima cosa che colpisce di questa commedia romantica è lo stile molto fresco, scorrevole, moderno, narrato in prima persona.
Il protagonista è Micah, uno studente praticamente vergine alle prese con la timidezza. È un sognatore: vede rosa ovunque, e ogni ragazzo affascinante che incontra incarna un possibile principe azzurro. Dopo averne idealizzati 99, senza essere riuscito a trovare il coraggio di chiedere un appuntamento, decide di puntare tutto sul “Boy 100”.
Anche se non ho ancora trovato il mio Boy 100… non riesco a smettere di pensare a lui. Chi è. Che aspetto ha. Ho già un sentimento dentro di me. Devo solo trovare il ragazzo che corrisponde a questo sentimento
Interessante la strategia che riesce a mettere in atto per superare le sue insicurezze: la conquista del primo appuntamento è di per sé un’avventura romantica, una caccia al tesoro, una lotta contro il drago che tiene la damigella rinchiusa in una torre.
L’evoluzione della trama è sì romantica, ma allo stesso tempo anche brillante e divertente.
Micah sogna di vivere la sua relazione come una vera e propria fiaba, ed è così fortunato da incontrare un ragazzo in grado di fargli vivere proprio questa magia. Sperimentiamo con lui molte le prime volte, la dolcezza, il romanticismo, l’eccitazione e l’euforia per esperienze un po’ pazze che verranno ricordate per tutta la vita.
Grant è semplicemente meraviglioso, sembra davvero caduto dal cielo. È simpatico, dolce, comprensivo, divertente e anche molto empatico. Adora il ragazzo goffo che ha fallito 99 tentativi prima di lui, e riesce a trovare la modalità giusta per farlo sciogliere e metterlo a suo agio.
A differenza dei miei amici, non ho per nulla smesso con le fiabe perché non penso che siano sciocche o false. Per un ragazzino solo e gay come me, possono sembrare vere come qualsiasi altra cosa, soprattutto perché sono io a controllarne la storia. Nella realtà sono un disastro totale. Non riesco a parlare. Non riesco nemmeno a guardare negli occhi il tipo che mi piace. Non controllo un bel niente. Ma nelle fiabe, l’amore può essere idealizzato quanto voglio. Posso essere chiunque. Quando disegno sono me stesso.
Un altro tema affrontato è quello della notorietà: Micah è figlio d’arte (il padre era famoso e ha partecipato a un reality show). Questo l’ha esposto mediaticamente e gli ha provocato attacchi di panico e un eccesso di riservatezza. Per quanto sia un artista che pubblica i suoi lavori su Instagram, lo fa in anonimato.
Ma quando si mette insieme a Grant, il suo Boy 100, esce allo scoperto. Si ritrova all’improvviso sotto ai riflettori, con un senso di disagio crescente. Assistiamo alle conseguenze dell’essere sovraesposto, con effetti che non risparmiano le persone che lo circondano. Le sue relazioni con gli altri ne risentono in qualche modo, perché il pubblico non si limita a chiedere selfie e a pubblicare scatti rubati, ma rende virale qualsiasi notizia, reale o artefatta, tanto da influenzare, volente o nolente, anche la sua vita quotidiana. Per non contare che l’ultima cosa di cui Micah ha bisogno è che qualcuno sfrutti la sua notorietà per farsi a sua volta conoscere, usandolo come se fosse un mezzo.
Di certo non li ho trattati come persone reali che avrei potuto far soffrire. Mi sono divertito con questa storia dei fidanzati immaginari per così tanto tempo che ho dimenticato che uno vero avrebbe implicato delle responsabilità. Una vera posta in gioco. Quando ami qualcuno, ti apri alla possibilità di ferirlo con la stessa forza di quell’amore. L’ho capito troppo tardi.
E poi c’è il percorso di crescita di un ragazzo timido, che crea arte in anonimato, vergognandosi di farla vedere perfino ai suoi migliori amici, che costruisce via via sempre più fiducia in se stesso e nel proprio valore.
La crescita di Micah lo porta a capire che finora è stato più innamorato dell’idea dell’amore che della persona che sta con lui. Il vedersi in una fiaba, a braccetto con un principe azzurro perfetto, gli ha impedito di porre attenzione, ascoltare, vedere davvero il ragazzo che aveva di fronte, la sua personalità, l’identità, i desideri, le aspettative, le paure, le imperfezioni, gli ostacoli interiori. In una relazione idealizzata in cui il partner è personificazione della sua immaginazione (una figura sognata e messa a punto nella sua fantasia nell’arco di anni) mancava il dialogo, l’ascolto, il confronto, la curiosità di conoscere davvero l’altro. Ma lui non poteva saperlo senza aver prima sperimentato dal vivo una relazione romantica.