Recensione: “Crudelia De Mon. La mia vera storia – Villains #1” di Serena Valentino
Titolo: Crudelia De Mon. La mia vera storia
Autrice: Serena Valentino
Serie: Villains #1
Genere: Avventura
Editore: Giunti (Disney Libri)
Pagine: 179
Data di Pubblicazione: 26 maggio 2021
Come hanno fatto i cattivi dei film Disney a diventare tali?
Nei romanzi di questa collana, i classici Disney rivivono in una versione inedita e appassionante, ricca di mistero, emozione, pathos e avventura, perfetta per evidenziare tutto lo spessore emotivo dei protagonisti e portare alla luce anche i lati più nascosti della loro personalità.
“I cuccioli, dite? Presto arriverò anche a quella parte del racconto…”
Potreste pensare di conoscere già la storia: una giovane coppia innamorata, due cani fedeli, una cucciolata di dalmata. E poi una creatura malvagia determinata a trasformare quelle tenere bestiole in una bella pelliccia a macchie.
Ma chi era veramente quella brutta persona, quel mostro, quella rovina famiglie? Forse una donna con una storia alle spalle? Forse prima del rovinoso incidente che mise fine alla sua carriera di rapitrice le era capitato qualcosa? Forse anche lei aveva amici, affetti e sogni da realizzare che poi si sono infranti?
Dopotutto, le cose non sono sempre e solo bianche o nere…
Crudelia De Mon Crudelia De Mon
Farebbe paura perfino a un leon
Al sol vederla muori d’apprension
Crudelia Crudelia De Mon
È più letale lei d’uno scorpion
Crudelia Crudelia De Mon
Crudelia fa l’effetto di un demonio
E dopo il primo istante di terror
Ti senti in suo poter e tremi al sol veder
Gli occhi di felino predator
Quel mostro inuman, crudele vampir
Dovrebbe per sempre dal mondo sparir
Che gioia allora, che soddisfazion, Crudelia, Crudelia De Mon
(Testo della canzone di Stefano Bollani)
Care Fenici, chi ha avuto il piacere di guardare il film d’animazione, La Carica dei 101, ricorderà sicuramente il divertente motivetto (sopra riportato) che compone Rudy (nel film) pensando a Crudelia De Mon, scommetto che lo state pure canticchiando, come me del resto. La canzone non si distacca poi tanto da come viene presentata. Alta, scheletrica, capelli mezzi neri e mezzi bianchi, tubino nero, scarpe rosse, anello e orecchini di giada, sigaretta con bocchino che emana uno sgradevole fumo verdastro, zigomi alti e l’immancabile pelliccia.
“Io vivo per le pellicce, esiste una sola donna in questo sciagurato mondo che non le ama?”.
Se poi ci mettiamo la follia di trasformare degli adorabili cagnolini maculati in un set di pellicce, completiamo l’opera, e si sa, chi se ne importa dei visoni o dei conigli, i cuccioli di cane sono intoccabili, e quindi eccovi presentata una delle più cattive donne del mondo Disney. Tutti abbiamo avuto paura di Crudelia da bambini, ma poi l’abbiamo rivista in Once Upon a Time e prima ancora nel live action del film d’animazione, interpretata dalla meravigliosa Glenn Close. Ce l’hanno mostrata in tutti i modi possibili sempre come una grande cattivona. Ma se non fosse proprio così la realtà dei fatti? Ultimamente la Disney, lo avrete notato, sta cercando di dare più spazio alle donne, niente più principi azzurri, soprattutto stanno rivedendo il contesto dei cattivi, i Villain appunto, sono veramente nati così? O magari lo sono diventati?
Il libro che ho letto per voi viene raccontato dal solo punto di vista di Crudelia e la parola chiave si riassume in “e se…”. Con i se e i ma non si va da nessuna parte, ovvio, ma siamo nel mondo della fantasia e ci è consentito sognare dicendo proprio: e se. A questo proposito penserete che un’opera Disney sia per bambini, anche se non mi ci vedo a raccontare questa “favola” al mio cuginetto di quattro anni prima di andare a letto, direi con una certa sicurezza che è una storia per adulti, che fa riflettere su quanto la vita a volte sia ingiusta.
Crudelia nasce in una famiglia nobile londinese, molto ricca. La madre è una grande amante del lusso, dei balli, della vita abbiente e, attenzione, adora le pellicce. Il senso materno, invece, è proprio inesistente, ma questo lo percepiamo noi, mentre la protagonista vede la cosa come normale e anzi è grata di poter stare con la sua mamma un’ora ogni giorno. Il padre, invece, è di tutt’altro stampo, un uomo diverso che ama sua figlia. Completano il quadro le “vie di mezzo”, ossia alcuni domestici che hanno l’onore di passare del tempo con la famiglia ma che non ne fanno parte. E poi, infine, c’è Anita, una piccola orfanella accolta in casa dal tutore, amico dei De Mon, che Crudelia prende sotto la sua ala. Oserei dire che abbiamo una bambina a cui non manca niente se non gli affetti, e tutto gira intorno all’amore che spera di ricevere dalla madre.
E se la sua mamma l’avesse amata? Probabilmente Crudelia sarebbe diventata primo ministro, chi lo sa. Possiamo giocare ai se quanto vogliamo, il risultato però non cambia. Non vi toglierò la gioia di leggerlo e continuare per conto vostro il gioco dei se, di certo, non mi vergogno a dire, che ho pianto, e anche parecchio. Alla fine del racconto posso dire con assoluta certezza che mi spiace tanto per Crudelia, provo pena per lei, ed è una storia che mi ha fatto molto riflettere. La protagonista non è nata folle, lo è diventata a causa del dolore e della solitudine. È con il dolore che si scopre al meglio se stessi, ma uscire dal tunnel della propria mente completamente da soli, senza nemmeno un affetto o un aiuto, direi che è quasi impossibile.
È un libro fantasioso che fa riflettere e ti obbliga a pensare “e se…”.