Recensione: Cruel Kings di Amanda Richardson

Tutti sussurrano i loro nomi nei corridoi. Hunter, Ash, Ledger e Samson. I Re. Quattro dei più meravigliosi esemplari di uomo che abbia mai visto, gli stessi che regnano crudelmente sulla Ravenwood Academy. Si divertono a creare scompiglio nella nostra piccola città del New England, ma nessuno fa domande. Per la maggior parte del tempo, le persone li ignorano o li evitano. Dopotutto, sono i re di questo posto. Il motivo? Uno di loro – il più spietato – è il figlio del preside. E il mio nuovo fratellastro. Possono provare a tormentarmi. Possono provare a spezzarmi. Ma non hanno idea di quanto sia forte. Sono abituati a prendere qualunque cosa i loro piccoli cuori senza regole desiderino. Forse dovrei starmene zitta e buona. Forse dovrei lasciarli vincere. Ma non ho paura di sporcarmi le mani. Dio sa cosa ho dovuto passare. Mi chiamo Briar Monroe e questi Re stanno per scoprire di che pasta è fatta la loro Regina. Le tematiche trattate in questo romanzo potrebbero urtare la sensibilità di alcuni lettori, pertanto se ne consiglia la lettura a un pubblico adulto e consapevole.

Briar Monroe si è appena trasferita a Greythorn perché la madre si è risposata; è entusiasta di poter voltare pagina e lasciarsi alle spalle il passato.

Nuova casa, nuova scuola, nuovi amici… e anche un nuovo fratellastro che pare non essere proprio felice che la sua famiglia si sia allargata.

Hunter e il suo gruppo di amici sono considerati i Re della Ravenwood Academy: regali e potenti, sono temuti da tutti. Hunter con la sua oscura e misteriosa superbia, Ash con la sua ferma arroganza, Ledger con il suo alone minaccioso da cattivo ragazzo e Samson il nerd silenzioso e sexy. Sono tutti dei criminali… anche se bellissimi. 

“Percepisco la loro luce interiore, la loro certezza di farla franca, di poter fare qualsiasi cosa.

Dèi. Sono dèi con sembianze umane. Onnipotenti. Invincibili”

Nessuno osa contrastarli, sono dei bulli che si cibano della paura dei loro coetanei, certi che ogni loro azione resterà impunita. E Briar in teoria è la vittima perfetta: bella, interessante e nuova. Ma i magnifici quattro non hanno fatto i conti con la tenacia e la risolutezza di questa ragazza che non ha nessuna intenzione di rimanere zitta e buona di fronte alle loro angherie. 

Dopo un inizio un po’ burrascoso, grazie al suo modo perfetto di inserirsi tra di loro come se fosse il pezzo mancante del puzzle, con estrema naturalezza e con calma spietata Briar diventa la loro Regina.

“Siamo i Re di Ravenwood.

Non avevo assolutamente capito che avevamo bisogno di una Regina, ma poi è apparsa Briar Monroe.”

La scrittura davvero scorrevole rende la lettura un vero piacere, i POV alterni dei cinque ragazzi permette al lettore di vivere in prima persona le loro emozioni: la determinazione di Briar a sfuggire al passato, la sorpresa e la confusione dei ragazzi di fronte al coraggio della nuova arrivata. Per loro è come un enigma a cui nessuno vuole rinunciare e che sono disposti a condividere pur di non perdere.

Mi risulta un po’ più difficile parlare dei personaggi maschili perché in realtà non sono particolarmente approfonditi. La vera protagonista a mio parere è Briar, la cui personalità non è facile da comprendere, in quanto evolve molto velocemente: da vittima di abuso a parte di un ménage à trois è stato un attimo. Che poi non è neppure la sua promiscuità il problema, anzi, sebbene sia indubbio che l’attrazione verso tutti ci fosse anche prima del ritorno del suo peggiore incubo, quello che mi ha lasciata perplessa è che il sesso venga utilizzato consapevolmente come merce di scambio per ottenere protezione e salvezza. E non che mancasse di alternative!

Un patto di sangue che lega quattro ragazzi spietati disposti a rischiare tutto per salvare una ragazza che conoscono da poche settimane, in cambio della disponibilità assoluta e totale di quest’ultima. Uno psicologo avrebbe molto lavoro qui…

In un mix di vendetta, violenza e tanto sesso, vi sorprenderete di quanto sia facile dimenticare il dettaglio che l’ambientazione è solo una scuola superiore.

Per le tematiche trattate, ne consiglio una lettura consapevole da parte di un pubblico adulto.