Recensione: Cuore Selvaggio di Caridad Bravo Adams

Autrice: Caridad Bravo Adams
Genere: romance storico
Data di pubblicazione: 1957
Corazón salvaje Cuore selvaggio è un romanzo scritto dalla prolifica scrittrice messicana Caridad Bravo Adams e pubblicato nel 1957 dopo essere stato adattato per lo schermo l’anno precedente.
La storia si svolge in Martinica, a partire dalla fine del 1800 e terminando con l’eruzione vulcanica del 1902 del Monte Pelée a St. Pierre. Descrive la vita nei Caraibi di un ragazzo che cresce fino a diventare un pirata (mentre il suo fratellastro va a studiare in Francia), e le due sorelle che si innamorano di lui.
Bentornate Fenici!
Sapete, c’è quel momento della vita in cui accade quella cosa che ti fa dire, sì, ho trovato il libro giusto. Penso che questo libro debba essere letto almeno una volta nella propria esistenza, e sicuramente entra nella mia personale lista dei “libri da leggere”. Sto parlando di Wild heart ovvero Cuore Selvaggio dell’autrice Caridad Bravo Adams.
È la storia di quattro cuori, delle loro vite che si intrecciano sull’isola di Martinica all’ombra del vulcano Pelèe. In particolare è la storia di Juan del Diablo, figlio illegittimo di Francisco D’Autremont e di una nobildonna di origini napoletane, che è cresciuto nell’odio e nel rancore, un marinaio rude ma bellissimo che fa strage di cuori. Nobile, generoso, altruista con quelli come lui, ma intransigente con la classe dei privilegiati.
Intreccia una relazione con Aimèe de Molnar, una donna superficiale e frivola già promessa sposa al fratello di Juan, Renato D’Autremont, e poi con la sorella di questa Monica, futura suora che torna a casa per i suoi problemi di salute.
In seguito vi parlerò delle differenze tra libro e telenovela.
“…Tutto quel panorama bello e terribile, superbo ed ombroso, del quale è come una sintesi la sua anima ardente ed appassionata, il suo cuore selvaggio, la sua vita inquieta, che in se si consuma come il legno che arde nel falò scoppiettante di quell’isola di passioni”
La storia è un susseguirsi di eventi, dove Aimée trama e intriga in tutti i modi, vorrebbe tenere la sua posizione di prestigio e anche avere Juan come amante ma non ha fatto i conti con sua sorella. Infatti, Monica verrà a conoscenza della relazione e cercherà in tutti i modi di evitare lo scandalo.
Per colpa di un tranello di Aimée, Monica si troverà sposata a Juan il quale la porterà sulla sua barca, il Lucifero, attraverso le Antille. E qui, imparerà davvero a conoscerlo. Non è solo il “selvaggio” che tutti dipingono, o il ladro, l’assassino, il contrabbandiere e chi più ne ha più ne metta, è un uomo con valori alti, sentimenti talmente profondi da fare invidia a quelli che sono “nobili” di sangue ma sporchi dentro e che nascondono tutto tra pizzi e merletti.
I due si innamorano, ma non riescono ad esternare i loro sentimenti perché entrambi credono che siano invaghiti di altri, cioè Juan di Aimée e Monica di Renato, cosa non vera ma che permane per la maggior parte della narrazione.
Fino all’evento che sconquasserà tutto e tutti: l’eruzione del vulcano Pelèe e la conseguente distruzione dell’isola di Martinica. Dopo aver messo in salvo Monica, Juan si scontra con suo fratello e lo salva a seguito del naufragio delle loro navi. Qui Renato capisce davvero quanto sia nobile Juan e gli lascia Campo Real, oltre al cognome del padre, e gli permette di vivere il suo amore con la sua adorata Monica, l’unica che è riuscita a vedere oltre la sua corazza di odio e rancore che si era costruito attorno alla sua anima fragile e bisognosa di affetto.
Adams è maestra nelle descrizioni dei luoghi che sono lontani da noi moltissimi chilometri, ci ha dato un libro che, anche se vecchio di sessantotto anni, sembra molto attuale. Certo, il linguaggio non è dei più semplici, soprattutto considerando che è del 1957, ma è scorrevole.
L’autrice aveva già pensato di farne un adattamento per la televisione ma solo in seguito si è pensato a qualcosa di più concreto.
Di Cuore Selvaggio è stato tratto un film e poi quattro versioni per la televisione come telenovela. La prima è del 1966, con Enrique Lizalde e Julissa nei ruoli di Juan e Monica (di seguito Lizalde sarà l’avvocato Nicola Manera/Noel Mancera nella versione del 1993), la seconda è del 1977, con Angelica Maria e Martin Cortez, la terza, la più famosa, la più amata da milioni di fan in tutto il mondo, quella di cui tutti si ricordano proprio perché è immortale come i suoi protagonisti, ed è quella del 1993 con interpreti Eduardo Palomo ed Edith Gonzalez. Mentre la quarta… beh, quella è come se non esistesse, del 2009, su cui stendiamo un velo pietoso.
Cuore Selvaggio 1993 -Telenovela
A differenza del libro e delle prime due versioni che sono fedeli al testo, la storia si sposta in Messico, agli inizi del ‘900, cambiando i cognomi in spagnolo. Nella versione italiana, molti dei nomi vengono adattati per assonanza alla versione spagnola e Monica diventa Beatrice in ricordo della donna amata da Dante, in quanto angelicata e collegamento tra uomo e Dio. La sceneggiatrice Maria Zarattini ha dato corpo e anima al testo rielaborandolo fino a darci dei personaggi di spessore, con un background notevole e una recitazione incredibile. Molti di loro venivano dal teatro e si evince dalla mimica e dai gesti.
Dai personaggi principali fino ai secondari, ognuno ha il suo peso nella storia. Molti degli eventi vengono narrati in questa versione, con le storie dei quattro protagonisti, ovvero Juan del Diablo/Juan Aleardi della Valle (Juan Alcazar y Valle), Beatrice d’Altomonte (Monica Altamira/Monica di Molnar), Anna d’Altomonte (Aimée Altamira/Aimée di Molnar), Andra Aleardi della Valle (Andrés Alcazar y Valle/Renato d’Autremont).
Ciò che amiamo di questa versione è l’incredibile chimica che c’era e c’è ancora (quando rivediamo le puntate) tra gli attori Eduardo ed Edith, entri nella storia e sospiri con Beatrice, ti arrabbi quando gli antagonisti tramano per dividere i due protagonisti, ti incazzi per certi comportamenti, vedi Caterina, la madre di Beatrice, Sofia e chi altro trama alle spalle dei nostri protagonisti.
Baci indimenticabili, scene erotiche senza mai scadere nel volgare, un carisma eccezionale di Eduardo Palomo ed Edith Gonzalez che purtroppo ci hanno lasciato troppo presto.
Vorrei fare un enorme plauso a uno dei personaggi più importanti di tutta la telenovela, ovvero l’avvocato Nicola Manera, interpretato da Enrique Lizalde, il primo Juan, il quale ha dato molti consigli a Palomo per interpretare la nuova versione con risultati eccellenti. Nicola è colui che ha allevato Juan come un figlio, che gli ha insegnato a leggere e a scrivere, che gli ha trasmesso dei valori risaltando quelli che già aveva lui di per sé.
Altro grande plauso ai nostri doppiatori, i migliori al mondo. Volete mettere Juan con la voce di Luca Ward? E Beatrice con quella di Giuppy Izzo?
È Juan il Cuore selvaggio della telenovela, all’inizio pieno di odio e rancore, che non voleva che nessuno si avvicinasse alla sua anima e al suo cuore, ma, con il proseguire della vicenda e l’incontro con Beatrice, i due evolvono insieme. Si innamorano, il carattere di lui si smussa grazie alla dolcezza e all’amore di lei, che da timida ragazza di provincia diventa una donna forte ed emancipata. Coraggiosa, che non ha paura e diventa la degna compagna di Juan.
Libro consigliato assolutamente se volete approfondire la telenovela e, come me, capire le differenze tra una e l’altra. Ovviamente la versione del 1993 è quella più bella, soprattutto se vista in spagnolo, come faccio io.
Telenovela 10
Libro 5
Alla prossima
Un saluto dalla vostra Mal