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Recensione: Dalla mente al cuore – Serie: Che barba l’amore #4 di Penny Reid

Titolo: Dalla mente al cuore

Serie: Che barba l’amore #4

Autore: Penny Reid

Genere: Romanzo Rosa

Editore:  Always Publishing

Data di pubblicazione: 3 marzo 2022

 

Obbligo o verità QUI

Basta un sorriso

Questione di chimica

Dalla mente al cuore

Tutti a Green Valley, Tennessee, conoscono i sei fratelli Winston con le loro magnifiche barbe, la loro ingiusta dose di fascino e carisma… e la loro tendenza ad usare questo fascino per le malefatte. Beau Winston è il più galante tra i fratelli Winston. Esperto meccanico, attraente e affabile, Beau è benvoluto da chiunque. Tranne che dalla nuova aiutante, con l’aspetto di una fotomodella, che il fratello Cletus ha deciso di assumere nella loro officina. Shelly Sullivan è l’opposto di Beau sotto ogni punto di vista: non è mai affabile, non è mai gentile e tiene tutti alla larga con occhiatacce e modi burberi. Dietro l’aspetto e i modi peculiari di Shelly, però, si nasconde un enigma: è una ragazza che non sopporta di essere toccata dalle persone, abbraccia solo il suo cane e raddrizza e lucida ogni singolo attrezzo dell’officina Winston. Con l’imminente partenza del suo gemello e alleato Duane a impensierirlo, Beau in più si ritroverà a gestire l’officina di famiglia con l’aiuto dell’unica donna che riesce a tirar fuori il peggio di lui e che vorrebbe lontano dalla sua vita, dalla sua attività e lontano da Green Valley. Eppure, man mano che Shelly rivela di più di sé, Beau non riesce a evitare di farsi catturare dalla complessità di questa ragazza peculiare e scontrosa quanto bella. C’è qualcosa, nella sua stranezza, che lo spiazza e intenerisce allo stesso momento. Riuscire a scalfire la corazza con cui Shelly si protegge dalle sue paure interiori e arrivare al suo cuore, però, si rivelerà per Beau una prova d’amore ardua, una che solo un Winston può superare.

Aveva sia ragione che torto. Tra i due, forse io ero quello che esibiva tutti i tratti distintivi di una persona piena di umorismo, ma questo perché uno dei due doveva pur farlo. Non potevamo comportarci entrambi da piccole merde scorbutiche tutto il tempo. Supponevo che essere simpatici fosse come qualunque attività che veniva svolta costantemente per un lungo periodo di tempo: diventava un’abitudine. 

 

Adoro questa autrice! Trovo il suo fraseggio delizioso, molto evocativo, ma soprattutto molto accurati tanti dettagli nei suoi romanzi, che li rendono praticamente perfetti. Ad esempio la storia non si sofferma solo sulle figure principali ma è ricca di tutto ciò che ne fa da contorno, con trame secondarie, vicende personali, personaggi terzi coloriti, un’ambientazione tridimensionale… tutto questo dà forma, dimensione e luce all’ambiente in cui i protagonisti si muovono.

Mi intrigano sempre molto, poi, le storie in cui ne scorrono altre dietro le quinte che sono state o saranno sviluppate nei vari volumi della serie .

 

Mi ricordava Duane sotto molti aspetti, ma portati all’estremo. Onesta, intelligente, con tolleranza zero per le stronzate. MaDuane stringeva la mano alla gente, e sapeva quando tenere per sé la propria opinione, due comportamenti che Shelly non sembrava in grado di padroneggiare.

 

Beau è un ragazzo notevole, premuroso, disponibile, simpatico e generoso, una di quelle persone che indossa un sorriso perenne e che tutti amano. Empatico, incapace di arrabbiarsi, ha sempre un orecchio pronto ad ascoltare e due braccia disposte ad aiutare. Insomma, un animo sensibile ma che soffre in silenzio. Questo comporta che nessuno contraccambi mai: difficilmente fa trapelare i suoi problemi o mostra di avere bisogno, specie ora che vuole imparare a non dover più contare su suo fratello gemello, a cui è attaccatissimo, che per la prima volta lo lascerà solo per fare un lungo viaggio con la sua fidanzata. Ci saranno altre vicende che lo destabilizzeranno in queste pagine, e la mancanza di un confidente, di una spalla, risulterà ancora più forte.

 

La osservai chiudersi in se stessa, e fu frustrante e affascinante allo stesso tempo, come uno di quei video in time-lapse del passare delle stagioni – la primavera che diventava estate, l’estate che diventava autunno, Shelly che diventava inverno. La necessità di toccarla, di sciogliere quel ghiaccio, di riportare indietro la donna che avevo baciato mi costrinse a mandar giù un grosso nodo in gola.

 

Sarà la nuova meccanica che da un giorno all’altro Beau si ritrova in officina, a rendersi conto di quante cose nasconde dietro la maschera sorridente, nel momento in cui si metterà in ascolto di questo ragazzo troppo buono.

Shelly, del resto, ha di suo un bel carico di problemi. Bellissima e molto dotata nel suo lavoro, ha qualcosa che non va nella sua testa, un disturbo ossessivo compulsivo per cui è in cura e che riuscirà a tenere nascosto solo fino a quando Beau non si interesserà di lei.

Più iniziano a frequentarsi e a conoscersi, più nasce un nuovo senso di vicinanza che va al di là dell’attrazione e del piacersi: in un certo senso, i due ragazzi si aiutano a vicenda. Riuscendo a evitare il senso di pietà per il disagio nell’altro, è l’affetto che li porta a sostenersi, il desiderio di essere presenti, di reggere la “cassetta degli attrezzi” mentre ognuno aggiusta ai propri problemi.

 

«Baciami.» Le mani di Shelly scivolarono verso il basso e si infilarono nei boxer con movimenti sicuri. Le sue mani non erano piccole e delicate, esitanti e provocanti.

Erano forti ed esigenti. Ero del tutto impreparato alla sensazione di estrema necessità che le sue mani mi provocavano. Al fatto che il suo tocco, così unico, mi desse alla testa. Una scia di bollente passione, l’impeto e la forza del desiderio ardente che provavo mi inebriarono e allo stesso tempo mi fecero rinsavire e mi ricordarono che stavamo andando troppo veloce, che era troppo presto.

Anche se le sue scuse mi erano sembrate sincere, non potevo contare su di lei. Non ancora. La desideravo. Desideravo il suo corpo – disperatamente – ma non potevo prenderlo prima di aver ottenuto la sua fiducia e il rispetto.

 

 

Delicato e graduale l’approccio di Beau per aiutare Shellynelle sua difficoltà a entrare in sintonia con le altre persone, non solo a causa della sua paura di toccarle e della diversa fisicità di cui ha bisogno nelle relazioni, ma anche per il suo modo di esprimersi molto schietto e diretto che la fa sembrare maleducata o supponente.

Anche se apparentemente Beauè un ragazzo perfetto e solare, la realtà è che entrambi impareranno l’uno dall’altra: Shellyavrà l’occasione per migliorare in alcune sue ossessioni, lui ne trarrà invece spunto per essere un po’ meno accondiscendente e più schietto, diretto e deciso, riuscendo a trovare in se stesso queste qualità anche in assenza del gemello.

 

«Tutti abbiamo dei problemi, Shelly. Nessuno è perfetto. Alcuni cercano aiuto. Altri no. Ma nessuno viene aggiustato da un’altra persona. Possiamo solo lavorare su noi stessi. Siamo – usando la sua analogia – il nostro stesso frigorifero da riparare, non quello di qualcun altro.»

(…)

«Lei può essere di supporto a Beau, reggergli gli attrezzi mentre lavora al proprio frigorifero, ricordargli di fare una pausa di tanto in tanto e mostrare interesse per i suoi sforzi. Lei può compiere dei gesti gentili che gli dimostrino quanto lo apprezza, quanto ci tiene a lui. Ma nessuno può aggiustare il frigorifero di Beau eccetto lui.»

 

 

Ci sono tanti altri ingredienti di cui potrei parlare, ma non vorrei anticiparvi troppo. Senza dubbio l’elemento indimenticabile del romanzo sono i personaggi potenti e vibranti, seguito a ruota da un’abilità lessicale che commuove per la capacità di farci entrare nelle scene, nelle emozioni e per l’intensità che è in grado di scaturire anche solo da dialoghi asciutti ma efficaci, in linea con le caratterizzazioni dei personaggi ma capaci di toccare i punti giusti dentro di noi.

 

Questa donna era essenziale e baciarla lo era altrettanto. I gemiti che emetteva, il modo in cui il suo corpo si muoveva – premuto contro il mio – in cui le sue mani scivolavano dai miei polsi alla vita e mi tiravano a sé per la maglietta… Tutto questo era essenziale. Ma il suo sapore, l’urgente pressione delle sue labbra, i movimenti caldi e famelici della sua lingua… tutto ciò era follia.

 

 

 

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