Recensione: “Dark Blue” di CJ Roberts (Captive Series #1)
Caleb è un uomo con un unico obiettivo: la vendetta. Rapito da ragazzino e venduto come schiavo da un mafioso affamato di potere, da allora non ha mai pensato ad altro che a vendicarsi. Per dodici anni ha esplorato il mondo degli schiavi del piacere alla ricerca dell’uomo che ritiene responsabile del suo tremendo passato. Finalmente riesce a trovare l’artefice della sua sofferenza: ha una nuova identità, ma la stessa natura di un tempo. Per avvicinarsi abbastanza da colpirlo, Caleb deve trasformarsi in ciò che più odia e rapire una bellissima ragazza perché sia la vittima che lui stesso è stato.
Olivia Ruiz ha diciotto anni e si è appena svegliata in uno strano posto. Bendata e legata, ad accoglierla c’è soltanto una calma voce maschile. Si chiama Caleb, ma vuole essere chiamato Padrone. Olivia è giovane, bellissima, ingenua e testarda. Possiede una sensualità oscura che non riesce a nascondere. Pur essendo terrorizzata dall’uomo forte, sadico e arrogante che la tiene prigioniera, l’irresistibile attrazione che prova per lui la tiene sveglia nel buio.
La promessa di questo libro è forte: una ragazza, di appena diciotto anni, catturata da un uomo senza scrupoli e guidato solo dalla sete di vendetta, per diventare una schiava del sesso.
Un argomento per palati forti, per chi ama addentrarsi nell’oscurità della mente umana, nel dolore e nella sofferenza. Delicato e terribile al tempo stesso perché Olivia non ha mai avuto rapporti.
Fin dall’inizio, tutto il terrore che la protagonista dovrebbe provare nell’essere imprigionata da uno sconosciuto che non fa mistero del suo obiettivo, non l’ho davvero sentito.
Certo Olivia ha paura di Caleb ma ha anche il coraggio di sfidarlo, forse persino troppo coraggio, e di affidarsi a lui nei momenti di crisi. Il cercare soccorso in Caleb potrebbe essere giustificato dalla paura che le fanno i suoi scagnozzi, ma non mi è sembrato reso con efficacia. Non sono in grado di dire se questo meccanismo possa davvero scattare, quindi non mi sento di sostenere che sia inverosimile ma esprimendo il mio personale parere posso dire che le dinamiche sono state trattate con una certa superficialità, come se l’autrice avesse avuto paura di affrontare in modo approfondito le inquietudini e le sensazioni di dolore e umiliazione che Olivia deve provare sottomettendosi al suo aguzzino.
Olivia è una ragazza tenace, combatte con tutte le sue forze per opporsi alle richieste di Caleb, pur sapendo che non serve a nulla. Il suo orgoglio e il rispetto verso se stessa la costringono a dare del filo da torcere al suo carceriere, cosa che può apparire sciocca, ma non lo è, perché cedere al suo rapitore sarebbe come perdere se stessa.
Allo stesso tempo, però, Caleb le risveglia sensazioni e passioni nuove, facendole provare piacere quando le presta particolari attenzioni.
Dopo una prima parte dark, con tracce di romance, nella seconda parte del libro la trama si smuove. Finalmente cominciamo a capire per quale motivo Olivia cerca di vedere del buono in Caleb e perché mostra di avere così bisogno di lui. Percepiamo la sua solitudine e cominciamo a capire cosa ha reso Caleb quello che è.
La sola persona per cui provava una sorta di affetto era Rafiq, ma dubitava che si potesse chiamare amore. Caleb comprendeva Rafiq, la sua rabbia e il suo desiderio di vendetta. Si fidava ciecamente di lui. Senza quell’uomo, che gli aveva dato uno scopo, Caleb sarebbe stato perso, e perciò lo rispettava. La comprensione, la fiducia e il rispetto erano la stessa cosa dell’amore? Caleb non lo sapeva.
Il dolore e la sofferenza, che hanno segnato i protagonisti, colpiscono con forza e inducono finalmente chi legge a provare empatia per loro e a voler sapere come risolveranno il contrasto tra i sentimenti nascenti fra i due e i progetti che Caleb ha per Olivia.
Senza voler raccontare oltre, per lasciare al lettore il gusto della scoperta, posso dire che in parte questi capitoli finali spiegano le incongruenze precedenti, anche se questo romanzo non ha pienamente soddisfatto le mie aspettative.
Un lettore più romantico, che cerca la redenzione dei personaggi negativi, potrebbe perdonare le incoerenze iniziali, facendosi coinvolgere dai sentimenti nati tra i protagonisti fin dal primo momento e dalla tensione sessuale continua che permea i loro incontri. Anche le scene più crude, (tranne forse un flashback che riguarda Caleb), non sono il pugno nello stomaco che potevano essere, cosa positiva per chi volesse affrontare argomenti dark per la prima volta.
Chissà se nel seguito l’autrice concederà un finale che non deluda le speranze fatte nascere nelle ultime pagine di questo primo volume.
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