Recensione: Dark Wings – Serie: Ciclo delle Ali Oscure#1 di Krisha Skies
Titolo: Dark Wings
Autore: Krisha Skies
Serie: Ciclo delle Ali Oscure #1
Genere: Fantasy
Casa Editrice: Horti Di Giano
Pagine: 551
Data di Pubblicazione: 5 Marzo 2021
Precaria è la pace che da una ventina d’anni perdura tra la Repubblica di Azra, terra della Gente Alata, e le città-Stato della federazione del Patto Meridionale, abitate da esseri umani. La giovane universitaria Lyan Alba decide di trasferirsi nella Città Bianca, capitale di Azra, dove vive già suo padre, interprete presso l’ambasciata. Scopre presto a sue spese, tuttavia, che laggiù la vita per i pochi esseri umani presenti non è affatto facile. Due culture così diverse difficilmente possono coesistere. Le discriminazioni razziali e un conflitto nelle vicine terre dei coloni umani gettano un’ombra sulla permanenza di Lyan, che però è intenzionata a restare. Lei è lì per rintracciare un giovane Alato, conosciuto anni prima, rimasto nel suo cuore. Ma un’altra ingombrante presenza turba le sue emozioni, nonostante i pregiudizi. Sentimenti contrastanti, condizionati dal destino, la porranno di fronte a una scelta che, malgrado le apparenze, si rivelerà la più difficile della sua vita: volare o cadere… Dark Wings è il primo volume della saga del “Ciclo delle Ali Oscure”.
Dark Wings è il primo libro del Ciclo delle ali oscure di Krisha Skies.
Trattandosi di un romanzo d’apertura, la prima parte del volume permette al lettore di familiarizzare con il contesto e l’ambiente in cui la storia si snoda. Gran parte delle vicende si svolgono ad Azra, terra degli Azrariani, creature alate simili agli umani nell’aspetto, ma dotati di sensi maggiormente sviluppati e d’incredibile forza e letalità. Esseri umani e alati vivono separati, salvo rare eccezioni, in un clima di diffidenza reciproca e precaria pace. Una non belligeranza instabile e di facciata dal momento che, nelle aree più isolate e di confine, gli scontri tra le due fazioni sono frequenti e violenti.
L’autrice fornisce al lettore tutti gli elementi necessari per comprendere questa terra immaginaria, evidenziando politica, usi, tradizioni e storia. Lo fa senza appesantire la lettura, fornendo le informazioni lentamente, distribuendole nel corso delle vicende.
In questo clima teso si sviluppa la storia di Lyan e Azalel. Lei è figlia di un traduttore, impiegato presso l’ambasciata di stanza ad Azra, e grazie a ciò ha ottenuto un permesso temporaneo per frequentare il collage nella terra degli alati. La scelta della protagonista ha un movente passionale, dato che la ragazza sta cercando di rincontrare il suo primo amore, Kerubin. Azalel appartiene alle Ali Nere, un gruppo paramilitare con ideologie fortemente nazionaliste e anti-umane. La nascita del sentimento che li lega è lenta, ostacolata da idee razziali, da un clima teso che sembra preannunciare una guerra imminente e, non per ultimo, dai segreti che i due giovani si portano dietro e che non hanno il coraggio e la possibilità di confessarsi.
Ho particolarmente apprezzato il personaggio di Azalel, che per tutto il romanzo rimane integro nelle sue idee e fortemente fedele all’unica famiglia che ha. L’amore per la protagonista lo ammorbidisce, lo porta a disubbidire, ma non lo snatura. È un personaggio complesso che, sono sicura, non ha ancora espresso il suo reale potenziale.
Lyan, al contrario, è stata un po’ una spina nel fianco. Per lei ho alternato momenti di antipatia e amore. Mi piace il fatto che non sia la classica eroina, dato che è spesso spaventata, fa scelte codarde e i suoi sentimenti sono leggeri e confusi. Queste imperfezioni la rendono un’alternativa piacevole e realistica. Non mi è piaciuto, invece, il modo in cui tende a mettere troppo facilmente da parte gli amici che le sono stati accanto, ma di cui magari non necessita più nell’avanzare della storia. Questo agire ripetuto nel corso delle vicende rende agli occhi del lettore la protagonista capricciosa, volubile e superficiale. Caratteristiche non esattamente apprezzabili.
C’è una cosa, però, che ho amato parecchio di entrambi questi personaggi: il loro percorso di crescita all’interno del libro. È individuale e personale, non basato esclusivamente sul rapporto di coppia.
Per la narrazione l’autrice ha fatto una scelta coraggiosa. Il racconto non è né sciolto né scorrevole, perché interrotto da flashback e veri e propri buchi di trama. Nel testo, infatti, fin dalle prime pagine sono presenti indizi importanti che il lettore riesce a cogliere solo alla fine o, ancor meglio, in corso di rilettura. Per chi è poco paziente, la lettura può diventare ostica e confusa.
Nella parte finale accadono molti eventi fondamentali, che gettano le basi per un interessante seguito. Non ho particolarmente apprezzato la scelta di concentrare gran parte dell’azione in circa una cinquantina di pagine; trattandosi di eventi decisivi, avrei preferito un’esposizione più approfondita e introspettiva.
In definitiva, mi sento di consigliarvi assolutamente la lettura di questo romanzo. Dark wings per me ha il giusto equilibrio tra romanticismo e azione, dato che il sentimento non manca e ha ampio spazio, ma è contornato da una trama che crea suspense, incuriosisce e promette molta azione. È un romanzo dinamico ed energico.
La guerra tra alati e umani è solo all’inizio; Lyan dovrà scegliere da che parte schierarsi e io non vedo l’ora di scoprire cosa accadrà nel prossimo libro.