Recensione: Di desiderio e inganno di Gwendolen Hope

Autrice: Gwendolen Hope
Genere: mafia romance
Editore: self
Data di pubblicazione: 8 febbraio 2025
Mary ha trascorso tutta la vita lontano dall’ombra sanguinosa della sua famiglia criminale. Ma l’esilio dorato non può durare per sempre, il dovere chiama e lei è costretta a rispondere.
Quella che si ritrova davanti, però, è un’impresa estremamente pericolosa: introdursi sotto mentite spoglie nella vita di Jack Ashford, l’erede di una delle più potenti famiglie di Richmond e uomo senza scrupoli.
L’attrazione tra loro è oscura e inevitabile, una promessa maledetta. Quando il potere della passione si intreccerà alla violenza del loro mondo, sopravvivere non sarà abbastanza. Per salvarsi, dovranno annientare i loro demoni… o lasciarsi consumare.
Queste le premesse di un’intensa storia d’amore.
Si tratta di forma di un dark romance piuttosto light, senza rapporti non consensuali o abusi.
Jack, il protagonista maschile, è un boss della mafia, senza scrupoli, volitivo, controllato, il tipico uomo che non mostra mai le proprie emozioni e ottiene sempre ciò che vuole. Non è un donnaiolo, è riservato e non sembra avere debolezze. Eppure, quando è costretto ad accogliere nella sua sfera privata Mary, una donna diversa dalle altre, che appare allo stesso tempo fragile e determinata, bisognosa di aiuto ma orgogliosa, non può fare a meno di lasciarsi affascinare. Sa che gli nasconde qualcosa e questo mistero lo intriga, più che scatenare in lui un desiderio di ritorsione. Anche senza sapere di cosa si tratta, sente che lei è una pedina interessante nei giochi di potere tra le gang del posto, ma anziché ostinarsi sul bisogno di indagare, prevale in lui l’istinto possessivo che gli dice che quella donna gli appartiene.
Mary è sotto copertura: una principessa della mafia di una fazione nemica che non potrà mai allearsi con Jack. Lo sa, e non vede l’ora di portare a termine la missione e scappare, prima che accada l’irreparabile. Ma la sua lealtà va a una famiglia senza scrupoli che non si preoccupa della sua incolumità fisica o del pericolo di stupro, ritorsione, o del fatto che il “favore” di protezione che lui le concede richieda il pagamento di un prezzo.
Mary era tra le sue braccia ma il cuore di lui era tra le sue mani. Guardò quegli occhi e qualcosa gli si frantumò nel petto. Non poteva guardala negli occhi, no. Quelle profondità lo dominavano, aprivano ferite che non voleva fare più sanguinare. Lo aveva giurato a se stesso, mai più. Allora, forse doveva umiliarla, per averlo ingannato, per essersi presa gioco di lui. Forse, era quella la sola strada attraverso la quale non perdere il controllo, non perdere sé stesso. «Inginocchiati» ordinò.
Passando del tempo fianco a fianco, Mary impara a conoscerlo: entra in sintonia con i suoi modi di fare, riesce a leggere le sue emozioni dietro alla facciata algida, percepisce l’uomo oltre il muro impenetrabile che mostra a tutti gli altri e, per quanto sia pericoloso, ne apprezza l’onore, l’etica e il modo in cui la fa sentire al sicuro e desiderata. Sviluppa un certo attaccamento per lui e ricambia la stessa attrazione: Jack è il primo uomo che la fa sentire davvero femminile, che le fa provare sentimenti lussuriosi, e al quale potrebbe cedere la sua verginità. Le scene passionali della Hope, in effetti, non deludono mai.
Mary si avvicinò. Desiderava che il tempo si fermasse. Era come se in quel momento fossero in una bolla. Lui non era Jack Ashford, lei non era Mary Morales. Lei non lo stava ingannando e lui non sospettava di lei. Erano soltanto un uomo e una donna che volevano stare insieme. Si fermò di fronte a lui e dovette portare la testa indietro per guardarlo negli occhi. Quegli abissi scuri erano pieni di tormento. C’era qualcosa in lui: consapevolezza, sospetto, circospezione. Ma c’era anche altro. Un desiderio primitivo e assoluto che nessuna diffidenza poteva tenere a bada.
A quella principale si aggiunge una bella sottotrama ricca di adrenalina legata alla rivalità tra le varie bande malavitose. Questo conflitto alimenta il tormento interiore di Mary e i segreti che allontanano i protagonisti mettendoli in contrapposizione. Ci lascia col fiato sospeso nell’attesa di una risoluzione che sembra impossibile e contribuisce a un ritmo di lettura scorrevole e ricco di suspense.
«Non smetterò di essere quello che sono. Non lo farò mai. Quello che posso prometterti è che tu sarai sempre al centro del mio mondo. Il mio mondo contorto, fatto di ingiustizie e pericoli. Non posso offrirti altro.» «Lo so» esalò quasi senza fiato, ipnotizzata. «Posso però prometterti che avrai tutto me stesso, solo per te, con tutta l’oscurità che mi porto dentro. Non posso bandirla dalla mia vita perché ne fa parte ma tu… sarai il centro del mio universo. Già lo sei.»