Recensione: “Diablo” di F.G. Haghenbeck
Care Fenici, oggi Tracy ci presenta un grande thriller: “Diablo” di F.G. Haghenbeck
Dietro il mercato nero degli esorcismi si cela un mondo pericoloso e spietato. Dopo la morte del fratello posseduto da un demone, Elvis Infante è diventato un diablero e si guadagna da vivere dando la caccia a ogni sorta di creatura ultraterrena, per poi venderla al mercato nero. Ma la sua ultima missione sembra diversa da tutte le altre. Nella squallida periferia di Los Angeles si troverà ad affrontare un gigolò travestito da prete, la mafia internazionale, veterani di guerra degli Stati Uniti e una spietata assassina. Elvis scoprirà che il gioco in cui si è andato a cacciare è molto più grande di lui e ci sono fili che dirigono i suoi movimenti senza che se ne accorga. Da questo libro la serie su Netflix.
Atmosfera degna della miglior regia di Tarantino, una sorta di Pulp Fiction per questo libro dalle tinte fosche e dalle situazioni a volte surreali.
Lo scrittore è riuscito a tirare fuori una vera e propria trama a incastri, che si srotola pian piano davanti al lettore, seppur con elaborati salti temporali.
Gli scenari sono principalmente tre, intessuti sempre intorno al personaggio di Elvis Infante. Si parte da un caso irrisolto dell’anno precedente, si passa attraverso il suo passato nella guerra in Afghanistan e infine il presente.
Molti cenni storici intrecciati a leggende, conferiscono al romanzo una cornice molto particolare, rendendolo per certi versi, addirittura unico.
Elvis Infante (citato sempre col cognome) è quello che viene chiamato un ‘anti eroe’, ossia un personaggio così atipico che te lo fa apprezzare ancora di più. È un ‘diablero’, un esorcista, uno dei migliori, che si è creato intorno una fama e anche un certo alone, tanto da sembrare, in alcuni momenti, un po’ come le creature infernali che cercano di avvilupparlo nelle loro spire e poterlo finalmente eliminare.
Caccia – e a volte, colleziona e rivende – angeli che si trasformeranno in qualcosa di diverso e terribile, che poco hanno della luce e della bontà che siamo abituati a pensare.
La sua auto ha una scritta in spagnolo: El Diablo Me Obligò, e penso che descriva ampiamente la storia intera del nostro cacciatore.
I riti, le situazioni, le lotte clandestine, la scoperta del mondo ‘divino’ con le sue creature così diverse dal contesto angelico che conosciamo, i demoni così umani e inseriti nella società con naturalezza, collocano questo libro in due piani paralleli, nei quali il lettore, a volte rischia di perdersi. Ci sono le situazioni ‘normali’ ossia quelle che si svolgono alla luce del sole e viste da tutti, e quelle delle zone ‘d’ombra’ dove solo chi ha ‘la vista’ può scorgere cosa si nasconde realmente sotto il velo.
Infante è testimone delle due realtà, incastrato in mondi non suoi, dai quali non si capisce se non può o non vuole liberarsi.
Le persone che incontra, come il prete Nice Suit, vestito come un modello Armani, oppure padre Benjamin, un uomo immorale che poco ha del religioso, arrivano a lui per compiere un esorcismo, liberare una persona posseduta da una orribile creatura, che non verrà distrutta, bensì catturata e anche venduta.
L’ombra della Santa Sede svolazza minacciosa e insinuante in questo ambiente, dove niente è ciò che sembra.
Le situazioni sono al cardiopalma, frenetiche, incalzanti e immaginarsi gli esseri sovrannaturali che popolano la storia, vi darà un motivo in più per apprezzare la narrazione.
Come lo stesso autore svela in una nota, i mostri di questo libro gli sono venuti in mente osservando le varie opere di un noto grafico messicano, Edgar Clement, e ricercandole in rete, non ho avuto dubbi che fossero proprio di un impatto devastante.
La narrazione è fluida, scorrevole, ottimo stile, anche se trovo che la traduzione abbia creato qualche problema di lettura, in quanto dallo spagnolo alcuni termini non sono stati resi perfettamente.
Ma se non siete puristi dello stile, apprezzerete un libro che vi lascerà alla fine col fiato in gola, come se aveste corso per salvare la vostra stessa vita.
A proposito, sembra che Netflix ne voglia fare una serie Tv… chissà che non sia la volta buona che i mostri diventino veri!
Buona lettura!