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Recensione: Diana. Tutta la storia di Andrew Morton

Titolo: Diana. Tutta la storia
Autore: Andrew Morton
Genere: Biografia
Editore: Giunti
Data di uscita 3 Febbraio 2021

“Nel cercare di dare significato a un’esistenza complessa quanto straordinaria, troppo spesso non si è tenuto conto della lunga strada che Diana aveva percorso, e degli ostacoli personali e sociali che aveva dovuto superare. È stata una donna che, per dirla con Hillary Clinton, ha dimostrato ‘coraggio e tenacia nel rialzarsi e andare avanti ogni volta che la vita la metteva al tappeto’. Questo libro è un tentativo di descrivere e celebrare quel viaggio.” Andrew Morton
Andrew Morton, biografo reale vicinissimo a Lady D, racconta gli anni più complicati nella vita della principessa, quelli che hanno preceduto la sua tragica scomparsa. Lo fa ricostruendo tutti i retroscena della realizzazione del primo libro, Diana. La sua vera storia, che ha rivelato al mondo la Diana oppressa dalla farsa coniugale, la principessa triste che sfogava nei disturbi alimentari la propria impotenza, la ragazza ingiustamente sacrificata alle ragioni di un protocollo algido e arcaico, lontano dal mondo nuovo in cui lei voleva vivere. Dopo lo scandalo che la investì a seguito della pubblicazione, Diana intraprese finalmente il suo viaggio alla riconquista di sé, trasformandosi da burattino della famiglia reale in una giovane bellissima donna, capace di muovere il mondo a ogni causa che abbracciava.Questo nonostante la continua azione di discredito da parte di molte forze intorno a lei. Tra queste i famigerati servizi segreti, la paura dei quali ha quasi condotto Diana alla follia. Di certo, nella ricostruzione di Morton, abilissimo investigatore, furono questa e le scaltre manipolazioni di Martin Bashir a convincere la principessa ad accettare la famosa intervista alla BBC su cui ora si torna a fare luce.

A Dianaland le cospirazioni non erano teorie, ma una realtà quotidiana.

 

Fenici affezionate alla memoria di Lady D, ecco il libro adatto a voi e rivelatore di tutti i retroscena più oscuri e le verità non dette sulla principessa triste.

Andrew Morton, biografo reale, ancora una volta si cimenta in questa avventura, dopo aver scritto la prima biografia intitolata “Diana, la sua vera storia”, che risale al 1992 e che fece grande scalpore, ci racconta una storia diversa ma sempre uguale, i retroscena alla pubblicazione del libro, le confidenze di una donna fragile e coraggiosa e allo stesso tempo una pedina in un gioco più grande di lei, e ciò che successe dopo fino alla sua tragica morte.

Scossa e turbata, Diana cominciava a vedere la piena portata dello schieramento nemico,

Se voleva la libertà, avrebbe dovuto combattere, e farlo con abilità.

“Sono una minaccia”, disse al suo astrologo, Felix Lyle. “Dovrò essere molto in gamba”.

Era riuscita a farsi sentire. Ora si trovava di fronte alla sfida più difficile, la ricerca di se stessa.

 

Per le sognatrici come me che hanno idealizzato e amato Diana, questo libro appare  come una porta rimasta chiusa per molto tempo, spiega i meccanismi ingarbugliati di un mondo a noi poveri mortali sconosciuto, la vita di una donna il cui futuro si era tinto di rosa con una esplosione di colori e poi si è oscurato pian piano con le disillusioni di una donna innamorata e ferita dalla sua stessa famiglia.

Cosa potrà mai svelare che già non sappiamo?

Morton spiega accuratamente e con dovizia di dettagli come la distorsione dei fatti elencati nel romanzo rivelatore è iniziata subito dopo la morte di Diana ed è proseguita molto rapidamente, rendendo ancora più complicata la valutazione della sua esistenza in toto.

Mentre compiva il suo ultimo, doloroso viaggio verso l’ospedale di Pitié-Salpétrière – l’ambulanza dovette fermarsi due volte per permettere ai paramedici di stabilizzare la ferita – i suoi ultimi momenti di vita venivano venduti al miglior offerente.

Che divenisse prigioniera dei flash perfino nel momento in cui la vita la abbandonava era il riflesso crudele di un’esistenza vissuta da icona.

 

L’idea di rivolgersi all’opinione pubblica, con un’autobiografia, nacque dalla voglia di far arrivare un messaggio che spiegasse tutte le sue azioni e il motivo per cui era stata abbandonata, per dar voce alla sua collera e ai suoi rimpianti.

Sentiva di essere stata trattata ingiustamente da Camilla, dal marito e dalla famiglia reale.

La situazione emotiva della principessa era molto pesante, i tentativi di suicidio e la bulimia vengono analizzati e motivati andando a ritroso nel tempo, a cominciare dall’infanzia tormentata e a finire con il tradimento da parte del marito.

Non si fidava di nessuno, era spiata continuamente per cui in questa atmosfera di sfiducia era emotivamente fragile e propensa a confidarsi. Un libro era lo strumento giusto per riconoscersi come individuo ed ebbe inoltre l’ulteriore vantaggio di rafforzare la sua sicurezza,

Tutto ciò che avevo solo immaginato all’epoca in cui i fatti si svolsero, ho avuto modo di appurarli leggendo queste verità inconfutabili, con tanto di nomi e cognomi e date esatte. Il mio giudizio su Camilla e Carlo non cambia, mi dispiace per i fans della coppia ma i due fedifraghi non hanno la mia stima e adesso come allora provo tanta rabbia vedendoli insieme e felicemente sposati, ma questa è la mia opinione!

Ciò che ha dovuto subire pubblicamente Diana è descritto nei minimi particolari, e mi si stringe il cuore leggendo che scoprì le lettere d’amore di Camilla a suo marito, in cui dichiara apertamente il suo amore e le date degli incontri clandestini che ne sono la prova, con i nomi delle famiglie complici dei loro incontri.

Prosegue il resoconto raccontando come Diana fosse fragile, manipolabile e bisognosa di conforto ma di come fosse diffidente di tutti. Il meraviglioso rapporto e l’amore per i figli, il fallimento del matrimonio e il divorzio, la voglia di amare ed essere amata attraverso i vari amanti che hanno fatto parte della sua vita, i suoi impegni pubblici umanitari che la rendevano viva e felice e le persone più svariate che hanno fatto parte della sua vita in maniera più vera della famiglia reale.

Per finire la meravigliosa storia d’amore con Dodi Al Fayed con tanto di resoconti e indiscrezioni, fino all’epilogo finale in una corsa dai giornalisti che erano diventati una persecuzione e verso un fato avverso o chi lo sa… sono tante le supposizioni. Si sentiva perseguitata e alla fine aveva paura, una icona mondiale come lei, considerata come uno dei personaggi inglesi di maggior spicco, non poteva passare inosservata.

Il sostegno del pubblico ha sempre significato tanto per Diana e la reazione alla sua morte è stata sconvolgente. Il coraggio di sfidare una famiglia potente e vivere secondo i propri principi, la ricerca dell’amore, la sconfitta dei propri demoni, sono la rappresentazione di una donna che non sarà mai dimenticata e considerata da tutti un’icona dei nostri tempi.

Un sondaggio su YouGov ha appurato che “L’umanizzazione della famiglia reale” è stato il maggior successo di Diana, perfino superiore alla campagna contro le mine antiuomo.

 

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