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Recensione: Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher di Alice Guerra

Titolo: Dieci cose che ho imparato da Jessica Fletcher 

Autrice: Alice Guerra

Genere: Narrativa umoristica

Editore: Rizzoli

Data di pubblicazione: 30 aprile 2024

Adatto a tutte le età

“Chissà se anche Luigino ha iniziato a pensarla come me e per questo ha cominciato a mettersi le camicie con le angurie. Era demenza senile oppure aveva semplicemente iniziato a volersi bene?”

Luigino, novantenne di Mestre che vive in compagnia delle sue galline, una mattina sparisce senza lasciare traccia. Un riluttante commissario siciliano, che odia il Veneto e sogna il trasferimento, sarà costretto a farsi carico delle indagini, ma la vera investigatrice – caparbia e inarrestabile come la sua mentore Jessica Fletcher – sarà Alice: una ragazza che si autoproclama “l’influencer di Mestre” e che non smette di ficcare il naso al bar, alle poste, al gingerino pomeridiano delle amiche della zia e, soprattutto, all’interno della stessa casa di Luigino.
Guidata dai principi e dagli insegnamenti della sua adoratissima Signora in giallo – tra cui: “Anche la tua amica può essere un’assassina”, “Se qualcosa non torna, è meglio ficcare il naso” e “Chi ha bisogno di dimostrare il proprio valore non vale poi molto” – della quale non perde una puntata, Alice inizia a scoprire qualcosa di più sulla vita e sul mondo di Luigino, che sotto molti aspetti sono simili ai suoi.
Tra colazioni al bar per carpire informazioni ai vecioti di Mestre, goffi pedinamenti e scelte coraggiose (sul filo della legalità), Alice ci racconta anche un po’ di sé: del disturbo d’ansia generalizzata di cui soffre, di come ha fatto in qualche modo i conti con questa realtà, di anni trascorsi a rincorrere le cose sbagliate e delle sue relazioni amorose disfunzionali.
Una storia appassionante, ironica e potenzialmente verissima, che ci invita a ricordare che “non è mai troppo tardi per fare ciò che ci rende felici, nemmeno se abbiamo novant’anni e siamo più di là che di qua”.

 

 

Care Fenici, sono una fan di Alice Guerra da mesi, come poteva sfuggirmi un’influencer veneta che parla in dialetto e mi fa ridere a ogni video? Non poteva appunto. Guardare i suoi lavori mi mette sempre allegria e non sapete quanto mi piacerebbe vederla dal vivo anche una sola volta per poterle dire “grassie stea”. Attraverso questa mia recensione vorrei appunto ringraziarla per le risate, soprattutto quando le cose vanno male e magicamente tutto acquista un sapore diverso. 

Alice ha un umorismo basato sull’autoironia, che per me e moltissime altre persone è un toccasana, specialmente perché l’autrice non è Belen Rodriguez ma una di noi, una donna che nella vita ha sofferto ma si è data da fare con un lavoro che le piace e rende felici molte altre persone. Quindi continua così Alice!

Ora veniamo al libro. 

È ambientato a Mestre ai giorni nostri, la protagonista, Alice, vive il suo quotidiano tra millemila impegni, ha due gatti e un parentado bello agguerrito. Inoltre soffre di ansia generalizzata, che ahimè è un tema di cui poco si parla – Alice ne soffro anche io, non è che mi dici dove prendi quelle fantastiche pastiglie alla lavanda? – la tragedia inizia quando la bicicletta di Luigino viene trovata in stato di abbandono e di lui nessuna traccia. Le classiche comari pettegole cominciano a preoccuparsi tanto da mandare in crisi indirettamente Alice, grazie a zia Rosanna, e direttamente il commissario di polizia Lo Cascio, che di un novantenne scomparso non gliene può importare di meno. 

Il commissario è un bel bocconcino, ma come dice l’autrice esibisce di continuo il suo “muso da can”, ossia perennemente imbronciato. L’uomo ha per le mani un caso di droga difficile da debellare e finché non lo risolverà non potrà lasciare il Veneto per tornare nella sua amata Sicilia, dalla mamma e dall’amica di letto. È un uomo intelligente ma tremendamente cafone, soprattutto se mammina cara si è stufata di mandargli viveri da “Giù”. 

Ma come ci azzeccano questi personaggi tutti assieme? Sarà questa la parte divertente, tra la zia Rosanna che è terrorizzata da un “sera triglie” (serial Killer) che si aggira vicino a casa sua, un commissario che non vuole perdere tempo e infine Alice che mette in atto le regole di Jessica Fletcher, oltre a preoccuparsi delle galline di Luigino, sarà un vero caos di figuracce e momenti deliranti. Il bello di tutto questo è che la nostra giovane influencer ci parla molto della sua vita e del suo passato senza mai andare fuori tema, facendoci capire chi è Alice. 

Ho amato ogni pagina e ogni riga e anche se il finale era abbastanza intuibile l’ho letto veramente volentieri. La narrazione è in prima persona, alcune volte passa al punto di vista del commissario. Il tutto magistralmente diretto. Per chi non parla il dialetto veneto ci sono delle note che traducono la frase, non preoccupatevi, è abbastanza intuibile. 

Veramente un ottimo libro che consiglio di leggere. 

Valutazione

voto

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