Recensione: “Dieci piccoli indizi” di Joy Ellis
Nikki Galena è una detective in gamba, ma non gioca secondo le regole. Di certo non quando ha a che fare con i malviventi responsabili di aver ridotto in fin di vita sua figlia. È anche una donna solitaria, per niente brava nel gioco di squadra. E invece è costretta a lavorare in coppia con Joseph Easter, l’ultimo arrivato alla Centrale, preceduto da una pessima reputazione. Insieme dovranno affrontare due casi apparentemente semplici, destinati però a mettere a dura prova le loro abilità di investigatori. La città è infatti terrorizzata da gruppi violenti che indossano delle maschere: a Galena e Easter il compito di smascherare quei balordi. Ma quello che con grande fatica riusciranno a scoprire avrà il volto dell’orrore. Un incubo al di là di ogni possibile immaginazione…
Non è facile raccontarvi di questo libro. La protagonista, Nikki Galena, è un ispettore di polizia all’apparenza duro, spietato e dai metodi bruschi, col quale nessuno vuole collaborare perché ha intrapreso una sua personale battaglia contro il mondo della droga che cerca in tutti i modi di vincere. È un personaggio che apparentemente non lascia trapelare sentimenti positivi, almeno finché la sua strada non si incrocia col nuovo aiutante, Joseph Easton.
Con lui le cose cambiano, anche se non vorrebbe e anche se non se lo sa spiegare, permettendogli di completare la sua squadra di improbabili aiutanti, all’apparenza sperduti nel mondo della polizia, ciascuno con i suoi scheletri nell’armadio e ciascuno indispensabile per aiutare nell’indagine.
All’interno di questo libro, strutturato come il più classico dei polizieschi, troviamo la storia di una donna spezzata e della sua rinascita. Devo dire che non è stato facile seguire l’intreccio creato dall’autrice perché è ricco di personaggi e luoghi. Questo contribuisce, insieme alla scrittura molto veloce, incentrata sui dialoghi e poco introspettiva, a dare alla narrazione un ritmo veloce ma adeguato al contesto (è pur sempre un libro d’azione!).
Molto bello, anche se scontato, il cambiamento della protagonista che passa dall’essere una donna tutta d’un pezzo, senza scrupoli, ad aprirsi agli altri fino a mostrare il suo lato buono, con grande stupore degli altri. Purtroppo non vale altrettanto per il protagonista maschile: è una persona affabile, calma e sempre accondiscendente, in alcuni punti si intravede il fuoco sotto la superficie ma il narratore non si sofferma mai su questi dettagli.
La storia è comunque accattivante e solleva delle riflessioni riguardo l’intricata rete della criminalità, benché dia l’impressione che tutto rimanga abbozzato; l’autrice avrebbe potuto ampliare un po’ di più la trama, approfondendo alcuni passaggi, perché è molto ricca nonostante il libro conti 257 pagine.
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