Recensione: “Dimmi che mi ami” di Madeline Hunter (serie Seduttori #5)
Buongiorno Fenici, oggi Lucia ci parla di “Dimmi che mi ami” di Madeline Hunter
Penelope, contessa di Glasbury, aveva sempre sospettato che nell’animo di Julian Hampton, come nell’acquerello di Turner appeso nella sua biblioteca, le acque scorressero molto profonde, e celassero invisibili correnti. Rientrata improvvisamente in Inghilterra da Napoli, Penelope non ha avuto dubbi che l’unica persona in grado di aiutarla fosse proprio lui, buon amico e avvocato di famiglia. Del resto, Julian l’aveva già aiutata nella separazione dal marito, ma ora Glasbury la rivuole indietro e pretende da lei un erede. Forse però Penelope non credeva che quell’uomo affascinante e insondabile potesse aprire la porta del suo cuore a un sentimento caldo e appassionante…
Aveva contrattato duramente quando era andato da Glasbury. Aveva spinto quell’uomo fino a dove aveva potuto osare, poi aveva spinto ancora oltre. Quando l’incontro era terminato, aveva consegnato a Pen la mezza vittoria che lei aveva desiderato. Non la libertà, ma una protezione. Una protezione ormai minacciata. Lasciò la stalla, si ripulì gli stivali e si lavò le mani, quindi si diresse in casa. Fuori sulla terrazza si fermò a contemplare la spiaggia: un puntino blu stava sulla striscia di sabbia. La sua collera non era interamente altruistica. Era in parte, forse in gran parte, la frustrazione di un uomo che voleva una donna così tanto che l’avrebbe avuta in qualsiasi modo avrebbe potuto. Pen aveva vissuto per un lungo tempo nel rifugio che loro due avevano costruito molti anni prima. Aveva funzionato bene, e lui non poteva farle una colpa del fatto che volesse cercare di ripararne le mura, anziché uscire fuori ad affrontare il nemico. Rispetto alla sicurezza che aveva trovato in quella fortezza, la possibilità di avere una relazione di convenienza con il suo amico e avvocato non avrebbe avuto molta attrattiva.
Julian non è nobile, ma è molto amato dal ton per la sua ricchezza e per la sua bravura come avvocato; essendo scapolo, ha molte donne attorno a sé, attirate dal suo fisico prestante, e alcune nobili matrone che stanno tentando invano di accasarlo. Ma nessuno sa che Julian ha impegnato il suo cuore tanti anni prima, innamorandosi di Penelope, la sorella del suo amico più caro, una donna che è diventata contessa, ma che da ben dieci anni vive lontana dal marito. Spinta dalla famiglia, infatti, Penelope ha sposato il conte di Glasbury, che ben presto si è rivelato prevaricatore e sadico; inoltre, nonostante in Inghilterra non sia consentito, è anche un uomo che possiede schiavi a cui riserva trattamenti orribili. Quando la giovane donna si è rivolta a lui in cerca di aiuto anni prima, Julian è riuscito, grazie ad informazioni e ricatti, a convincere il Conte a lasciare andare la moglie, che si è rifugiata a Napoli. Ora tuttavia è stata costretta a tornare: il marito pretende che faccia rientro a casa e, dopo anni in cui credeva di essere al sicuro, la donna si accorge di essere seguita e osservata e teme un rapimento da parte del marito; il terrore che costui le ispira, la spinge ancora una volta a cercare l’aiuto dell’uomo che in passato le ha salvato la vita. Julian ancora una volta è pronto a lottare per lei, e questa volta intende fare in modo che il Conte si decida a chiedere il divorzio, e ad uscire per sempre dalla vita della moglie; tuttavia ben presto è costretto a rendersi conto che ciò che impediva al Conte di chiedere il ritorno di Penelope non esiste più, e che la loro strategia deve cambiare completamente.
Julian ha amato Penelope fin da ragazzino eppure mai una volta le ha accennato i suoi sentimenti: nei lunghi anni in cui lei è stata lontana le ha scritto bellissime lettere d’amore, romantiche e dolci, che non ha mai spedito e che conserva in un cassetto. Neppure quando il suo matrimonio si è rivelato un orribile errore, le ha mai fatto capire qualcosa, l’ha anzi aiutata senza pretendere nulla in cambio, e nonostante a volte si senta solo, non intende sposarsi, essendo ben cosciente che nessuna donna potrà mai prendere il suo posto. Si è accontentato di saperla al sicuro, felice anche se ancora sposata, e attorniata da corteggiatori e, quando se la ritrova davanti, non ha un attimo di esitazione: le offre la sua protezione e anche il suo denaro, convinto di poter, ancora una volta, convincere il marito a desistere dalla sue pretese. E quando capisce che i fatti con cui teneva in pugno il Conte non sono più in grado di fermarlo, decide di rischiare anche la sua carriere e la sua reputazione. È un personaggio estremante romantico, a volte persino eccessivo nel suo desiderio di mettere al sicuro la donna che ama, e questo nonostante sia convinto che, dopo un simile matrimonio, Penelope non intenda amare un uomo mai più. Penelope ha pagato caro l’aver seguito i desideri della madre e si è trovata alle prese con un marito che adorava farle del male, incapace per molto tempo di capire che in quel matrimonio c’era qualcosa di sbagliato e che non tutti i mariti si comportavano così. Ma nonostante gli abusi subiti, non può fare a meno di fidarsi di Julian, il suo amico, il suo protettore; con lui scopre per la prima volta i piaceri dei sensi, e quando finalmente si rende conto di quanto Julian l’abbia amata, lui la sorprende ancora una volta, disposto a sacrificarsi fino in fondo pur di salvarla.
Una donna da salvare, un personaggio maschile assolutamente indimenticabile, una storia piena di colpi di scena, un essere crudele che ha dalla sua parte leggi ingiuste, rendono questo libro estremamente interessante anche se a tratti un po’ cupo. È una storia che parla di abusi, che racconta di donne che la legge di quei tempi lascia così indifese che neppure i famigliari possono aiutarle, ma anche di un amore che ha superato ogni difficoltà e di un uomo che ha amato così tanto da meritare un meraviglioso e sofferto lieto fine. Sicuramente il capitolo migliore di una serie che tutto sommato non mi ha particolarmente entusiasmato, ma che gode della piacevole scrittura di Madeline Hunter un’autrice di tutto rispetto.