Recensione “Dolce e selvaggio” di Christina Lauren (serie Wild Season #1)
Le avventure di una notte andrebbero vissute con la persona giusta, non importa se deplorevole… l’importante è che non sia qualcuno come lui… Questo pensa Mia Holland, ma dopo un weekend da capogiro a Las Vegas, regalo che si è concessa per la sua laurea, perde letteralmente la testa. Terrorizzata dal futuro, prende la decisione più pazza della sua vita: seguire Ansel Guillame in Francia per l’estate. Il programma è semplice: divertirsi e vivere una dolce, selvaggia avventura. Ma presto il gioco di ruoli che i due hanno intrapreso inizia a cedere ai colpi del sentimento, e il copione che stavano recitando si trasforma nella vita reale, una vita così diversa da quella che Mia ha da poco lasciato… Adesso non le resta che scegliere se tornare nel mondo in cui ha sempre vissuto o rimanere in questo, che le sembra lontano anni luce da ciò che ha conosciuto finora.
La relazione tra Mia e Ansel si sviluppa al rovescio: dopo una notte passata a ubriacarsi per festeggiare il diploma, la Mia sobria si ritrova sposata e con una promessa fatta alla Mia di poche ore prima di non annullare immediatamente il matrimonio, di cogliere questa opportunità per dare una scossa alla sua vita e dare ad Ansel una possibilità durante le vacanze estive.
Inconsciamente, mi succhio il labbro inferiore.
Mi rivolge uno sguardo intenso e si avvicina ancora di più. «Adoro quando fai questo giochetto. Voglio partecipare anch’io.»
Ho la voce tremante e nervosa quando sussurro: «Sono solo delle labbra.»
Se Mia si trova combattuta, Ansel, dal canto suo, è un sognatore (appassionato, premuroso, divertente e dolcissimo, con un delizioso accento francese) che crede di aver trovato l’anima gemella. Ma la vita vera, una volta a casa, viene a bussare velocemente.
«E quindi cosa festeggiate questo weekend?»
Non si limita a pronunciare quelle parole, ma dà forma a ognuna di esse come se si trattasse di piccoli baci.
La chimica sessuale tra loro funziona benissimo fin dalla prima volta, ma anche la complicità deve essere coltivata perché la passione possa scorrere senza i lacci di una mente che pensa troppo.
Ed è meraviglioso, tanto. Stare con lui è stupendo e i versi che emette sono incredibili, tanto che sono passati appena pochi minuti e… oh… sento qualcosa.
Di già? Di già.
Questo periodo estivo diventa l’opportunità per un percorso di scoperta l’uno dell’altra, al di là dell’intimità fisica, per creare un legame di amicizia e di affetto sempre più stretto.
E questa scoperta va anche nella direzione dello svelare se stessi, dato che Mia è giovanissima e con un futuro tutto da costruire. La sua potenzialmente totale libertà d’azione riguardo a dove vivere, con chi vivere e cosa fare non è necessariamente compatibile con il fatto di essere sposata e di trovarsi in un paese differente da quello natio, ospite e convivente di un ragazzo che conosce appena. Questa vacanza, oltre a un “cogliere l’attimo” e un “vivere il loro momento fino in fondo”, sarà anche un’occasione per riflettere sul suo futuro e su ciò che Mia desidera.
Non so se potrei sopravvivere a un’altra ondata di piacere, pur essendo certa di non poter sopravvivere senza.
Ci sono poi altri elementi della quotidianità di una convivenza che si frappongono ai benefici di un sesso strepitoso: malesseri fisici, difficoltà economiche, un picco di lavoro notevole per Ansel e, dulcis in fundo, gli amici e il passato.
Nel mio giudizio ho scelto di ignorare una profusione di errori ortografici aggiunti a una mancanza di editing nella traduzione (nel senso che il traduttore ha aggiunto al testo degli obbrobri linguistici come “apposto” e “affianco” che, naturalmente, non potevano essere presenti nell’originale). Ho assegnato comunque il voto massimo perché la storia e lo stile delle autrici rispecchia esattamente quello che cerco in un romanzo: una storia complessa, con un buon approfondimento della psicologia della relazione e una scorrevolezza nello stile che non indebolisce la qualità lessicale.
«Non farlo.» Si china e succhia le mie labbra nel modo che a quanto pare gli piace tanto. «Tu hai il mio sapore. Io ho il tuo.» Sempre in quella posizione, mi lecca labbra, denti, lingua. «Mi piace davvero un sacco. Permettimi di farlo ancora, solo un altro po’.»
Il libro si può definire un erotico, per la quantità, la qualità e il dettaglio delle scene di sesso, che tuttavia non sono mai volgari e, per quanto descrittive, rimangono piene di poesia e divertimento.
Su questo aspetto, in particolare, ho apprezzato che venisse introdotto in modo blando il tema dei giochi di ruolo e di travestimento, cosa che finora non avevo mai affrontato in un romance. I due protagonisti vi si approcciano per la prima volta, in modo impacciato ma intrigante, utilizzandolo come strumento per superare difficoltà emotive nel lasciarsi andare.
Sta cercando di capire cosa succede e i secondi passano, incredibilmente lenti.
È un gioco. Gioca. Gioca. […]
Si gira lentamente con uno di quei suoi sorrisi che non vedo da giorni. Mi squadra di nuovo, dalla cima della testa fino ai miei sottili, vertiginosi tacchi. Sento addosso il suo sguardo fisso e una vampata di calore mi scuote la pelle.
«È di questo che hai bisogno?» sussurra.