Recensione: Dominic di Marie James

Un giorno bussa alla mia porta, quello dopo ci ritroviamo in una convivenza forzata.
Ritirarmi dal Corpo dei Marines non ha significato smettere di fare la mia parte per questo grande paese. Servire lei sarà un piacere assoluto.
So perché ho subito accettato, quando lei mi ha chiesto aiuto.
La chioma spettinata, le lunghe gambe e quella bocca, alla quale vorrei dare mille lezioni, hanno sicuramente avuto un peso nella mia decisione di darle una mano.
Ora arriva la parte più facile: impedire la guerra che di certo si scatenerà, se si viene a sapere che Makayla si è rifugiata da me.

Dominic è senza ombra di dubbio il mio preferito della serie, non solo per la storia raccontata ma anche per i personaggi descritti. È forse il primo volume dove comincio a vedere la faccia sporca dei bikers, quelli dove l’illegalità a volte divampa, sebbene l’autrice abbia voluto mostrare i Renegade come la feccia della società a causa non tanto di alcol, droga o questioni poco lecite, quanto per il fatto che gli anziani di questo club sono dei viscidi figli di puttana che abusano di minorenni e trafficano nella pedo pornografia.

Un libro più spinto, dove non si parla di amore incondizionato, ma di torture fisiche e mentali dalle quali una bella testolina dai capelli rosa sta scappando a gambe levate. La storia è intricata e coinvolge due club che fino a ieri si sono “sopportati” per pacifica convivenza.

Dominic è il fratello di Kincaid, abbiamo sentito di lui già nei capitoli precedenti e non vedevo l’ora di conoscerlo, non mi ha deluso per niente. Lo adoro nel suo atteggiamento triste per un passato che gli ha distrutto il cuore e per quell’essere perfetto e autoritario. Un’autorità la sua che mette anche in camera da letto. Uno di quegli uomini che ti afferrano per la nuca o per il collo e ti possiedono con una violenza rassicurante.

Finalmente in congedo dai Marines torna dalla sua famiglia, o da quello che ne rimane ormai; il Garage è il suo mondo, per quanto abbia una casa favolosa con tanto di pontile (era impossibile non immaginarsi lì a guardare l’increspatura dell’acqua mentre la brezza ti sconvolge i capelli). Non fa davvero parte dei Cerberus, o perlomeno questo è ciò che si dice da solo, ma alla fine è invischiato comunque nei loro affari, soprattutto quando Makayla bussa alla sua porta in cerca di aiuto, una porta che le arriverà dritta sul naso… almeno in principio.

Mak ha vissuto un inferno; quello psicopatico di Grinder non la lascerà mai andare, del resto la ragazza è il suo giocattolo preferito. Lei sa che lui la ucciderà e che i lividi che ha sul corpo non sono nulla rispetto alle sofferenze che dovrà ancora subìre se dovessero riprendersela. Scorpion, suo fratello nonché prez dei Renegade, non alzerà un dito per proteggerla per il semplice fatto che la odia. Ma Jasmine l’aspetta, non può deluderla o abbandonarla, Mak deve trovare una soluzione. 

La storia d’amore e sesso dei nostri protagonisti viaggia tra dialoghi ironici e incisivi, aggressivi e commoventi; una caratterizzazione dei personaggi davvero perfetta al punto da perdonare qualche refuso. La personalità di entrambi penso sia il grande successo del libro insieme all’azione e la suspense dovuta alla tensione per la risoluzione del problema principale. Ammetto che pensavo che Dom sarebbe finito con Bri e… invece no! Mak ha decisamente una marcia in più e forse avevo sovrastimato la sorellona di Shadow.

Ho apprezzato che l’autrice ci abbia narrato le vicende pregresse, conoscere il passato delle famiglie dei due club e di come fossero gestite le vite dentro e fuori dai Cerberus e Renegade è stato un valore aggiunto.

Bellissimo! Il migliore di tutti!