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Recensione: Duca di niente – Serie: Il Club del 1797 #5 di Jess Michaels

Titolo: Duca di niente

Autore: Jess Michaels

Serie: Il Club del 1797#5

Editore: The Passionate Pen LLC

Genere: Romance storico

Data pubblicazione: 25 Maggio 2021

1-Il Carisma del Duca

2-Un duca da scegliere

3-Il duca tradito

4- Il duca silenzioso

5- Duca di niente

6-The Undercover Duke

7-The Duke of Hearts

8-The Duke Who Lied

9-The Duke of Desire

10-The Last Duke

Ecco il quinto avvincente libro della serie Il Club del 1797 di Jess Michaels, autrice bestseller di USA Today.

Inghilterra, 1811. Baldwin Undercross, Duca di Sheffield, ha un segreto che sta nascondendo a quasi tutti quelli che conosce e ama. Per colpa del suo defunto padre, dedito al gioco d’azzardo, e delle sue stesse cattive decisioni, è finito sul lastrico. L’unica possibilità che gli è rimasta è sposarsi per soldi, e alla svelta. L’occasione si presenta quando debutta in società una ricca americana a caccia di un titolo in cambio di un’enorme dote.

Helena Monroe è la dama di compagnia della sua titolata cugina d’oltreoceano ed è infelice. Ma dopo aver incontrato Baldwin su una terrazza, il suo viaggio in Inghilterra sembrare prendere una piega migliore. Si rende però subito conto che il duca l’ha scambiata per sua cugina e tutto inizia ad andare a rotoli.

Baldwin si ritrova combattuto tra scegliere un futuro che salverà il patrimonio della sua famiglia e uno con una donna a cui si sta affezionando sempre di più. Sceglierà la sicurezza o la passione, il dovere o l’amore?

Lunghezza: Romanzo autoconclusivo in versione integrale (70.000 parole)
Grado di sensualità: indossate i guanti mentre leggete, l’uso di occhiali protettivi è a vostra discrezione

Duca di niente è il quinto libro della serie Il club del 1797.

Protagonisti indiscussi sono Baldwin, duca di Sheffield, e Helena Monroe.

Facciamo un bel salto nel passato e tuffiamoci nell’alta società londinese, un mondo scintillante fatto

di ricevimenti sfarzosi, convenevoli e, soprattutto, apparenze.

E proprio per salvare l’immagine i personaggi lottano continuamente, fingendo tranquillità e normalità pur di evitare il disastro pubblico.

Baldwin, alla morte del padre, ha ereditato non solo il titolo e il ducato, ma anche una serie di ingenti debiti di cui, oltre lui, nessuno è a conoscenza. Un’ovvia soluzione al suo problema sarebbe quella di sposare una ricca ereditiera e utilizzare la dote per risanare le sue finanze, ma il destino ci mette lo zampino.

Il duca si invaghisce di Helena, un’americana giunta a Londra come dama di compagnia della ricca e antipatica cugina, a questo punto scegliere tra dovere e cuore non sarà semplice.

Duca di niente è il secondo libro che leggo di quest’autrice, in entrambi i romanzi la cosa che più ho apprezzato sono le narrazioni lineari e l’evolversi della storia senza “strappi al motore”. Ciò ha reso la lettura godibile, un buon passatempo distensivo.

Tuttavia, secondo me, a quest’ultimo romanzo manca quel pizzico di dinamicità e quel leggero pathos che portano il lettore a fare il tifo per i propri beniamini. La parte sentimentale è totalitaria e sicuramente ben apprezzabile da un pubblico più romantico, ma per me tutto questo zucchero in alcuni punti è risultato un po’ eccessivo.

Ciò non toglie che la componente romantica sia ben esplorata: il rapporto tra Baldwin e Helena si evolve con la giusta tempistica e con solide basi.

Un altro aspetto che mi ha convinto meno rispetto al precedente romanzo è la protagonista femminile: ha tutte le caratteristiche per poter brillare, ma viene oscurata dalla controparte maschile, predominante in ogni scena. Si tratta di un personaggio positivo e con molte qualità, ma che non ha uno spessore rilevante nell’evolversi della trama, in quanto resta sempre un po’ vittima delle decisioni altrui.

Inoltre la parte finale, il momento in cui tutti i nodi vengono al pettine, mi ha fatto storcere il naso.

Senza fare spoiler, la conclusione è molto sbrigativa, plateale, e fa un po’ a cazzotti con tutto ciò che precedentemente è accaduto.

Sicuramente tutti gli aspetti elencati non mi hanno permesso di apprezzare completamente il libro, ma non per questo mi sentirei di sconsigliarlo. Non sono rimasta insensibile di fronte a una storia contemporaneamente dolce e struggente, nella quale dovere e volontà sono messi a confronto spesso e con abilità. Soprattutto mi è piaciuto tanto leggere ancora della solida amicizia tra i nobili che hanno fondato il club che presta il nome alla serie, rapporto che l’autrice sottolinea spesso e che trova conferma nei vari romanzi.

Un libro un po’ sottotono rispetto al precedente, ma comunque piacevole.

 

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