Recensione: Due tempi all’unisono – Serie: All’Unisono Vol. 2 di Elena Mauro
Titolo: Due tempi all’unisono
Serie: All’Unisono Vol. 2
Autrice: Elena Mauro
Editore: Triskell Edizioni
Genere: romance contemporaneo MM/Fantasy
Target: 13+
Data di Pubblicazione: 31 Ottobre 2022
- Due battiti all’unisono qui la Recensione
- Due tempi all’unisono
Dopo la battaglia contro il demone Ciardha, Caleb è scomparso. La famiglia O’Neil teme che possa essere successo il peggio, ma Bent sa che è ancora vivo, glielo conferma il legame che lo unisce al ragazzo. Infatti Caleb sta bene, ma non si trova più in Inghilterra. Si è risvegliato in un villaggio di un’epoca in cui i Servi degli Angeli combattono i demoni e in cui si è devoti alla purificazione dell’anima per la reincarnazione. Così, se da una parte Bent e Richard si ritrovano a seguire nuove piste paranormali che coinvolgono persino Duncan Webb, dall’altra Caleb intraprende un viaggio alla ricerca di un sacerdote che sappia comunicare con gli angeli, nella speranza che possano riportarlo a casa. Tra passato e presente, nuove alleanze e vecchi legami, i due ragazzi faranno di tutto per tornare l’uno tra le braccia dell’altro e per fare in modo che i loro tempi scorrano di nuovo all’unisono.
Bellissima storia fantasy adatta a qualsiasi età dall’adolescenza in su.
Dopo una battaglia che ha caratterizzato l’epilogo del libro precedente, Caleb è stato catapultato in un mondo antico/fantastico dal quale non sa come uscire, mentre Bent rimane in quello contemporaneo insieme a Richard, terrorizzato dall’idea di aver perso il ragazzo che ama.
Non possiamo neppure contare sull’aiuto dei personaggi onniscienti, esperti conoscitori del mondo fantastico, degli eventi passati e dalla magia, dato che l’angelo Raska, Selik e Gavin hanno concluso il loro ciclo con il libro precedente, lasciando i nostri giovani eroi a cavarsela da soli.
«Bentornato,» dice tra i miei capelli. Rido. Rido anche se vorrei piangere, rido anche se ci vorrà del tempo per lasciarmi alle spalle la paura di rimanere intrappolato per sempre nel passato, lontano dalle persone che amo.
I protagonisti si avviano quindi in due avventure parallele ma con la stessa finalità, ovvero quella di riportare a casa Caleb e permettere ai due amanti di riabbracciarsi. Nel mondo fantastico il ragazzo incontrerà nuovi amici e andrà alla ricerca di risposte e di conoscenze. Niente più grandi battaglie epiche da affrontare, ma il viaggio sarà costellato da ostacoli ed enigmi da risolvere. Un bell’intreccio ricco di momenti avventurosi e altri più divertenti, la suspense alimentata dal fatto che né i protagonisti né i lettori hanno la più pallida idea di cosa cercare e di dove andrà a parare la storia per trovare le soluzioni finali.
Il racconto è quindi all’insegna dell’avventura, del fantasy ma anche dei sentimenti malinconici legati al dolore per la lontananza e la prospettiva di rimanere separati per sempre, che alimentano una sottotraccia romantica più drammatica, intima e meno scanzonata.
«Voglio tornare a casa.» «È da una settimana che vai avanti con questo “Voglio tornare a casa”. La vuoi smettere?» «Voglio tornare a caaasa!» ribatto con un lamento, soprattutto per far saltare i nervi a Hilmar. «Che un chiodo ti finisca in fronte e il martello faccia il resto,» grugnisce infatti, poi mi supera con una spallata. «Era più originale quella dove hai pregato che i miei gioielli di famiglia finissero nella fornace.» «Ma chi me l’ha fatto fare di partire con un povero mentecatto? Gli angeli mi stanno punendo per qualcosa che non ho fatto!»
L’atmosfera che si respira è assolutamente adolescenziale. Per quanto l’ambientazione sia leggera e non troppo invadente, la mia (personalissima) sensazione è stata quella di immergermi in un fumetto giapponese, più che nell’ambiente anglofono in cui è stata inserita la trama. Attribuisco questa impressione (che forse è del tutto arbitraria, mi rendo conto) al modo “diversamente stereotipato” in cui i protagonisti stringono legami e vivono la loro età con il diritto di essere fragili, esprimendo le loro insicurezze senza vergogna sociale, oltre che all’assenza di particolari violenze o traumi che caratterizzano solitamente i background dei personaggi che nei romanzi provengono da quella parte di mondo.
Ma il forte richiamo al fumetto mi arriva anche dalle caratterizzazioni di personaggi deliziosamente riquadrati all’interno di linee di demarcazione molto precise, che danno vita a figure dai contorni definiti (nelle loro ossessioni, nelle paure, nella loro personalità, nell’ironia, nel loro sapersi ritrovare…) e allo stesso tempo anche dalle sfaccettature psicologiche nette e chiare, cosa che dimostra la semplicità di una storia adatta a qualsiasi età.
Ci sorridiamo. Poi gli allaccio le braccia al collo e lo bacio. Anche di questo ho bisogno, del suo respiro che si mescola al mio, delle sue mani che mi stringono regalandomi un brivido. Al solo contatto mi sembra di sentire i battiti del suo cuore riverberare sulla pelle nuda. Ci baciamo con calma, profondamente, tuttavia i nostri corpi, calmi, non lo sono affatto e nel giro di qualche strattone capitomboliamo sul letto.