Recensione: “È subito l’alba” di Angela White (serie Angeli caduti #2)
Care Fenici, oggi Mumù ci parla di “È subito l’alba” di Angela White
L’amore può tutto, anche vincere il dolore
Due mani bellissime capaci di guarire e far soffrire. Liam e la sua oscurità sapranno accogliere l’alba insieme a Samantha?
William Payne è un neurochirurgo di fama mondiale a cui la vita sembrerebbe aver regalato tutto: denaro, rispetto, l’ammirazione degli uomini e i favori delle donne. Ma dietro questa facciata si celano una rabbia feroce e autodistruttiva e una fragilità che ha radici nel passato.
Samantha Deveraux ha venticinque anni e si nasconde sotto le sue felpe extralarge, i jeans sformati e gli anfibi con i quali affronta il mondo a testa bassa. Solo davanti a un monitor di computer, tra numeri e codici, riesce a esprimersi veramente e ad allontanare il ricordo dei tradimenti che ha subito.
L’incontro di Liam e Sammy a distanza di anni costringerà entrambi a mostrarsi all’altro senza maschere né difese.
Chissà se la volpe dagli occhi verdi riuscirà a liberare dalla sua gabbia l’angelo guerriero…
Questo libro è il secondo volume della serie Angeli caduti. Protagosti sono Samantha, la migliore amica di Alice, e William, fratello maggiore di Nicholas.
Il primo, fugace, incontro tra i due è avvenuto proprio al matrimonio del padre dei due ragazzi, qualche anno prima, quando Samantha era solo una liceale con poca autostima. Oggi ritroviamo Samantha, genio dell’informatica, lavorare per la King Inc. società newyorchese leader nel settore delle biotecnologie, e a capo del progetto a cui a dedicato tutta se stessa. A Samantha viene affidato un nuovo incarico: deve riuscire a convincere il dottor Paine senior ad arricchire e aggiornare la rete informatica del Manhattan Memorial con un software che ha sviluppato.
All’incontro però trova il dottor William Payne III, un neurochirurgo trentenne, folti capelli neri e intensi occhi grigi. Lo stesso uomo che ha ballato con Sammy una sera di tanti anni fa. È bastato un solo ballo tra i due, lo scambio di qualche battuta e lei si sente irrimediabilmente innamorata. Tanto innamorata che si rivedranno solo per puro caso ad un incontro di lavoro anni dopo, incontro finito pure male! Liam le dice con una fredda cordialità che non è interessato al progetto. Si rivedranno, nuovamente per caso, ad un incontro clandestino di lotta del bel dottore.
Sarebbe stato interessante se si fosse sviluppato questo punto della storia, invece Liam si limita a prenderla tra le braccia, con tutti i nessi e connessi del caso, e la porta a casa sua. Ma per una conoscenza più approfondita tra i loro corpi dobbiamo aspettare l’appuntamento successivo. La mattina le lascia un biglietto ‘mi dispiace’ e lei si vendica hackerandogli il pc. Dopo una serie di vicissitudini si riconciliano e…. vissero per sempre felici e contenti. L’idea di fondo sicuramente non manca, ma se l’autrice si fosse concentrata più sulla sostanza che sulla forma, di certo il libro ne avrebbe guadagnato. Dalla prima pagina ci tocca sentire tutte le ansie, paure e angosce di questa ragazza: sta sempre li a lamentarsi praticamente di tutto. Potrebbe benissimo essere la presidentessa del club ‘Mai una gioia’. OK, i tuoi genitori si sono separati quando avevi quattordici anni, ma non mi pare un evento così traumatico, vista anche l’età, da trasformarti in una pappamolle paranoica! Un passaggio esempio per capire meglio cosa intendo.
Una hostess mi domanda la carta d’imbarco, e io obbedisco goffamente, cercando il documento nella tasca dello zaino. Dietro di me si sta formando una fila che comincia a dare segni di impazienza. Con un sospiro di sollievo, offro la carta all’assistente di volo, che dopo un rapido sguardo non fa cenno di restituirmi il foglio. «Miss Deveraux, vorrebbe avere la gentilezza di seguirmi» Un ordine travestito da invito, e il suo sorriso non basta a stemperare l’ansia che mi nasce dentro a quell’imprevisto. Con addosso gli sguardi degli altri viaggiatori, la seguo a testa bassa, cercando di intuire cosa possa essere successo. Arranco dietro la hostess e rischio di inciampare un paio di volte, mentre la mia vista si appanna. Sbatto in fretta le palpebre, scacciando il velo di stanchezza che mi offusca gli occhi. Ma la verità è che sono stanca, inquieta e agitata. La testa comincia a farmi male e cerco di respirare regolarmente, per affrontare con lucidità qualsiasi inconveniente mi aspetti. Mi sfiora il pensiero che non potrò partire e sento il cuore sprofondare.
Adesso mi chiedo, ma ci voleva così tanto a chiedere alla hostess maggiori informazioni? Diciamo che in generale i toni lamentosi durano per tutto il libro, sino a quando, in una scena finale parla col padre e finalmente lui le dice che non ha smesso di volere bene alla madre. Questa cosa l’ho trovata veramente ridicola. Dopo essere stati costretti a sorbirci la sua perenne autocommiserazione, adesso scopriamo che bastava che si sedesse cinque, dico cinque, soli minuti a parlare con il padre, per risparmiarsi, e risparmiarci, anni di sofferenza. Tutto gira intorno a Sammy, al punto che Liam è quasi del tutto oscurato. Una comparsa più che un protagonista. Sappiamo veramente poco di lui. Un vero peccato, un personaggio così interessante che meritava di sicuro maggior visibilità, ma che sembra esistere solo per supportare la figura di Samantha.
Posso specchiarmi nei suoi occhi e so bene di non essere perfetta. Sono goffa, ho dei capelli assurdi, parlo troppo, dico sempre quello che penso e mai una volta che riesca a esprimere quello che provo davvero. Non so cosa veda in me. Perché mi voglia, se davvero mi vuole.
Samantha, in una delle sue tante autocommiserazioni, sostiene che Liam l’abbia fatta innamorare, ma è veramente difficile capire come ci sia riuscito dato che, se vogliamo proprio essere precisi: ci ha ballato una volta, l’ha portata a cena fuori, ci ha fatto l’amore, per poi sparire lasciandole un misero biglietto di scuse. Beh, ragazza mia, diciamo che la sua partecipazione è stata al minimo sindacale in questo tuo innamoramento.
Ho scelto questo libro perché mi aveva colpito la trama, purtroppo ha disatteso le mie aspettative, tuttavia, se avete letto il primo volume, con protagonisti Nicholas e Alice, e lo avete apprezzato, sicuramente troverete interessate anche questo secondo volume. Se invece dovete acquistare entrambi i volumi, non mi sento di consigliarvi quest’opera. Avrei maggiormente preferito che l’autrice si concentrasse più sulla sostanza che sulla forma, l’idea di fondo è sicuramente un buon punto di inizio che, a mio parere, necessitava di maggior sviluppo.