Recensione: “English Man” di Veronica Deanike
Alexander FitzMaurice III, Lord della camera dei Pari, è il discendente ed erede unico di una tra le più antiche e nobili casate d’Inghilterra.
Il viso sfregiato, che offende la bellezza algida e austera, gli ricorda, ogni giorno, il suo fallimento.
“Non sono riuscito a salvarle.”
Il tormento dell’anima lo avvolge come una coperta scura e regala, a chi lo guarda, la sinistra consapevolezza della sua pericolosità.
“Sono pronto a tutto. Quella bambina è come una figlia per me. Piccola peste… Ha trovato la chiave del mio cuore, ammesso che io ne abbia uno.”
Una donna irrompe nella sua vita.
Messicana di nascita, americana del Bronx nel temperamento.
I suoi modi irruenti, la lingua tagliente e la brutta abitudine di essere fin troppo sincera, lo irritano profondamente, ma ha bisogno di lei. Deve tenere duro e tollerarla fino a quando tutto non sarà finito. E poi, forse, prima di restituirla alla sua vecchia vita, si concederà la soddisfazione di dimostrarle che non è l’uomo che lei lo accusa di essere. Un uomo di ghiaccio.
Oh sì, quella sarebbe stata la parte più divertente.
“ in ogni istante della nostra vita abbiamo un piede nella favola e l’altro nell’abisso”
È la prima volta che mi ritrovo a leggere Veronica Deanike e devo dire che ne sono rimasta affascinata, nonostante la sua sia una storia che si evolve abbastanza frettolosamente.
English man è un romance con tratti noir. Non ha una trama complessa, è abbastanza facile da comprendere e seguire. Anche i dialoghi sono stati per lo più positivi, riescono a imbarazzarti, colpirti, trascinarti sia quando esplode la passione sia quando questo non accade.Tutta la storia riesce a tenere vivo l’interesse e, la bellezza dei dettagli è quel qualcosa che apprezzo di più, nonostante essi portino la scrittura a essere meno fluida e scorrevole.
La storia ha inizio con un antefatto di cui non ci è dato sapere nulla, solo che quanto accaduto è veramente brutto.
Siamo a Londra, sono passati un paio di anni dagli eventi dell’antefatto e conosciamo il personaggio di Alexander FitzMaurice III, Lord della camera dei Pari che, per come viene descritto e raccontato, io ho adorato fin dal primo momento. Un uomo nato e cresciuto nell’alta società, rigido, inflessibile, di una bellezza raffinata, se non fosse che nel suo passato c’è una cicatrice sia fisica che psicologica con la quale non riesce bene a convivere, perché segno per lui di debolezza e di perdita.
Quando l’uomo riceve, durante la notte, una chiamata improvvisa, capisce che il passato è tornato e questa volta gli presenta una bambina di cinque anni, sua nipote Marisol. Con il disperato tentativo di trovare un punto d’unione e maggiori indizi per riportare anche la sorella a casa, Alex non si fa scrupolo e cerca qualcuno che l’aiuti. Tra tante, in casa arriva Jennifer, ragazza di origini messicane e laureata in psicologia che con il suo carattere forte, non tollera per niente la ricchezza.
L’incontro tra i due potete solo immaginare come avvenga , si intuisce tra di loro già una sottile infatuazione. Se lui ne rimane affascinato non tanto per i suoi modi, ma per come riesce a tenergli testa e soprattutto a guardarlo in faccia, nonostante la cicatrice, lei ne rimane letteralmente folgorata e lo confida alla sorella maggiore Isabelle, che lavora già per la famiglia da molto tempo.
“Non gli era mai capitato di avere a che fare con una donna simile. Tutte le sue partner avevano sempre evitato di guardargli apertamente lo sfregio: alcune se sorprese a fissarlo, avevano la decenza di arrossire e abbassare lo sguardo, altre, invece, facevano fatica a non mostrare ribrezzo.”
Ogni personaggio ha una sua storia, che pian piano scopriamo grazie alla presenza della bambina. Quello che non è chiaro all’inizio è il come e il perché l’uomo ha iniziato questa ricerca, ma nell’andare avanti con la storia, attraverso i dialoghi e le provocazioni che ci sono tra Alex e Jennifer tutto diventa più chiaro. Quando i due protagonisti parlano tra loro infatti, utilizzano sempre toni stuzzicanti, tendono sempre a dire qualcosa che non vorrebbero e ci fanno scoprire fatti ed eventi che li hanno condotti a quel punto.
Non vi saprei dire chi tra i due soffre di più, di questo tira e molla attraverso le parole, i baci rubati e gli sfioramenti. Alexander cerca di trattenersi perché la sua istruzione, l’onore gli impedisce di lasciarsi andare con una sua dipendente, ma rimane comunque turbato dalla giovane; mentre per Jennifer l’idea di essere una delle tante, che questa sia una favola, e quindi non possa essere reale, la porta sempre a cercare di non lasciarsi andare. Eppure entrambi sono una tentazione per l’altro e in un certo modo riescono a far funzionare per poco, pochissimo tempo le cose. Sono entrambi due caratteri forti, è difficile capire chi, e in quale circostanza, può avere la meglio. Non mi dimentico però di sottolineare che tra loro, l’elettricità è talmente alta, palpabile che tutti alla tenuta capiscono che c’è qualcosa tra loro.
Eh già, tra tutta la storia, i dialoghi tra Jennifer e Alex sono stati i più belli.
Nonostante sia un libro autoconclusivo e si sa, le storie talvolta mettono l’acceleratore e le autrici si perdono per strada alcuni personaggi, ne ho apprezzato ogni momento. Sia Alexander che Jennifer vengono spiegati, descritti, mostrati pagina dopo pagina. Di loro non conosciamo solo l’aspetto, i sentimenti, ma anche le paure e i sogni. Specialmente Alexander che abbandona il ruolo di Lord e torna a essere un semplice uomo in questa storia d’amore intrigante, dove fanno capolinea violenza, narcotrafficanti e specialmente la vendetta collegata alla sorella e madre di Marisol, Estelle.
«Englishman.» Il tono strascicato e quel nomignolo derisorio, che odiava fino alla nausea, gli diedero la certezza dei suoi sospetti. Forse sarebbe morto.
Inoltre seppur in minor dose oltre ai vari personaggi, l’autrice riesce a mostrarci anche il personaggio di Lui, un sicario ingaggiato da Alex. Seppur un personaggio secondario, senza volto, senza nome, con semplici parole e momenti, l’autrice riesce ad attirare l’attenzione del lettore e riusciamo a conoscere meglio l’uomo che all’apparenza sembra freddo, ostile, minaccioso, e invece nasconde una storia molto bella e triste. Una storia che si ripete, una storia che secondo me potevamo anche non subire, perché si, nel finale tra le tante avventure – se volessimo chiamarle così – c’è quel particolare struggente che seppur compreso e amato alla follia, non ho per nulla gradito. E non posso lasciarlo passare inosservato. Questa parte che riguarda Lui mi ha distrutto e ha condizionato il mio giudizio, tanto da farmi togliere una stella. Poteva essere meglio articolato il tutto, spiegato meglio e invece c’è stata troppa frettolosità che talvolta sembra prendere e animare la storia.