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Recensione: FIGHTING SOLITUDE. INCONTRO CON LA SOLITUDINE “On the ropes series #3” di ALY MARTINEZ

Ero nato per lottare. Abbandonato dai miei genitori, ho passato la vita a forgiare il mio cammino, un cammino guidato dai pugni e lastricato di dolore.
Intoccabile sul ring, ho distrutto chiunque mi trovassi davanti, ma le mie vittorie si limitavano a quello. Fuori dalle corde continuavo a deludere le persone che mi amavano. Inclusa la mia migliore amica, Liv James, l’unica che avrei protetto a costo della vita.
Anche se non la meritavo, Liv non ha mai smesso di credere in me. Non si è mai arresa. Non ha mai mollato. Dopotutto, lei capiva ciò che avevo perso, perché lo aveva perso anche lei.
Liv era tutto per me, ma non era mai stata davvero mia.
Ma le cose sarebbero cambiate.
Avevo perso il mio primo amore, ma mi rifiutavo di perdere la mia anima gemella.
Ora sto per affrontare una delle battaglie più difficili della mia vita.
Sto lottando per diventare l’uomo che lei merita.
Sto lottando contro la solitudine dei nostri passati.
Sto lottando per lei.

Buongiorno Fenici, purtroppo siamo arrivati al capitolo conclusivo della On the Ropes Series di Aly Martinez.
Dopo aver letto e amato le storie precedenti, con Fighting Solitude le cose non sono cambiate. Ho adorato questo romanzo, anzi, ho adorato proprio tutta la serie al punto tale da non riuscire ad avere un preferito.

Come già l’autrice ci aveva fatto intendere, questo volume finale parla di Quarry e Liv che, dopo la tragica morte di Mia, devono affrontare il dolore per la sua perdita.
Q, da sempre il più scapestrato dei fratelli, con la scomparsa della ragazza perde quasi del tutto la bussola, e l’unica àncora che riesce a trattenerlo è la sua eterna costante Liv.

Liv, da sempre innamorata di lui e perennemente in contrasto tra i sentimenti che prova per Q e la forte amicizia con Mia, uscirà altrettanto devastata dalla sua morte. Ma se Q, non appena si rende conto dell’attrazione nei suoi confronti (quattro anni, meglio tardi che mai), cercherà di conquistarla, Liv decide invece di scappare per la lealtà nei confronti di Mia e la paura di soffrire ancora.

Come si evince sia dalla trama che dalle mie parole, anche questo libro tratta temi delicati, nonostante questo, però, la bravura di Aly Martinez sta proprio nello stemperare le situazioni senza renderle troppo pesanti; riesce a creare, così, un romanzo semplice e divertente ma non privo di significato.
Mi piace molto il suo modo di scrivere, ma soprattutto l’ho apprezzata perché ha parlato di argomenti che di solito nei romance non sono molto presenti.

Sapere di essere arrivata alla conclusione ha reso questa lettura, per me, malinconica. Ho finito ogni volume con la consapevolezza che, prima possibile, avrei potuto incontrare i Page e vivere le loro avventure, ancora una volta. Ho letto gli ultimi capitoli di questo libro con una lentezza esagerata, perché già mi mancavano.

Non è un romanzo complesso, la struttura è lineare e la storia non spicca di originalità ma, nonostante ne riconosca i difetti me ne sono innamorata. Sono presenti delle scene erotiche abbastanza esplicite che indirizza il romanzo a un pubblico consapevole.

 

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