Recensione: “Filo Spinato” di Irene Catocci (Amore Proibito Vol. 1)
Non è una storia semplice.
Non è una storia accettabile.
È una storia cruda, indecente.
Ma dolce come lo è l’amore.
Cosa faresti se, di punto in bianco, ogni tua convinzione venisse stravolta?
Cosa penseresti se, la vita che conoscevi, fosse solo un imbroglio?
Anita, suo malgrado, si ritrova a porsi queste domande, lacerandosi l’anima nella discesa repentina verso la verità.
Una verità scomoda, dannata e proibita.
Il romanzo presenta una storia nella storia. Anita, bloccata in una friendzone con Nicola, si ritrova a leggere i diari di sua madre Livia, scoprendo le tragiche vicende sentimentali di un’adolescente innamorata e ricambiata dal fratello Enea.
Che Dio ci maledica con il fuoco e le fiamme, ci incenerisca e ci faccia diventare polvere, io adesso respiro di nuovo e non mi importa di nient’altro che di noi.
Sarò sincera. Se la storia si fosse limitata a raccontare di questa seconda relazione, che nonostante incestuosa è intensa e coinvolgente, sarei riuscita a soprassedere sulle difficoltà stilistiche e di punteggiatura, sulle ridondanze e sulla lentezza del racconto che non voleva evolvere. Ma il fatto che sia stato scelto un intreccio un po’ particolare, con il racconto tramite diari affiancato a una storia d’amore che non ho trovato altrettanto convincente, ha fatto sì che si sommassero insieme troppe problematiche.
Se, da un lato, la vicenda di Livia ed Enea ha avuto uno sviluppo curato e una piena conclusione, quella tra Anita e Nicola mi è parsa superficiale e si è risolta troppo velocemente e troppo felicemente, senza grosso sforzo di conquista.
L’intreccio tra le due storie sentimentali, non è arrivato a sciogliere e dare sollievo a tutta la situazione conflittuale preparata nel corso del romanzo. È mancata la correlazione tra le due, un’analogia, un parallelismo o contrapposizione tra esse.
Le vicende della madre e la conclusione della sua storia, hanno sconvolto Anita, tuttavia non hanno provocato un cambiamento in lei. Non ho tratto dalla lettura nessuna evoluzione, non un puzzle che va a posto, non una questione psicologica che d’un tratto si risolve. Quando, un mese dopo, Anita ha portato a conclusione la vicenda tra Livia ed Enea, l’ha fatto con sollievo, rimuovendo qualsiasi senso di colpa o presa di coscienza del proprio ruolo sulla malattia della madre, e senza far scattare quel meccanismo di comprensione che sarebbe stato intuitivo in una persona che sta vivendo le stesse emozioni che sua madre desiderava: una relazione felice, libera e alla luce del sole.
Io spero ogni giorno di svegliarmi e di non amarti più ma, ogni volta, ti sento sempre più mia, sempre più vicina. Non guariremo mai, Livia.
Anita ha concluso il suo percorso ammettendo che non potrà mai capire, ma decide di accettare ciò che è successo. Si strugge, perdona, ma non capisce. Assolve. Giudica. Si mette dalla parte di tutti coloro che hanno sempre giudicato peccaminoso l’incesto tra i due fratelli, si è arresa ai pregiudizi che tanto male hanno fatto a sua madre e allo zio. Vi si rassegna, fino ad ammettere che non potrà mai arrivare a superarli per comprendere il tipo di amore tra Livia ed Enea. Si erge a giudice, fino a permettersi di “assolverli” dai peccati.
«Hanno sbagliato su più punti ma come posso non assolverli. Non capisco e non capirò mai ma, non lo so. Sento di averne bisogno.»
Difficile il giudizio: ho amato e sofferto molto per le vicissitudini della madre, ma l’altra metà del libro è priva di focus, se non quello di aggiungere qualche scena di sesso e altre inutili (shopping, scelta delle bomboniere dell’amica, serate al pub…)
In merito alle raccomandazioni che seguono la sinossi, voglio solo precisare che il tema scabroso trattato in questo libro è semplicemente l’amore passionale che esplode tra due fratelli, rifiutato con forza da entrambi ma mai sedato. Si tratta di amore romantico, che tutti sono ahimè consapevoli, essere un amore proibito. Ho letto libri con contenuti molto meno adatti ai minori di diciotto anni. Credo che l’unico aspetto fondamentale, imprescindibile in questo genere di letture, sia che le situazioni vengano trattate con rispetto e delicatezza, e questo romanzo l’ha fatto.
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