Recensione: “Final girls” di Riley Sager
Un gruppo di adolescenti, un weekend in un cottage nel bosco per festeggiare il compleanno di Janelle, ma in men che non si dica, la festa si trasforma in un film dell’orrore: un uomo fa irruzione e ammazza tutti i presenti, tranne una ragazza che riesce miracolosamente a fuggire. Sono passati dieci anni dal massacro di Pine Cottage, e Quincy Carpenter soffre ancora di amnesie legate a quella tragedia. Per i media internazionali, Quincy è una “final girl”, una sopravvissuta, insieme a Lisa e Samantha, sfuggite anche loro a due sanguinosi massacri. Le tre ragazze non si sono mai incontrate, anche se per un periodo si sono scritte per sostenersi a vicenda. Ma quando Quincy riceve la notizia che Lisa si è tolta la vita non prima di aver cercato di contattarla con urgenza, la ragazza ripiomba nell’incubo…
Quincy Carpenter vive nel suo appartamento a Manhattan con il fidanzato Jeff, avvocato d’ufficio. Ha trent’anni e il suo blog dove racconta la sua passione per i dolci. Conduce una vita normale, o almeno questo è quello che vorrebbe, perché Quincy non è una ragazza normale. Lei è una final girl, una sopravvissuta, da quando dieci anni prima è stata l’unica a sfuggire al massacro di Pine Cottage. Una carneficina in cui ha visto morire i suoi amici, uccisi a coltellate senza pietà da Joe, un ragazzo fuggito da un manicomio nascosto tra gli alberi nei pressi del rifugio.
Quincy cerca con impegno e disperazione la normalità, nascondendosi nella sua amnesia che, come un dono inaspettato, le rende impossibile ricordare tutto ciò che è successo nel tempo intercorso da quando lui, l’assassino, la colpisce con tre coltellate, a quando lei raggiunge la sua salvezza, lanciandosi nelle braccia di Coop, l’agente Franklin Cooper, che la conduce al sicuro e fa di lei una sopravvissuta. Quincy però non è la sola. A combattere con i propri demoni e a cercare di sopravvivere al proprio passato, ci sono ancora due donne: Lisa Milner e Samantha Boyd. Protagoniste e uniche superstiti di due vicende simili, per efferatezza e follia, a quella di Quincy.
Quincy, Lisa e Samantha. Tre donne che hanno conosciuto la paura, che sono riuscite a sfuggire alla morte, tre final girls.
Negli anni Coop le rimane legato come una presenza silenziosa e rassicurante, pronto a confortarla e sostenerla, ma quando le comunica la notizia che Lisa si è uccisa tagliandosi i polsi nella sua vasca da bagno, il castello di carte di Quincy crolla rovinosamente, obbligandola a fare i conti con se stessa e con l’orrore sepolto nella sua memoria. Lei, però, non vuole ricordare, vuole vivere. A mettere in discussione la sua scelta e la sua apparente normalità sarà la terza donna sopravvissuta, Samantha, che piomberà nella vita di Quincy improvvisamente, materializzandosi come uno spettro dal passato, costringendola a prendere coscienza di sé e della sua verità, senza più nascondersi. Ma cosa succederebbe se quella verità fosse in realtà una bugia? Quali lati oscuri verrebbero alla luce, se Quincy ricordasse ciò che la sua mente per anni si è rifiutata di accettare? E soprattutto, perché solo lei è sopravvissuta quella notte a Pine Cottage? L’intero mondo e la sua vita, come lei li conosce, potrebbero essere ribaltati e lei potrebbe essere di nuovo in pericolo.
Dopo un inizio non particolarmente vivace, la storia prende vita con sfaccettature e aspetti che si svelano a ogni pagina, trasformandosi in un crescendo di evoluzioni e scoperte, come se l’autore avesse preparato la scacchiera e, solo in un secondo momento, avesse iniziato a muovere i pezzi in una partita di suspense e rivelazioni che si susseguono fino all’ultima pagina.
La personalità della protagonista è descritta con credibilità e sensibilità: il tormento interiore e la traccia indelebile che ha lasciato nel suo animo l’orrore del passato, sono raccontati in maniera incisiva e coinvolgente.
L’autore riesce a intrecciare le scelte e i pensieri di Quincy con quella del principale personaggio secondario, Sam, in maniera sottile e intenzionalmente ingannevole preparando il lettore al colpo di scena conclusivo.
Unico particolare che ho trovato poco convincente è la parte finale, forse un po’ forzata e al limite della credibilità.
In definitiva un thriller efficace e ricco di suspense, consigliato a chi apprezza le storie con sviluppi a sorpresa imbrattati di rosso.
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