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Recensione: Giocare per vincere di Laurel Ames

Titolo: Giocare per vincere 

Autrice: Laurel Ames

Genere: Romanzo storico regency

Editore: Harmony Elit Historical

Data di pubblicazione: 2 maggio 2023

Età di lettura consigliata: adatto a tutti

Londra, 1815
Non avrebbe saputo dire con precisione perché, ma Sera Barclay non protestò quando il padre le comunicò di aver organizzato una cena per presentarle Lord Anthony Cairnbrooke. Aveva incontrato il gentiluomo in questione una sola volta e, benché lui non l’avesse degnata di uno sguardo, lei ricordava benissimo i suoi luminosi occhi azzurri. D’altra parte Sera era abbastanza saggia da sapere che un uomo che si era appena battuto in duello per un’altra donna difficilmente si sarebbe interessato a lei, se non per la sua notevole ricchezza. E per quanto fosse ormai abituata a respingere sedicenti ammiratori, attratti solo dalla sua dote, temeva che con Tony Cairnbrooke non sarebbe stato così facile, perché aveva la fastidiosa impressione di potersi innamorare di quell’uomo.

 

 

Se dal titolo vi aspettate qualcosa di intrigante, con colpi di scena e sesso bollente … chiudete il libro! Questo non è un romanzo che fa per voi.

Infatti è una storia che definirei delicata e sensibile che getta un faro su quelle numerose donne di un’epoca in cui si sposavano con un matrimonio combinato, perché così si faceva e non ci si ribellava, anzi si cercava di amare e proteggere il proprio coniuge. Se eri fortunata finivi per avere un buon matrimonio, altrimenti dovevi imparare a sopravvivere. 

Tony e Serafina si sposano per volere dei rispettivi genitori. Per il primo sarà un modo di mettere la testa a posto dalle innumerevoli scorribande fatte dopo la morte del fratello, per la seconda, invece, sarà l’occasione per lasciare la casa natale e permettere al padre, vedovo da anni, di risposarsi. 

Tony si sposa ma per essere un buon marito deve assolutamente sistemare delle situazioni, che ovviamente Serafina non può e non deve assolutamente sapere.

Nel romanzo spicca soprattutto il personaggio di Serafina: topo da biblioteca,  proprietaria per metà di un teatro, scrive commedie a lieto fine ed è dotata di  una intelligenza molto raffinata. Lei cerca di non farsi scoraggiare da ciò che la circonda, mantiene sempre il sangue freddo anche nelle situazioni più disparate e prova ad accostarsi in tutti i modi possibili e immaginabili a suo marito che la tiene a distanza e con cui non ha ancora nemmeno consumato il matrimonio. Con la sua arguzia riesce a farlo sorridere e avvicinarsi, cosa non sempre facile dato che è un uomo dall’umore scostante. 

Serafina non capisce perché lui si comporti così ma non si arrende:  un po’ come la goccia che corrode la pietra, piano piano, scava dentro di lui e lo farà innamorare anche se lei non ne avrà mai la sicurezza. Se riusciranno ad avere un matrimonio felice è un’incognita perché le difficoltà, come nella vita fuori dai romanzi, certamente non mancano.

È una storia lenta, ma non per questo meno bella, basata soprattutto sull’aspetto “psicologico” dei personaggi, non ci sono colpi di scena eclatanti, non ci sono intrighi difficili da sciogliere, non c’è suspance.

Lo consiglio a chi vuole una lettura serena, semplice, senza troppi giri della trama. Soprattutto a chi vuole sapere come all’epoca si comportavano, veramente, alcune donne nei matrimoni combinati. 

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