Recensione: “Il guerriero e la dama di ghiaccio” di Fabiola D’Amico (Serie Hambleton #1)
Londra 1815. Helena non ha chance: deve fuggire. Comincia così un viaggio verso l’ignoto: Londra, Parigi, Firenze, Taormina. Contando sulle sue sole forze dovrà sfidare il destino, tuttavia incontrerà sempre qualcuno pronto ad aiutarla: il gentiluomo di Londra, il capitano della nave, il proprietario di un club esclusivo, il misterioso uomo che le aprirà le porte dell’amore quando il suo cuore si è cristallizzato a ogni sentimento e tutti la conoscono come la dama di ghiaccio. Alexander David Conte di Rutland ha degli obiettivi precisi: trovare l’uomo che ha condotto il padre al suicidio e vendicarsi. S’improvvisa corsaro durante la guerra con Napoleone; si cala, con sprezzo del pericolo, nel ruolo di pirata in seguito. Tutto per ottenere la vendetta. Il destino lo ha trasformato in un guerriero che non ha tempo per l’amore.
Due anime sole, ferite, che s’incontrano, si sfiorano, si amano e si perdono. Divisi dagli obiettivi, dal passato, dal presente. Uniti dal destino, separati dalla perfidia di un uomo.
Dall’autrice che ha firmato Un giorno da favola e Sensuali tentazioni sull’Orient Express.
La trama stessa trovata su Amazon mi ha intrigata a tal punto che ho deciso che volevo, o meglio dovevo, leggere questo libro. Non che questo sia significativo: sono un’avida lettrice e amo praticamente tutti i generi, quindi è facile incontrare qualcosa di mio gusto tra gli scaffali (virtuali o meno) di una libreria.
Ma, fin dalle prime pagine, posso dire “niente di nuovo all’orizzonte”. Il libro è la solita storia della fanciulla indifesa che si trova in difficoltà e può contare solo sulle sue forze, finché non trova un aiuto inaspettato in qualcuno di insospettabile. L’ho trovato tutto sommato scorrevole, con una storia carina anche se non è di sicuro la trovata più originale del secolo; i personaggi sono ben delineati e i loro ruoli ben definiti, fin qui niente da eccepire. Ma. Arrivano i ma. Come ho detto, la storia non è niente di trascendentale: un po’ la solita storiella della damigella in difficoltà che viene aiutata dal suo eroe e protettore misterioso; aiutata anche a scoprire, beata lei, un mondo romantico e sensuale che le si dipana davanti agli occhi offrendole spunti per i suoi dipinti, portandola ad annegare in un turbine di passioni che si era negata volontariamente. Quello che non mi è piaciuto molto è stato il modo di descrivere la storia, raccontandola in ordine cronologico e “rovinando”, in questo modo, ogni possibile suspense che il lettore poteva avere se la storia fosse iniziata dalla fuga di Helena, senza spiegarne il motivo, ma rendendolo palese tramite dei flash back durante la narrazione. Ecco, in questo l’ho trovato noioso. Sapevi già cosa aspettarti e sapevi esattamente quando sarebbe avvenuto. Un po’ scontato, se vogliamo.
Altra pecca, che però non inficia la piacevolezza della lettura, sono i (molti, perdonatemi se lo sottolineo) errori sia grammaticali che di battitura che di varia natura. Parole ripetute o mancanti, o addirittura punti in cui si passa dal voi (comunemente usato all’epoca) al lei, certamente un po’ troppo moderno per un romanzo ambientato nel 1815 (e soprattutto, inesistente in inglese; giacché la storia, anche se scritta da un’italiana, è ambientata in Inghilterra). Tutto questo mi lascia davvero molto perplessa: possibile che nessuno si sia preso la briga di rileggere il romanzo prima di mandarlo alle stampe? Possibile che l’autrice non abbia chiesto a nessuno il favore di rileggere la storia? Credo si tratti di autopubblicazione, e mi sta bene, ma certi errori sono imperdonabili, soprattutto visti i moderni mezzi che facilitano il compito. Ma, ripeto, tutto questo non impedisce la lettura, peraltro scorrevole.
Nel complesso l’ho trovato un libro piacevole, le scene erotiche sono molto dettagliate e descritte molto bene, senza mai scendere nella volgarità, anche se forse (e dico forse) con termini in un paio di occasioni un po’ troppo moderni. Una lettura gradevole, in certi punti anche intrigante, da portarsi sicuramente sotto l’ombrellone. Ma non sono sicura che comprerò gli altri romanzi della serie.
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