Recensione: Guts & Glory: Mercy di Jeanne St. James

Prima di elevarsi, bisogna cadere…

Ex-operatore Delta Force. Sfregiato dentro e fuori.

Nelle forze armate, Mercy ha visto e fatto cose che la maggior parte delle persone non può nemmeno immaginare. Ora che lavora per la In The Shadows Security, gli incarichi pericolosi sono la sua specialità: più sono difficili e meglio è… fino a quando il suo capo non gli affida il compito di proteggere una donna ricca e viziata che non chiude mai la bocca. Mercy conosce due modi per farla stare zitta, ma entrambi potrebbero costargli il lavoro.

Tuttavia, le prime impressioni possono ingannare e sottovalutare questa donna è un errore che Mercy non ha mai avuto intenzione di commettere. Un errore che potrebbe mettere a rischio non solo il suo lavoro, ma anche le barriere costruite con cura di cui si è circondato.

Testimone di un crimine orrendo, Parris deve lasciare subito Vegas. Dopo che il suo migliore amico ha assunto un professionista per portarla via dal Nevada e tenerla al sicuro, Parris scopre che la sua “guardia del corpo” emotivamente segnata è più di quello che sembra. Per una psicologa come lei, Mercy è una sfida che non si può ignorare, anche se le mura dell’uomo sembrano impenetrabili.

Riuscirà Mercy non solo a tenerla al sicuro, ma a permetterle di salvarlo? O lascerà che la donna che è divenuta la sua droga se ne vada come se niente fosse?

Nota: Fama e Fegato: Mercy è il primo volume della serie “In The Shadows Security,” uno spin-off in sei volumi della mia serie “Dirty Angels MC.” Sebbene sia consigliabile leggere entrambe le serie in ordine cronologico, ciascun volume è autoconclusivo. Come per tutti i miei libri, il lieto fine è garantito e non ci sono finali in sospeso o tradimenti.

La recensione di oggi riguarda Guts & Glory: Mercy, primo volume autoconclusivo della serie In the Shadows Security, dell’autrice Jeanne St. James.

Sfortunatamente, non posso parlarvene positivamente.

Innanzitutto, è il primo volume autoconclusivo di una serie, ma che fa talmente tanto riferimento ad altre dell’autrice che al lettore sembra di perdere dei pezzi fondamentali, al punto da non riuscire a entrare in sintonia con i protagonisti e capire al meglio le dinamiche.

Un esempio? Mercy, il protagonista maschile, ripete per gran parte del libro di essere un uomo orribile dal passato imperdonabile che non può provare sentimenti o attaccarsi a qualcuno. Eppure, in passato aveva desiderato avere una relazione con Jazz… ma chi è Jazz? È una ragazza con cui entrambi i personaggi interagiscono, ma che non conosciamo davvero in quanto protagonista di un altro romanzo, in un’altra serie. Senza contare che non ho capito perché pensasse di poter avere una relazione con lei ma rifiutasse a priori l’idea che potesse funzionare con Rissa, protagonista femminile che, comunque, non mi è piaciuta molto. Per tutta la storia, mi è sembrata più interessata a “sistemare” Mercy, nemmeno fosse un progetto o un paziente di cui prendersi cura, e ho fatto proprio fatica a entrare in empatia visto che mi è sembrata interessata a Mercy solo per le sue capacità in camera da letto.

In effetti, buona parte del libro consiste in scene spicy e, per quanto io ami quest’aspetto, ne ho saltata qualcuna perché iniziavano a essere troppe. L’altra parte, invece, è esclusivamente incentrata sui pensieri dei protagonisti, fattore che, a mio avviso, non ha permesso lo sviluppo necessario della storia d’amore tra Mercy e Rissa e per questo il lettore fa fatica a percepire il loro legame

Infine, la traduzione risulta legnosa e poco fluida, rendendo difficile seguire le vicende. Per tutti questi motivi, non continuerò a leggere la serie ☹