Recensione: “Honor” di Jay Crownover (Breaking Point #1)
Non farti ingannare. Non cercare giustificazioni per me. Non sono un uomo per bene. Ho visto cose che non avrei dovuto vedere, fatto cose di cui nessuno dovrebbe parlare. Nella mia vita non c’è posto per onore e coscienza. Ma ho combattuto e sono sopravvissuto. Ho dovuto farlo. Quando l’ho vista ballare in uno strip club, ho sentito il cuore battere per la prima volta. Keelyn Foster era troppo giovane, troppo piena di vita per quel posto, e mi sono reso conto in un istante che doveva essere mia. Ma prima di averla, sarei dovuto diventare l’uomo più temuto di The Point. Per avere qualcosa di decente da offrirle. Adesso è così. I soldi non sono più un problema e non c’è niente che io non possa ottenere. Eccetto lei. È scomparsa, introvabile. Ma non intendo arrendermi. La troverò e la reclamerò. Sarà mia. Perché, come ho detto, non devi farti ingannare. Non sono un diavolo sotto mentite spoglie… Sono un diavolo che padroneggia la scena.
“Ovunque tu fossi o qualunque fosse il tuo destino, la vita non era altro che il risultato delle tue scelte.”
Il libro di cui vi parlo oggi è “Honor”, primo capitolo della serie Breaking Point, di Jay Crownover, strettamente legato alla serie precedentemente pubblicata sempre dalla Newton Compton Editori Welcome to The Point.
Inizio con il dirvi che se non avete letto, “Bad Love”, “Big Love” e “Forever Love” vi consiglio personalmente di recuperare, perché i protagonisti di Honor li troverete già nei precedenti volumi, e imparerete a conoscerli, ad amarli e a temerli prima che la loro storia si palesi davvero in questo romanzo.
Nassir Gates: lui è per me l’esempio perfetto di come un personaggio che hai trovato deplorevole, che hai, a volte, anche odiato riesca, con la sua storia, ad ammaliarti, a intenerirti, a corromperti in modo così viscerale da ritrovarti a volerlo segretamente anche tu un diavolo tanto bello quanto dannato come lui.
E per un diavolo che si mostra al mondo, penserete voi, ecco che al suo fianco è pronto il suo angelo immacolato, e invece no, assolutamente no. La forza di questo romanzo, per la prima volta in questa serie, è proprio la protagonista femminile Keelyn Foster. Il suo modo di fare, a tratti accondiscendente e a tratti risoluto, ma sempre agguerrito, vi lascerà a bocca aperta. Il suo amore verso quell’uomo così temuto e allo stesso tempo voluto vi porterà a innamorarvi della loro storia, così fuori dagli schemi, eppure così autentica.
“Honor” è passione, è sesso, è guerra, è sangue, è sotterfugio. Insomma, è un mix letale per qualsiasi amante dei dark romance, ma è soprattutto paura di lasciarsi andare, di farsi amare, di abbandonarsi all’altro quando tutto intorno grida orrore e oscurità.
Mi sono lanciata nella lettura di questo romanzo con la consapevolezza che alla fine non avrei avuto mezze misure nel giudicarlo, i protagonisti li conoscevo già. Quello che non sapevo, è che la loro storia sarebbe riuscita a renderli i migliori sotto ogni punto di vista.
Ho amato Nassir, il suo modo di venerare Keelyn, la sua passione nei suoi confronti, il bisogno di proteggerla incondizionatamente, il suo non arrendersi davanti a un rifiuto; ancora adesso, se chiudo gli occhi, rivedo la scena di lui che combatte con il suo completo immacolato, convinto che il dolore fisico non sia nulla al cospetto di un cuore ferito da un sonoro rifiuto. E ancora di più l’ho amato per essere riuscito a non prevaricare su di lei, a renderla una sua pari sia sul piano sentimentale sia su quello lavorativo. È un uomo che ha visto davvero l’inferno, che imbraccia la fiaccola per dar fuoco al mondo. Non è un personaggio buono, ma nella sua malvagità, l’amore che prova per la sua Key è forse l’unica cosa che lo rende vulnerabile e umano e, proprio questo, vi farà capitolare.
«Non puoi scoparmi e dimenticarmi come pensi di poter fare, Key. Facciamo talmente parte l’uno dell’altra che divisi siamo quasi irriconoscibili. Mi sei entrata dentro così profondamente che, quando non ci sei, mi sembra che manchi una parte di me. Se tenerti qui dove posso vederti, dove posso sentire il tuo profumo, dove respiriamo la stessa aria, significa saperti al sicuro, felice e contenta, allora non ti toccherò in alcun modo». Mi avrebbe ucciso, ma in passato avevo sopportato torture e tormenti peggiori.
Key: diciamo che il suo personaggio, all’inizio, sembra un po’ remissivo, la classica ragazza sperduta che s’innamora dell’uomo più cattivo e invece, in men che non si dica, diventa spregiudicata, risoluta, una macchina da guerra pronta a combattere per tenere al sicuro l’uomo che ama e che è sempre stato tutto per lei. Il suo spingersi sempre oltre i confini ve la farà apprezzare in maniera sbalorditiva. A differenza delle donzelle che cercano aiuto, lei sarà pronta a tutto per salvare se stessa e la persona che tiene in mano il suo cuore e nelle azioni che compirà saprete leggere questa sua predisposizione.
“Sorpresi Nassir a osservarmi dalla vetrata dello showroom e, quando mi sorrise, vidi il riflesso di ciò che provavo io. Era il mio eroe e il mio peggior nemico, era sempre stato il mio salvatore e il mio aguzzino. Era, al contempo, tutto ciò che volevo e tutto ciò che non avrei dovuto volere nella mia vita, e non c’era nessuno al mondo che amassi odiare più di lui.
Lo capivo meglio di chiunque altro e lo amavo, l’avevo sempre amato, perché lui capiva me.”
Non posso non citarvi le scene di sesso, anche se mi soffermerei soprattutto sui preliminari, che hanno fatto di questo romanzo uno dei più sexy della Crownover. Non è il momento in sé a far esplodere il fuoco della passione, sono gli istanti antecedenti, quel balletto sincronizzato che li porta ad avvicinarsi senza riuscire a toccarsi, quel volersi in maniera così assoluta da diventare dolorosa, quei baci a fior di labbra che nascondono tutt’altro. Vi ritroverete a bramare l’ennesimo momento d’intimità solo per arrivare all’unione fisica ed emotiva di un amore che era destinato a bruciare.
«Avevo voglia di toccarti fin dall’inizio, ma quando ti metterò le mani addosso, non ti lascerò più. Dovrai implorarmi, Key. Dovrai farmi credere che capisci cosa significa quando mi chiedi di toccarti».
Lei rise, ma si vedeva che le mie parole la mettevano a disagio. «Cosa significa?».
Socchiusi gli occhi ed espirai lentamente. Mi rendeva difficile anche respirare. «Significa per sempre».
Qualcosa di simile alla paura le balenò negli occhi e la tempesta di rabbia tornò a imperversare. «Il “per sempre” non sembra durare molto a The Point».
«Il “per sempre” dipende da te»
Jay Crownover, è stata capace di rendere un personaggio deplorevole in un uomo che ha una storia terrificante da raccontare e accanto gli ha messo una protagonista che non lo rende buono, ma che cammina al suo fianco, che sa tenergli testa ed è la sola in grado di amarlo proprio nel suo essere così oscuro e temibile.
Posso tranquillamente elogiare la piega che sta prendendo questa serie, dove il male è sempre in agguato. In alcune scelte della scrittrice si nota il suo voler trovare un bagliore alla fine del tunnel, dove anche il personaggio più cattivo è in grado di concedere una scelta a chi può meritarla, ovviamente solo a chi può meritarla.
Si delineano in questo romanzo anche le prossime storie che andremo a leggere spero prestissimo, sicuramente quella di Booker e della sorellina di Brysen, Karsen, e il mio cuore sta già scalpitando per quella di Noe e Stark, che in linea temporale sarà la prossima!!!
«Ho trascorso tutta la mia vita a soffrire. Ho smesso solo adesso, sentendoti dire che posso averti, che sei mia. Non hai idea di quante battaglie abbia dovuto combattere per arrivare qui e aspettare che tu fossi pronta per me, Keelyn. L’unica cosa che potrebbe tenermi lontano da te sarebbe solo la morte».
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