Recensione: “I am Fallen” di Scarlet Blackwell
Care Fenici, un libro particolare ha colpito Lucia, “I am Fallen” di Scarlet Blackwell, ecco la sua recensione!
Lo scrittore per bambini Jacob Bailey si è rifugiato in Scozia per morire da solo, tormentato dalla scomparsa dell’amore della sua vita e con il desiderio che le sue sofferenze abbiano fine. Nella remota casa sulla scogliera in cui vive, riceve la visita di un angelo con la sua personale storia di dolore, una creatura che regalerà agli ultimi giorni di Jacob molto più di quanto lui avrebbe mai potuto sperare.
«Il mio amore per te sopravvivrà a questa spiaggia, a questo oceano, a questo pianeta. Quando giungerà il Giorno del Giudizio e il Paradiso infine cadrà, ti riprenderò con me.»
Le prime pagine di questo libro estremamente commovente ci portano in Scozia, nel 1888. Qui, in una casa isolata da cui si sentono le onde infrangersi contro gli scogli e il vento ruggire, incontriamo per la prima volta Jacob, un uomo che sta soccombendo ad un raro caso di tumore al seno maschile e va da sé che nel tempo in cui si svolge la storia, la prognosi non poteva che essere nefasta. Eppure, non ritengo che questo libro abbia un vero e proprio bad end, perché Jacob sarà una delle poche persone al mondo a sapere che davvero nulla finisce e che c’è una vita diversa ad aspettarci. A visitarlo, in uno dei suoi momenti di acuto dolore, dove solo la morfina riesce a dargli un attimo di tregua, un angelo bellissimo dalle splendide ali che, dopo averlo osservato per qualche tempo, si accomiata da lui con la strana frase «Sei come ti ricordavo». In questo modo inizia uno strano, tenero rapporto fra un uomo che sta morendo, convinto che la malattia sia il suo castigo per aver amato una persona del suo stesso sesso, che gli ha preferito la moglie, e un arcangelo che si presenta con il nome di Stella del mattino, ma che è anche conosciuto come Lucifero e Satana.
Una cosa è certa: in questo libro dovete dimenticare tutto ciò che sapete sull’angelo caduto, che qui ha come unica colpa per la sua cacciata quella di aver amato un altro angelo, ed essere per questo stato espulso dal Paradiso da un Creatore che si rivela intransigente e con ben poca pietà. In Jacob, Lucifero rivede sé stesso, rinnegato dall’essere che più ha amato, ed è un personaggio melanconico capace di grande tenerezza, ma preda anche di enorme collera e furore. Eppure, spesso, lo vedremo usare il suo potere per lenire le sofferenze di Jacob e dargli momentaneo sollievo, e lo sentiremo invocare pietà per la sua sofferenza, mentre altri angeli tenteranno di tenerlo lontano dall’uomo. Angeli che appaiono ben più duri e inflessibili del caduto, quasi privi di ogni empatia ed umana pietà, tranne uno che provoca in Lucifero un’acuta sofferenza nel rivederlo. Se Jacob è spaventato la prima volta che si rende conto di chi veramente sia quell’angelo fulgente e teme che sia venuto a ghermire la sua anima per il peccato commesso, è costretto a ricredersi quando, avendone la possibilità, Lucifero rinuncia ad essa di sua spontanea volontà, e dopo che lo stesso Jacob si era messo nelle sue mani. La loro non è una vera e propria storia d’amore, entrambi hanno sofferto e ancora patiscono per un amore passato che non riescono a dimenticare, eppure trovano per qualche attimo conforto l’uno nell’altro, e la dolcezza con cui l’arcangelo si occuperà di Jacob fino all’ultimo istante mi ha commossa fino alle lacrime.
L’autrice ci regala un finale che il lettore è libero di interpretare come desidera, e per quanto mi riguarda, io voglio pensare che stavolta l’amore abbia vinto.
Una scrittura quella della Blackwell bellissima, in grado di far provare emozioni intense e disegnare personaggi che riescono ad entrare nel cuore. Anche se il dolore, qui presente in ogni forma, sia fisica che mentale, è uno dei protagonisti del romanzo, questo libro è un inno all’amore che sopravvive nonostante la sofferenza che procura, e ci regala una figura di Lucifero che difficilmente si dimentica, struggente, nostalgico, e per una volta pietoso. Un libro bellissimo in grado di far commuovere e che pur non terminando con il classico “e vissero felici e contenti”, merita davvero di essere letto per le dolcissime sensazioni che regala.