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Recensione: I bambini silenziosi – Serie: Indagini detective Lottie Parker di Patricia Gibney

Titolo: I bambini silenziosi

Serie: Indagini detective Lottie Parker #5

Autore: Patricia Gibney

Editore: Newton Compton Editore

Genere: Thriller

Data di pubblicazione: 07 Febbraio 2022

 

L’ospite inatteso QUI

Le ragazze scomparse

Uccidere ancora

Nessun luogo è sicuro QUI

I bambini silenziosi

Una calda sera d’estate, Mikey Driscoll, un ragazzo di undici anni, sta tornando a casa, dopo aver trascorso il pomeriggio con gli amici.
Il giorno dopo il suo corpo senza vita viene scoperto da alcuni adolescenti, disteso su un letto di fiori appena raccolti. Le indagini vengono affidate a Lottie Parker. Per la detective si tratta di un caso che la riguarda molto da vicino: la vittima era un amico intimo di suo figlio Sean. Nonostante Sean le ripeta che Mikey si comportava normalmente prima di morire, Lottie sente che non le sta dicendo tutta la verità…
Poco dopo, un altro ragazzo viene trovato morto, circondato da fiori selvatici, vicino al bellissimo lago Ladystown. C’è un assassino in circolazione. Qualcuno che si nasconde dietro una fitta rete di segreti all’interno della cerchia degli amici di Mikey. Lottie sa che dovrà agire in fretta. Perché è solo questione di tempo prima che il serial killer torni a far parlare di sé. E la vita di suo figlio potrebbe essere in grave pericolo…

 

Ciao Fenicette, oggi vi parlo del quinto libro della serie riguardante il detective Lottie Parker. Premetto che, purtroppo, non sono riuscita ad apprezzarlo, vedrete il perché.

In una calda serata estiva Mikey Driscoll, un ragazzino di undici anni, sta tornando a casa dopo una partita di calcio. Due giorni dopo, viene ritrovato il suo corpo su un letto di fiori arrangiati intorno a lui. La detective Lottie Parker e la sua squadra si mettono subito a investigare, ma tutto si complica quando giorni dopo viene ritrovato un altro ragazzino morto con fiori tutto attorno. Allora Lottie comprende che non è un fatto isolato e tutto si intrica man mano che l’indagine prosegue.

 

Questa è la prima volta che mi trovo in seria difficoltà neldelineare ivari personaggi.Innanzitutto, credo ne abbia inserito davvero troppi e nessuno viene approfondito adeguatamente risultando unidimensionali e senza alcuna evoluzione; l’unica di cui posso azzardare a descrivere un po’ è Lottie, la nostra detective. Lei è a dir poco odiosa, esegue il lavoro in modo approssimato, ha rapporti pessimi con i suoi colleghi, in certe occasioni più che una donna sembra una ragazzina capricciosa.  Mi dispiace non riuscire a parlare delle altre figure, ma non saprei proprio da dove iniziare.

La scrittura è piuttosto semplice e lineare, ma ecco un’altra cosa che non ho ben tollerato:all’interno di uno stesso capitolo all’improvviso, dopo una frase, inizia un altro POV. Questo susseguirsi continuo confonde parecchio, poi ci si fa l’abitudine, ma non ho affatto apprezzato questa scelta. I dialoghi? Altro punto dolente, privi di sensazioni e non hanno un granché di senso, mi spiego meglio sembrano discorsi tra dei ragazzini che si improvvisano adulti. Il racconto è piuttosto lento, crea sì un po’ di suspense però poi inizia ad annoiare. Ho graditoi piccoli dialoghi interiori dell’assassino, molto psicologico e raccapricciante, anche se poi alla fine quando si scopre chi è il colpevole si rimane un po’ “Bah”. Mi aspettavo qualcosa di più eclatante e particolare; infatti, fino alla scoperta avevo deciso di mettere tre stelle solo perché l’autrice è riuscita a mantenere l’incognita fino alla fine, però la delusione di scoprire chi fosse e perché lo stesse facendo lo ha fatto declassare a due.

 

Ahimè non posso consigliarvelo come lettura, perché ho fatto tanta fatica a finirlo. Questo però mi lascia un amaro in bocca fastidioso, non amo “disprezzare” il lavoro altrui. Ma come ogni cosa è sempre e solo questione di gusti personali.

 

 

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