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Recensione: I Figli della Cenere di Francesca Bertuca

Titolo: I figli della cenere

Autore: Francesca Bertuca

Editrice: Dark Zone

Genere: Fantasy

Data di uscita: 17 aprile 2020

 

Sulla nuova Eurasia, devastata dalla guerra nucleare, piove cenere e i cieli sono oscurati da secoli. Nessuno ricorda i veri motivi che hanno portato al conflitto, né cosa fossero le armi da fuoco o l’energia elettrica. Le cause della rovina sono attribuite alla furia del dio Unico e si crede che solo la venuta di due anime pure, il Corsiero e la Bella, potrà riportare il mondo agli antichi splendori. Alla nascita di Lilienne, erede al trono di Reine, il sole torna a splendere sull’Europa dell’ovest e il re innalza un muro invalicabile per respingere le orde dei miserabili dell’est. Ventidue anni dopo, mentre i potenti di Varsavia e Hanstad si contendono la Bella, Alec, un giovane fabbro, sogna di valicare il Muro con il fratellino malato. Quello che tutti ignorano è che il suo obiettivo non è Reine, bensì giungere fino alla costa, dove lo attendono dei vascelli che conducono in una «terra promessa» al di là del mare. Le sue speranze dovranno però scontrarsi con la dura realtà: l’antica guerra tra Russia e America non è affatto terminata e lui sta per esserne travolto.

Bentrovate care Fenici, la lettura di oggi ci porterà in uno scenario surreale fatto di violenze e conquiste, di vendette e antichi rancori. Ma procediamo per gradi.

Sotto una pioggia di cenere a Leningrado si consuma una tragedia. La città e la flotta sono in fiamme a causa di un forte contrasto tra i Van De Lias e i Richter. A pagarne le conseguenze è il neonato figlio di Nadja e Liam, giovani innamorati appartenenti a quelle stirpi.

Da quella terribile notte trascorrono ventidue anni. I regni hanno raggiunto un equilibrio grazie alla nascita de La Bella, la principessa Lilienne del regno di Reine, creduta da tutti una dea. Dalla sua venuta il reame non ha più conosciuto la malattia e il sole è tornato a risplendere. Per questo motivo la fanciulla viene considerata da tutti come colei che secondo il mito, riporterà la luce in tutto il mondo grazie alla sua unione con Il Corsiero, il sovrano destinato a regnare su tutti i regni.

Ma Lilienne è prigioniera di quel ruolo e del destino scelto per lei da altri. Coloro che credeva amici riveleranno il loro vero volto, portando l’orrore nella sua vita dorata. Intrecciare il suo destino a quello di Alec e Caleb, giovani figli d’imperiali in fuga, potrebbe rivelarsi la sua unica ancora di salvezza. Loro sono persone semplici, molto diverse da ciò a cui è abituata.

Regine e re giocano la loro partita, muovendo i loro pezzi sulla scacchiera del mondo.

Un romanzo tra il fantasy e il surreale, in cui la lotta per il potere è al centro di tutto. Antichi dissapori nutrono macchinose vendette, il valore della famiglia non conta davanti ai propri scopi, con un susseguirsi di scene raccapriccianti e di omicidi eseguiti a sangue freddo. Un coro di fondo sembra manovrare le menti perverse dei protagonisti, dominate da una follia che li porta agli atti più ignominiosi. La polvere grigia che cade sulle loro teste, sembra quasi evocare qualche disastro nucleare, un conflitto totalitario che ha condotto il mondo in un oblio di sensi e coscienze, risvegliando il lato animale delle persone. Il mondo è diviso in regni controllati e amministrati dalla cruda politica del Trono di Spade, nel quale le unioni sono stabilite dal potere e il popolo soffre la fame e gli stenti. Filo conduttore di tutto, la speranza che il matrimonio tra La Bella e Il Corsiero, possa riportare nel mondo la prosperità, in una sorta di autentico misticismo in stile medievale.

Scritto in modo scorrevole e con un editing ineccepibile, il libro ci porta in scenari d’incubo, rivelando qualche piccola traccia sci-fi, lasciando diverse tematiche in sospeso. Forse poco chiaro in alcuni punti, in altri riesce a raggiungere gradi lirici molto intensi, suscitando nel lettore un senso dì inquietudine e d’aspettativa.

Una lettura quindi sicuramente da fare per gli amanti del genere.

A presto care Fenici e buona lettura.

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