Recensione: I guardiani del faro di Emma Stonex
Titolo: I guardiani del faro
Autore: Emma Stonex
Editore: Mondadori
Genere: Thriller
Data di uscita: 18 Maggio 2021
Cornovaglia, Inghilterra, fine dell’anno 1972. Una barca approda al faro dello Scoglio della Fanciulla, un isolotto remoto a miglia di distanza dalla costa, per dare il cambio ai custodi. Il primo guardiano Arthur Black, il primo assistente William “Bill” Walker e il secondo assistente Vincent Bourne sono svaniti nel nulla. La porta d’ingresso del faro è chiusa dall’interno. Gli orologi in soggiorno e in cucina sono fermi alle 8,45. La tavola è preparata per un pasto che non è mai stato consumato. E la torre è vuota. Il registro meteorologico del capo dei guardiani descrive una tempesta che infuria intorno all’isola, ma il cielo è stato sereno per tutta la settimana. Cos’è successo ai tre uomini? Il mare agitato sussurra i loro nomi. La marea si muove, annegando i fantasmi. E fuori dalle onde, come un dito di luce, la torre graffiata dal sale si erge solitaria e magnifica. I loro segreti potranno mai essere recuperati dalle onde? Vent’anni dopo, le donne dei tre guardiani stanno ancora cercando di andare avanti, anche se senza risposte. Helen, Jenny e Michelle avrebbero dovuto essere unite dalla tragedia comune, che invece le ha separate. Fino a quando, un giorno, uno scrittore le contatta: vuole scrivere un libro su quel mistero irrisolto e dare loro la possibilità di raccontare la propria versione della storia. Ma solo affrontando le paure più oscure di tutti i protagonisti della vicenda la verità può iniziare a emergere. Attraverso i racconti delle tre donne e le ultime settimane degli uomini al faro, i segreti a lungo custoditi vengono alla luce e le verità si trasformano in bugie mentre il giovane scrittore cerca di capire cosa è successo, perché e a chi credere. Ispirato da eventi reali, “I guardiani del faro” è un romanzo ricco di suspense, una storia di isolamento e ossessione, di realtà e illusione, di amore e dolore, che esplora il modo in cui le nostre paure offuscano il confine tra il reale e l’immaginario.
Avete presente quei libri che vi rimangono addosso per tutto il tempo della lettura? Con i loro protagonisti e le loro storie, e che qualunque cosa facciate, non riuscite a staccarvi da loro? Il vostro pensiero va sempre lì, a quello che vi aspetterà voltando pagina. A me è successo con I guardiani del faro: non riuscivo a non pensare ad altro, ero così dentro la trama che elaboravo congetture su come potesse andare, in continuazione.
Vent’anni fa, nell’inverno del 1972, tre guardiani sparirono da un faro al largo della Cornovaglia. Si lasciarono dietro una serie di indizi: una porta d’entrata sbarrata dall’interno, due orologi fermi alla stessa ora e una tavola imbandita.
Cosa successe realmente allo Scoglio della Fanciulla, in quel faro che spunta direttamente dal mare? È quello che vuole scoprire, nel 1992, un famoso scrittore, decidendo di intervistare le consorti e la fidanzata di ciascuno dei tre uomini.
Donne completamente diverse tra loro, con qualche piccolo segreto da nascondere: Helen, la moglie del capo guardiano Arthur, è tragicamente triste, ancora non si è rassegnata e vuole scoprire assolutamente la verità. Jenny, la moglie del primo assistente Bill, è così disperatamente attaccata alla sua visione di un matrimonio felice e senza ombre, che è come se non volesse vedere la realtà. E, infine, Michelle, la fidanzata del secondo assistente, Vince, la più giovane delle tre, è ormai sposata e ha una nuova vita, ma il passato non l’abbandona mai, perché il primo amore non si dimentica.
Ho trovato queste figure femminili straordinariamente vere, con le loro debolezze e convinzioni. Sono descritte nei minimi particolari, facendoci sentire e provare quello che hanno vissuto. Lo strazio del non sapere com’è andata. Il rimorso per quello che hanno fatto o avrebbero potuto fare. Il non accettare la scomparsa dei loro uomini, sperando un giorno di vederli riapparire dal mare.
Il romanzo si sviluppa come una sorta di intervista alle tre donne. Un tuffo nei loro pensieri, nei loro sentimenti, nelle loro mille congetture e ipotesi su quello che è successo; raccontano un prima e un dopo creando due scene distinte: i tre uomini al faro nel 1972, e le loro compagne tra il 1973 e il 1992. Un mistero sempre più fitto riguardante queste persone scomparse che rimanevano sole dentro un faro in mezzo al mare.
Non c’è niente di speciale in questo, proprio nulla, solo tre uomini e tantissima acqua. Ci vuole una bella forza per resistere in quella situazione. Solitudine. Isolamento. Monotonia. Il nulla tutto intorno per miglia e miglia, a parte un’immensa distesa blu. Niente amici. Niente donne. Solo gli altri due, giorno dopo giorno, senza poterli evitare: rischi di andare fuori di testa.
E, soprattutto, se non fai attenzione, il mare ti si rivolta contro: cambia in un batter d’occhio e non gliene importa niente di chi sei, prende, ma non sempre restituisce.
Una storia con una scrittura che ammalia e ti trascina esattamente dove vuole, non ti dà modo di riflettere, succede e tu sei lì, impotente ad assistervi.
È ipnotico, seducente, avvolgente, trascinante. Ho avuto la sensazione di trovarmi in una casa isolata e buia e al minimo rumore, o scricchiolio, dovevo andare a dare un’occhiata.
Il libro perfetto da leggere sotto l’ombrellone per un bel brivido che spazzi via il caldo.