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Recensione: I peccati degli dei di Katee Robert -Serie I peccati degli dei #1-

 

 

Titolo: “I peccati degli dei

Autore:Katee Robert

Editore:  Newton Compton Editori

Genere: Romance 

Persefone Dimitriou non ha mai conosciuto altro che agio e ricchezza. La sua è sempre stata una vita di privilegi. Ma la realtà è molto diversa da quella facciata di perfezione dietro cui si nasconde la sua famiglia. L’Olimpo è un covo di corruzione e veleni. Poche dinastie si spartiscono il potere e Persefone ha appena saputo che sarà costretta a sposare un uomo influente e pericoloso, per rafforzare le alleanze necessarie a mantenere lo status quo. Non le resta che fuggire. Verso un mondo misterioso, lontano dalle luci abbaglianti che minacciano di soffocarla. Perché forse l’unica salvezza per lei si nasconde nelle tenebre. Ade ha trascorso la sua vita nell’ombra, in attesa di riscatto. Ha sempre saputo che prima o poi il suo momento sarebbe arrivato e la comparsa di Persefone rappresenta l’occasione che aspetta da anni. E così si offre di aiutarla a muovere i primi passi in quel luogo oscuro e ostile, dove non avrebbe alcuna speranza di sopravvivere da sola. Notte dopo notte, Ade e Persefone sentono crescere la forza che li attrae l’uno verso l’altra. Ma lei è fatta di luce, lui è stato forgiato dalle ombre. Appartengono a mondi diversi. Fino a dove saranno disposti a spingersi per opporsi a un destino che li vuole divisi?

 

Ben trovate, fenici.

Oggi vi parlo de Il peccato degli dei di Katee Robert, una rivisitazione in chiave moderna della leggenda di Ade e Persefone. Tuttavia, a voler cercare il pelo nell’uovo, ha poco in comune con il famosissimo mito greco.

La storia è ambientata nella nostra epoca e l’Olimpo, come descritto, assomiglia molto a una grande metropoli. La parte “in” è governata dai Tredici, un gruppo di potenti che ricopre ruoli di prestigio in ambito amministrativo, politico e sociale, e il cui ruolo e “titolo” sono definiti dai nomi delle divinità (per esempio “Zeus” è il capo supremo, “Demetra” è colei che gestisce la produzione agricole, ecc). 

Il fiume Stige separa la parte glamour dalla “città bassa”, da tutti considerata come una zona povera e malfamata e, pertanto, un luogo da cui tenersi alla larga. È qui che regna Ade, ma di lui si sa davvero poco, al punto che la sua esistenza viene quasi considerata una leggenda.

Durante un banchetto Demetra, madre di Persefone, annuncia il matrimonio della figlia con il potente Zeus, un uomo violento e corrotto. Per fuggire a queste nozze imposte, la giovane scappa e oltrepassa il ponte che divide le due parti della città, finendo tra le braccia del Signore delle ombre. I due stringono un patto con l’obiettivo di infangare la reputazione di “figlia perfetta” che ha la ragazza, al fine di renderla meno desiderabile agli occhi del “fidanzato”.

Devo ammettere che esprimere un parere su questo libro non è semplice. C’è pari merito tra gli aspetti che mi sono piaciuti e gli elementi che mi hanno lasciato con un punto interrogativo.

Ad esempio, in qualche modo si fa riferimento a una sorta di barriera magica, che fa da repellente per chi attraversa il ponte che dà accesso alla città bassa senza essere stato invitato. Questa dinamica viene accennata, ma non trova mai spiegazione. Mi è venuto naturale pensare a un qualcosa di “magico”, ma il soprannaturale non è minimamente citato. Le “divinità” stesse infatti non hanno particolari capacità, anzi, sono solo umani il cui prestigio deriva da ricchezze e giochi di potere. 

Quindi per tutto il romanzo sono stata lì a chiedermi: come diamine funziona questa cosa? Lo so, lo so, è un dettaglio infimo, ma intanto mi è rimasto il pallino! XD

Riguardo ai protagonisti, Ade mi è piaciuto; è un po’ come ci si aspetta dal dio dell’oltretomba:  misterioso, virile e molto protettivo con Persefone. Lei, ahimè, è un po’ troppo stereotipata e, in alcuni tratti, poco approfondita. 

Altro elemento “ni” l’ho trovato nel finale: per tutto il racconto il punto di forza è nel legame che instaurano i due, nel coraggio che trovano supportandosi l’un l’altra e nella voglia di mostrarsi senza maschere. Tanti bei propositi e poi, nel momento di difficoltà, lei che fa? Tutto da sola! Praticamente lo ignora, organizzando un piano per fregare Zeus senza nemmeno dirgli “A”. Povero Ade, che figura meschina!

Facciamo un salto di qualità netto se ci concentriamo sul lato erotico, che trova ampia espressione. L’autrice esplora lati della sessualità un po’ diversi dal “solito”, trattando di bondage, con leggeri accenni al legame padrone/sottomessa e alle esperienze di voyeurismo. Attenzione! Niente a che vedere con cinquanta sfumature! Le situazioni che vivono Ade e Persefone sono descritte con minuzia di particolari, ma senza cadere nel volgare, grazie anche a una narrazione particolareggiata, ma al contempo dinamica. L’autrice è riuscita a dare al tutto un senso conturbante ed eccitante. Nelle scene erotiche Persefone, grazie alla fiducia che ripone in Ade, è libera di esprimere la propria sessualità e i suoi veri desideri, senza temere di essere giudicata. Questo concetto di libertà e d’incoraggiamento a seguire le proprie voglie mi sono piaciuti parecchio.

Nulla da ridire anche sulla narrazione, che scivola fluida e senza intoppi.

In sostanza il libro non è affatto male, anche se avrei apprezzato una trama maggiormente approfondita e particolareggiata in alcuni punti, che altrimenti sembrano solo far da contorno tra una scena di sesso e un’altra, che invece hanno il compito fondamentale di rendere credibile agli occhi del lettore lo sviluppo del legame e dei personaggi.

 

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