Recensione: Il castigo del mare di Maurice Fay
Serie: I doni degli abissi vol. 2
Serie: I doni degli abissi Vol 2 Autore: Maurice Fay Genere: Fantasy, MM romance Editore: Triskell Data di pubblicazione: 19 Febbraio 2024
La serie I doni degli abissi è composta da:
- Il circo del mare vol 1—–> Recensione
- Il castigo del mare vol 2
La vita di Kazimir Boyko prende una svolta inaspettata quando conosce un conturbante straniero. Il suo nome è Ismael. Viene dalla terraferma e dice di stare cercando una sirena. Uno è alla ricerca del proprio futuro. L’altro sta cercando di superare un passato terribile. Insieme sono come pietre focaie e tra loro non tardano a scoppiettare scintille. Riusciranno a far divampare la loro fiamma superando i traumi del passato e i muri interiori che rischiano di spegnerli? Scopritelo tra viaggi, catastrofi, misteri e nemici insidiosi; e tornate al Circo del Mare, scoprendo tutta la verità sui sireneidi e sui doni degli abissi.
La storia è un’avventura meravigliosa, ambientata in un mondo fantastico a metà tra il distopico e il fantasy, in un ipotetico futuro in cui la quasi totalità della terraferma è sprofondata nell’oceano. Esistono creature acquatiche a metà tra umani e animali marini, quindi l’ambientazione è particolare e magica, ma allo stesso tempo anche un po’ forte, perché vede poca speranza per gli umani, costretti a vivere di stenti sulle poche città rimaste, in una società con disparità sociali molto accentuate.
La trama romantica, seppur tenuta in secondo piano (e casta), è sufficiente per culminare in un finale che si prende il suo spazio per riempirci di glitter.
«Quando sei alla portata di tutti, non appartieni a nessuno, nessuno ti vuole davvero,» ribatté, senza il coraggio di guardarlo. Ma quando Nathaniel rispose: «Io ti vorrei. Se fossi mio ti custodirei.» Misha non riuscì a non cercare il suo sguardo. Bronzo, che bordava due pupille così dilatate da rendere il colore delle iridi quasi impercettibile. «Cosa se ne farebbe uno integro come te di qualcosa di spezzettato come me?»
I protagonisti sono un gruppo di giovani uomini che si trovano a seguire, per motivi diversi, la stessa avventura. Kaz, argento vivo che non può essere controllato, pieno di vita, spericolato e affascinante. Misha, il ragazzo sensibile e delicato, bisognoso di amore e di trovare qualcuno che lo tratti con rispetto e si prenda cura di lui. Pietyr, la roccia che sostiene gli altri e che per farlo rinuncia ai propri sogni. Ismael, tormentato e oscuro, intenso e controllato. Nathaniel, un’anima costretta in un corpo che non lo rispecchia, non importa quanto affascinante sia.
Non facile portare avanti un romanzo corale di cinque personaggi in cui ognuno goda di sufficiente spazio e luce, ma l’autore ci è riuscito estremamente bene. Potentissime sono infatti le caratterizzazioni e le introspezioni: i ragazzi hanno vissuto vite faticose e dolorose (qualche punto di violenza è legato alla brutalità del loro passato), e le emozioni che provano sono sincere e profonde. Ognuno è un prisma sfaccettato che riverbera paure, traumi e sofferenze, che esprime un senso di fragilità guarda caso laddove gli altri vedono pregi o caratteristiche invidiabili.
La trama avventurosa è portata avanti con un buon ritmo e accompagnata da tutta l’intensità delle emozioni che si provanonella scoperta di sé, della propria identità (anche sessuale) e delle proprie radici. La trama riguarda un viaggio che i ragazzi intraprendono insieme e che è funzionale al conoscersi e a consolidare il gruppo. Un paio di loro ha come finalità la ricerca di una sireneide (per liberarla, studiarla o ingaggiarla al Circo del Mare sarà da vedere: il Circo, oltre a sostenere molte bocche e famiglie, è una comunità sicura in cui hanno trovato riparo e protezione creature che si sentono in pericolo, come Maya). I tre fratelli, d’altro canto, sono alla ricerca di un padre che non hanno mai conosciuto.
Gli aveva insegnato a fare i nodi, desiderando mostragliene tanti altri e in usi che poco avevano a che fare con la vita marittima e molto con i muscoli e la dominazione, ma Kazimir era schivo. Sfuggente. La prima volta che l’aveva visto gli aveva ricordato l’acciaio. Affilato come una lama, pericoloso come un rasoio. Adesso che l’aveva conosciuto meglio aveva compreso che era più simile all’argento vivo. Sfuggente e mutevole, ma al contempo scintillante come metallo fuso.
I temi toccati sono tutt’altro che leggeri o facili.
Si va dal dolore di Misha per il rifiuto genitoriale conseguente al coming out, al senso di vergogna per aver umiliato il proprio corpo nella necessità di mantenersi, che insieme portano al desiderio di mollare tutto, al sentirsi inutile, non amabile.
Filo conduttore per la crescita personale di Kaz, invece, è la battaglia contro la propria omofobia interiorizzata: un percorso di scoperta della propria sessualità lungo, faticoso, fatto di equilibri, di passi avanti e altri indietro, molto umano e realistico. Kaz trova il coraggio di abbracciare il proprio desiderio per un altro uomo solo quando capisce che ciò che si sta perdendo ha più valore delle paure o dell’orgoglio.
E poi troviamo l’accettazione delle proprie radici, della propria oscurità, del trauma di aver subito e fatto cose orribili, per arrivare a comprendere che questo non definisce se stessi. Deliziosamente inserito (anche se vorrei chiedere all’autore, se possibile, uno spin-off piccante di approfondimento) il conflitto interiore di Ismael, che sente dentro di sé un richiamo oscuro, sadico; un lato che lui stesso teme e fatica ad accettare e controllare, che crede lo rendano una persona cattiva, oscura, difficile da amare, perfino da se stesso.
Si parla anche del pregiudizio subito da Nat di chi giudica il carattere o la moralità di una persona basandosi sul solo aspetto fisico; sentirsi diversi da quello che il proprio corpo comunica, a prescindere da quanto la “confezione” sia gradevole, provoca un estremo disagio.
Ancora, per Pietyr c’è il tema del rincorrere i propri sogni anche quando tutti ci hanno detto che per maturare dobbiamo chiuderli in un cassetto e scegliere un lavoro stabile, noioso e conosciuto.
Incontriamo poi creature marine fantastiche con una umanità tale da richiamare alla mente le difficoltà di affrontare la diversità: la discriminazione e il bullismo, l’accettazione e l’inclusione.
Durante la lettura ci si scontra anche con le peggiori forme di prevaricazione fisiche e psicologiche sulle donne (matrimonio combinato, spose bambine, infibulazione, deturpazione con l’acido, manipolazione psicologica…), purtroppo non solo invenzioni narrative.
Tra i temi cardine positivi, invece, troviamo in primis quello dei legami di fratellanza e amicizia, che sostiene i personaggi soprattutto nei momenti bui e fa da collante alla nostra compagnia d’avventure durante il viaggio.
«Soffrirei tanto se non ci fossi più. E mi mancheresti tremendamente, ma non è con un ricatto che voglio spingerti a non arrenderti. Però credo sia giusto tu lo sappia. E ne soffrirebbe tanto anche Kaz. Sei nostro fratello Misha. Il nostro unico Misha. Nessuno ce ne darebbe mai un altro, ma comunque non è per questo che non devi arrenderti. Non è per questo che devi cercare di riprenderti.» Aveva gli occhi lucidi adesso. Misha si chiese se fosse per il sonno o per i discorsi. «Non è vero che non vali nulla. E non è vero che non servi a nulla. Sei stupendo e importante.»
Sto certamente tralasciando qualcosa (la discriminazione, l’invito a non sottovalutare i doni personali che ognuno di noi ha…) e questo rende l’idea della ricchezza contenuta tra le pagine, messaggi ben amalgamati ai picchi d’adrenalina di un’avventura per mare e sulla terraferma, che si incastona in un’ambientazione distopica affascinante di più ampio respiro, che vede gli umani in una lotta secolare contro le creature marine.
Tanta carne al fuoco, insomma, tanti percorsi di vita e personaggi che devono trovare la propria strada per crescere.
Vorrei infine sottolineare una qualità non comune della penna dell’autore, una sensibilità di cui mi sono innamorata e che non mi è bastata. Le emozioni trasudano dalle pagine, così come i colori e gli odori di un mondo fantastico nel quale ci immergiamo e che arriviamo presto a conoscere. Dal bacio al gusto di cherosene al velluto morbido dei tessuti, è come fossimo lì con i personaggi, a sfiorarli, ad ascoltare le loro confidenze, a bagnare i piedi nell’acqua, e a ricevere gli spruzzi dell’oceano sul viso.
Una lettura meravigliosa, che voglio assolutamente replicare andando a recuperare tutta la bibliografia arretrata.