Recensione in anteprima: Il corpo che indosso di Donatella Ceglia
Titolo: Il corpo che indosso
Autore: Donatella Ceglia
Editore: Triskell Edizioni
Genere: Romance mm
Target: +16
Data di pubblicazione: 25 Novembre 2022
Elia, undici anni, non ha un posto nel mondo e non si sente a proprio agio nel suo corpo. Criticato dai genitori per non essere il perfetto figlio maschio che si aspettavano e affascinato dai vestiti di sua sorella, diventa facile vittima dei bulli.
Solo Gio, un compagno di scuola selvaggio e ribelle, trova il coraggio di difenderlo e lo invita a casa sua: un appartamento pieno di stoffe e ricordi, in cui l’aria è pervasa dal profumo di lavanda degli abiti di Libera, l’amorevole nonna del ragazzo. L’appartamento diventa ben presto un rifugio per Elia, in cui trova l’affetto e la comprensione che altrove gli vengono negati.
Passano gli anni, il rapporto tra Elia e Gio si evolve. I due ragazzi diventano uno l’estensione dell’altro, si alimentano del loro legame simbiotico, si indossano a vicenda come i vestiti che Elia tanto ama e con cui esprime se stesso.
Quello che li unisce tuttavia non basta. Il mondo preme sulle pareti dell’appartamento e reclama attenzione, mescolando ciò che si trova dentro con ciò che c’è fuori, tanto che i due giovani prendono strade diverse e la separazione sembra inevitabile. Elia tiene così traccia del tempo, chiedendosi se sarà possibile sopravvivere a quel tipo d’amore.
“Venni al mondo la seconda volta per colpa di un colore e pensai che i colori non si potevano neanche toccare. L’aria era calda, appesantiva la pelle e i polmoni. La maglietta rosa, tesa sopra le ossa delle spalle, era diventata una prigione, scura dove il sudore si era allargato nel cotone.
La mia maglietta rosa diceva qualcosa di me.”
Ha undici anni Elia, quando perde la sua ingenuità e comprende che anche scegliere un colore, non convenzionale per un maschio, può metterlo in pericolo. E quel giorno scopre anche qualcos’altro, o meglio qualcuno, che riempirà la sua vita di colori, molti di più di quelli che può gestire: Gio. Un ragazzino impetuoso che colma di parole i silenzi di Elia, lo difende dai bulli che lo hanno messo all’angolo, senza neppure conoscerlo, e lo porta a casa sua, dalla nonna, tra quelle mura che diventeranno per lui rifugio, gioco, scoperta… amore. Gio dagli occhi scuri, con quello sguardo capace di ancorare Elia alla realtà, con il sorriso abbagliante che lo fa arrossire e palpitare, combatte anche per lui, soprattutto per lui, che invece vive di rese. La mano di Gio tiene sempre stretta la sua, fin da quel primo incontro. La delicatezza dei suoi gesti è solo per lui, perché agli altri, al resto del mondo, non la dona, al suo posto c’è rabbia e sfrontatezza. Prima di conoscerlo, Elia aveva imparato a comprimere i suoi universi dentro di sé, dopo era impossibile, perché Gio vedeva tutto di lui, ogni sua sfumatura. Elia, invece, ci impiega anni per capirlo davvero, per afferrare quello che Gio è così bravo a non mostrargli, quel cuore velato dal dolore per una madre che non ha quasi mai avuto, un padre inesistente, la paura dell’abbandono.
“Oggi mi rendo conto che era un mondo semplice nelle sue complessità, quello dei nostri undici anni: ero timido e a Gio sarebbe andato bene, non parlavo e Gio lo avrebbe fatto per me, ero strano e a Gio non sarebbe importato.”
Diventano inseparabili, l’uno l’universo dell’altro, quasi incapaci di condividere spazi, tempo e pensieri con gli altri, eccetto Libera, la straordinaria nonna di Gio. Entrambi i ragazzi sentono che quello che li lega è speciale, unico, ma Elia ne è profondamente turbato, condizionato dagli insegnamenti della sua famiglia e della religione su cosa sia giusto essere e “amare un ragazzo” non lo è, pensa.
“Un bacio”, disse.
Un bacio.
Nel suo vestito di carne e ossa si mise a spingere e tirare, sempre più rapido, come se stesse cercando di scrollarsi di dosso l’intero corpo e restare nudo nel letto con Gio. Solo lui, nient’altro, perché Gio lo vedesse.
“Un bacio vero”
Il racconto di Elia si dipana tra i ricordi della sua adolescenza e i primi battiti del cuore, agli anni che lo portano lontano da Gio, per scoprire chi è realmente senza nascondersi dietro qualcun altro, anche se quella persona è parte di lui, la sua stessa carne, legata a se stesso indissolubilmente da un filo invisibile e indistruttibile. È un racconto sofferto, doloroso, perché il cammino di Elia non è per nulla facile, è fatto di cadute, dubbi, tanti, insicurezze e tormenti laceranti: lui vuole solo diventare normale e smettere di sentirsi sbagliato in un corpo che non sente del tutto suo.
Non sono una ragazza.
Un conto era diventare un uomo a cui piacevano altri uomini, un conto era essere imprevisto, essere sbagliato dentro, dove avevo lasciato marcire quella strana sensazione.
“Ti piacerei di più, se fossi una ragazza?” chiesi per zittire i pensieri.
“Che domanda stupida,” mormorò Gio, posandomi un bacio sul collo. “Mi piaci sempre. Mi piaci se sei un ragazzo, una ragazza o qualcos’altro.”
La scrittura di Donatella Ceglia è molto poetica, struggente e intensa. Le emozioni che trasmette si incidono sulla pelle: i brividi d’amore, d’aspettativa, di tenerezza, paura, sofferenza e ineguatezza raggiungono il cuore con grande incisività. Il romanzo è meraviglioso, potente, con tanti passi che mi hanno commossa profondamente ma che mi hanno anche fatto riflettere e soffrire per un cammino, quello di Elia, molto difficile ma necessario per renderlo la persona meravigliosa e unica che è.
Al tempo non lo sapevo, che eravamo scuciti entrambi, rattoppati in modi diversi per resistere alla vita quanto bastava. Eravamo troppo giovani per realizzare che nel nostro disegno era stato cancellato qualcosa di fondamentale e che i nostri corpi cadevano male sulle nostre anime, mettendo in risalto ogni difetto. Lui, nella solidità della sua forma, conteneva a stento venti in tempesta; io avevo ossa sporgenti pronte a bucarmi la pelle e riversare fuori il dentro: la tristezza, l’indefinito, il bisogno.
Si feriscono a vicenda, graffiandosi cuore e anima con ferocia ma sono anche capaci di sfiorarsi in profondità con uno sguardo, legandosi, diventando un unico corpo. Impossibile non amare Elia e Gio e sentirsi legati a loro. Uno dei romanzi migliori dell’anno, perfetto.
Poesia intessuta tra fili di dolore e pura bellezza.