Recensione: “Il creatore di sogni” di Luca Scopitteri
Titolo: Il creatore di sogni
Autore: Luca Scopitteri
Genere: Fantasy
Self publishing
Pagine: 151
Data di uscita: 20/04/2017
“Questa realtà è una finzione, una fantasia, una prigione con le sembianze di un paradiso.”
Jay non ricorda quando è finito lì, su quell’isola deserta, con quell’inquietante promontorio che ogni giorno lo attira inspiegabilmente a sé. Cosa cela quel luogo, perché Jay non ricorda nulla?
La fitta nebbia che ricopre la cima del misterioso monte sembra voler nascondere tutte le risposte.
Amareggiato da una vita che ha tradito le sue aspettative, il ragazzo cerca conforto in un luogo tutto suo. Ma cosa accadrebbe se i suoi stessi sogni prendessero il sopravvento facendo assottigliare, fin quasi ad annullarlo, il confine che separa la realtà dall’immaginazione?
Tradito da una vita incapace di soddisfare i suoi desideri di adolescente, si troverà intrappolato in un potere tanto grande quanto incontrollabile.
Un romanzo poliedrico e dalle molteplici sfaccettature con un protagonista normale eppure straordinario, una storia d’amore tenera, appassionata e disperata unita al thriller psicologico che inganna e inquieta. Una storia che vedrà il protagonista alle prese con il mondo impalpabile della fantasia.
“L’unico limite è la nostra immaginazione, ma la nostra immaginazione è l’unica cosa che non ha limiti.”
Che si tratti di un sogno, frutto perverso della mia immaginazione malata? Oppure sono morto e questo è l’epilogo della mia assurda esistenza? Del resto morire è come sognare per sempre, anche se nel mio caso è essere svegli la vera morte. (Tratto dal libro)
Quando mi sono apparse come per magia copertina e sinossi di questo romanzo, il primo pensiero è stato “non ho mai letto nulla di minimamente simile” e posso garantirvi che l’originalità dell’idea che ne è alla base non mi ha per nulla delusa.
Incontriamo un ragazzo, Jay, in apparenza strano, diverso da tutti a causa del suo dono, che si trasformerà però in una maledizione. O forse potremmo dire anche il contrario! Si sente perso, poiché costretto dalla famiglia a reprimere ciò che può fare: dare vita ai propri sogni, intendo proprio a materializzarli, quando si dice che i desideri possono divenire reali… ma se potesse accadere lo stesso anche per gli incubi? Ci troviamo di fronte alla realtà, a un giovane con una sorta di patologia psichiatrica o semplicemente a un sogno?
Che dirvi, ho terminato il romanzo e ancora non penso di essermi davvero data una risposta!
La creatività è il motore pulsante del cuore del libro, molto accurato nell’editing ma talvolta poco chiaro nella realizzazione delle idee, molte. Inizialmente credevo che questa sorta di confusione dipendesse dal fatto che l’autore ci stesse trasportando in un mondo onirico, e in effetti lo fa, ma si intersecano troppi spunti. Il fantasy, la storia d’amore, una sorta di thriller, la lotta tra bene e male… che dire, a volte se ci sono molti elementi si rischia di rimanere sullo specchio dell’acqua. A onor del vero, ho scoperto che è una trilogia, quindi magari tutte queste porte appena socchiuse verranno spalancate, dunque ritengo che si debba dar fiducia al seguito.
Jay insieme a Emma, la ragazza di cui si innamora, sono i protagonisti della storia, ma se mi posso permettere, li hanno superati in profondità sia il simpatico koala che Guglielmo. Questi ultimi danno spessore all’empatia che il lettore costruisce. La figura di Jay è molto presente ma non riesce ancora a creare un ponte con chi legge per portare in superficie la sua anima. Thomas ha trasmesso più emozioni! Mi ha molto affascinata l’immagine mentale del Sanatorium, perché le torture subite da moltissime persone in tempi lontani non sono finzione, ma gravissimi fatti accaduti; e ho adorato la morale che, secondo me, c’è alla base: il sognatore, pur creduto un pazzo, rimane colui che utilizza la sua immaginazione per essere libero e trovare la sua felicità. La fine è una sorta di rivelazione, vale assolutamente la pena arrivare fino all’ultima pagina per scoprire cosa sta davvero accadendo.
[…] l’unico limite è la nostra immaginazione, ma la nostra immaginazione è l’unica cosa che non ha limiti. (Tratto dal libro)